Curcio: respingo Lenin e i giacobini di R. I.
Curcio: respingo Lenin e i giacobini Rinascita intervista il leader delle Br Curcio: respingo Lenin e i giacobini ROMA. Una critica ai modelli che hanno ispirato la cultura della rivoluzione, - il giacobinismo e il leninismo -, parole di pentimento nei confronti delle vittime della lotta armata. Queste alcune deile dichiarazioni in una inteivista del leader e fondatore delle Br Renato Curdo al settimanale «Rinascita». «Mi rendo conto di non avere parole adeguate da offrire e da offrirmi sulla cruda questione delle vittime - dice Curcio -. Di non conoscere le parole che sappiano parlare al dolore ineffabile di uhi e stato colpito nei suoi affetti più cari. Perciò mi congiungo nel silenzio al silen zio di chi ha conosciuto la mia stessa sofferenza». E a proposito dei riferimenti culturali: «Dopo l'esperienza compiuta mi interrogo sulla necessità di affrontare senza reticenze una rigorosa riconsiderazione dei modelli culturali che vent'anni or sono posi a fondamento dell'azione. Modelli ereditati da due precise tradizioni: la Rivoluzione francese delì'89 e quella bolscevica del 17 Mo¬ delli che "a cose fatte" non mi appaiono più suggestivamente invitanti e tentatori come mi apparvero allora». «Personalmente - ha detto ancora Curcio ■ sto interrogandomi a fondo. E l'esperienza che ho fatto negli anni passati mi spinge in questa direzione: indubbiamente, almeno nelle aree metropolitane, le suggestioni giacobine e insurrezionaliste, come pure le esperienze guerrigliere di ispirazione "tupamara", non sono più ragionevolmente proponibili». «Tuttavia - conclude - il condizionamento carcerario impedisce a me e agli altri compagni di dar corso a questa riflessione, E lo impedisce perché questa disponibilità a interrogarsi, pei non essere inficiata dal sospetto di opportunismo pei sonale, essendo un atto di libertà - di coscienza e di pensiero potrà essere compiutamente maturata soltanto in libertà. Perciò mi auguro che il Parlamento arrivi a una soluzione politica che chiuda un'epoca indubbiamente tragica», [r. i.]
Persone citate: Curcio, Lenin, Renato Curdo
Luoghi citati: Roma
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