Philips verso un '90 in rosso

Philips verso un '90 in rosso Si profila un patto tra Sgs-Thomson e Siemens nei semiconduttori Philips verso un '90 in rosso Il gruppo taglia 10 mila posti di lavoro EINDHOVEN. La Philips sceglie la linea dura. Il nuovo presidente della società elettronica olandese, Jan H. Timmer, ha annunciato ieri che lancerà un grande piano di ristrutturazione per superare la crisi in cui la Philips è piombata lo scorso anno. I risultati immediati saranno una perdita di 2 miliardi di fiorini olandesi (pari ad oltre 1300 miliardi di lire) nell'esercizio in corso e il taglio di 10 mila posti di lavoro. Intervenendo all'assemblea straordinaria degli azionisti Timmer ha annunciato che quest'anno gli utili della società saranno molto inferiori a quelli dell'89 e che nella seconda metà del '90 si dovranno accantonare 2,7 miliardi di fiorini (circa 1800 miliardi di lire) per fare fronte alle spese di riorganizzazione del colosso elettronico. Le perdite ipotizzate dal presidente sono quindi al di sopra delle previsioni che aveva fatto il 14 giugno scorso. In occasione della sua nomina, infatti, Timmer aveva parlato di un utile netto «molto basso» nell'intero 1990, rispetto ai 792 milioni di fiorini (515 miliardi di lire) del 1989, ma non aveva accennato alla possibilità che l'esercizio si chiudesse in passivo. I tagli all'occupazione colpiranno quasi esclusivamente l'Europa, dove il gruppo ha concentrato tutte le sue produzion strategiche. Spiegando la revisione delle stime per l'intero anno, il presidente ha detto che a giugno la società aveva messo in conto un costo di ristrutturazione di 400 milioni di fiorini; poi un'analisi più approfondita ha rivelato che la situazione del colosso elettronico era di gran lunga peggiore e si è passati a una previsione di 2,7 miliardi di fiorini. Lo sforzo maggiore di questa ristrutturazione dovrebbe essere indirizzato dai sistemi informatici e alla divisione componenti, i settori nei quali si registrano le perdite più consistenti, mentre non ci dovrebbero essere mutamenti nel campo dell'elettronica di consumo, l'unica divisione i cui risultati siano soddisfacenti. Tuttavia Timmer ha specificato che il grappo «non intende dire addio ai sistemi informatici». Immediata la reazione dei mercati finanziari. Alla Borsa di Amsterdam il prezzo del titolo Philips è sceso del 6,95% dopo le dichiarazioni di Timmer. A metà della giornata azionaria, le azioni Philips erano scambiate attorno ai 30,80 fio¬ rini, un ribasso di 2,30 fiorini rispetto alla chiusura precedente, ma in ripresa rispetto al livello di apertura, che era di 30,40 fiorini. Intanto il mondo dell'informatica è percorso da indiscrezioni secondo cui Tiri, la Thomson e la Siemens dovrebbero incontrarsi a breve scadenza per portare avanti i contatti sulla costituzione di una joint-venture comune nel campo dei semiconduttori che includa eventualmente quelli ad uso militare. L'accordo ruoterebbe intorno alla Sgs-Thomson, la jointventure paritaria italofrancese creata nel 1987 ed unica entità industriale europea in attivo nel settore dei semiconduttori. Sia Thomson (a causa della forte flessione delle vendite di materiale militare) sia Siemens sono in perdita nel settore dei semiconduttori, mentre la Philips che fino a qualche anno fa era il maggior produttore europeo, risente adesso della crisi che la ha colpita anche in questo settore. Proprio ieri la Sgs-Thomson ha comunicato che nel secondo trimestre del 1990 le sue vendite mondiali sono aumentate del 13% rispetto al corrispondente periodo del 1989 nonostante un calo generalizzato del mercato del 5%. In Europa, le vendite sono salite del 23%. [r.e.s.]

Persone citate: Thomson, Timmer

Luoghi citati: Amsterdam, Europa