A New York morire è un diritto

A New York morire è un diritto E' possibile designare una persona che decida se «staccare la spina» A New York morire è un diritto Lo Stato americano legalizza l'eutanasia WASHINGTON NOSTRO SERVIZIO" Il diritto di morire è stato riconosciuto nello Stato di New York. Il Parlamento ha approvato la legge a grande maggioranza (116 democratici su 144, 51 repubblicani su 57) ed è previsto che la nuova nonna venga firmata dal governatore Mario Cuomo senza obiezioni. Il caso (vale a dire il fatto che il Parlamento si trovasse a votare una legge che riguarda vari problemi, fra cui alcuni cambiamenti nelle forme dell'assistenza ospedaliera) ha voluto che fosse proprio New York, cioè lo Stato americano che finora aveva le leggi più restrittive in materia, ad adeguarsi per primo alla sentenza emessa pochi giorni fa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Il diritto di morire, come si sa, viene invocato dai parenti di coloro che sono tenuti in vita da una serie di artifici tecnologici, ma che non hanno nessuna speranza di riprendere un giorno conoscenza. Morti clinicamente, sono considerati formalmente in vita anche se l'unica fonte della loro vita è il congegno elettronico che impone al cuore di continuare a battere, la flebo che li nutre artificialmente o, addirittura, la macchina che impone la dilatazione e la contrazione dei polmoni, ormai incapaci di farlo da soli. Più che un prolungamento delle loro esistenze - sostengono da molto tempo i parenti di questi malati (circa ventimila in tutti gli Stati Uniti) e alcune associazioni nate ad hoc - si tratta di un prolungamento della loro morte. Ma finora nessun intervento è stato possibile, perché la legge americana non riconosce ad alcuno (né medico né parente) il diritto di staccare la spina. Una settimana fa la Corte Suprema - massima istanza che stabilisce cosa è permesso e cosa è proibito dalla Costituzione - ha emesso una sentenza che, di fatto, ha negato ai genitori di Nancy Cruzan, una ragazza del Missouri da otto anni in coma profondo, il diritto di bloccare la macchina che la tiene in vita, ma allo stesso tempo ha stabilito il principio che di fronte a una chiara prova della volontà del malato di porre fine al suo simulacro di esistenza, quel diritto non può essergli negato. Nella sentenza c'era anche un'invito concreto ai singoli Stati a darsi una legislazione capace di mettere insieme quella chiara prova. E lo Stato di New York ha ri¬ sposto per primo. In base alla legge appena votata, ognuno può designare, per iscritto e di fronte a testimoni, una persona che in caso di bisogno sia abilitata a decidere, per l'appunto, se staccare o no la spina, visto che l'interessato, ovviamente, non sarà in grado di farlo da solo. Medici e infermieri, dice la legge, non potranno essere designati, ma nel caso in cui ci sia da prendere una decisione estrèma la persona a suo tempo designata potrà chiedere il parere di un medico sulle condizioni del malato. E in quel caso non ci saranno ripercussioni legali né per il medico né ovviamente per la persona chiamata a decidere. I limiti di questa legge, rispetto alla situazione esistente, sono evidenti. Il problema dei ventimila pazienti nel limbo, con i loro cari incerti fra il piangere la loro morte e il continuare, nonostante tutto, a sperare in un loro recupero, non è risolto, e molti dubitano dell'efficacia di questa norma a causa della difficoltà di prendere una decisione del genere prima che si verifichi la necessità di prenderla. Ma è certo che la legge varata a New York mette questo problema in primo piano, in attesa che la Corte Suprema come commentava ieri il «Washington Post» - si accorga di vivere in questo secolo. II passo avanti più concreto che viene sottolineato, comunque, è che grazie a questa legge viene stabilito il principio che la vita o la morte di quei pazienti condannati possa essere decisa da qualcun altro. Il passo successivo, dicono i sostenitori del diritto di morire, dovrà essere quello che un parente prossimo possa decidere, anche senza designazione preventiva. E' ciò che hanno sostenuto la settimana scorsa quattro giudici della Corte Suprema. Ma i giudici di parere opposto erano cinque. [f. P-]

Persone citate: Mario Cuomo, Nancy Cruzan

Luoghi citati: Missouri, New York, Stati Uniti, Washington