La palude dei burocrati è ancora maggioranza

La palude dei burocrati è ancora maggioranza La palude dei burocrati è ancora maggioranza Pochi i delegati riformisti, in calo operai e donne, in ascesa i militari MOSCA NOSTRO SERVIZIO La piattaforma che raccoglie i democratici spera di poter contare su due milioni e mezzo di simpatizzanti nel pcus, vale a dire su circa il 15% dei membri del partito. La cifra non è verificabile, ma il numero dei delegati al 28° congresso che si riconoscono in questo movimento «radicàl-riformatore» è ben lontano dal corrispondere al suo uditorio: sono non più di un centinaio sui 4683 delegati eletti per questo congresso, vale a dire appena il 2%. Un'altra anomalia: tra i 300 delegati di Mosca, il 48% è composto da funzionari di partito e un altro folto gruppo (il 20%) raccoglie burocrati di diverso grado. Se gli intellettuali, gli scrittori e i giornalisti - che formano il nocciolo del progressismo moscovita - erano scarsamente rappresentati già al congresso del pc russo, lo sono ancora meno al congresso federale, dove i delegati dell'Ucraina, della Bielorussia e dell'Asia centrale aggiungono nuovi battaglioni di apparateik al contingente russo. E' proprio lì che bisogna cercare la spiegazione dell'onda conservatrice, che ostacola i tentativi di riforma del partito, oltre che una delle ragioni delle difficoltà di Gorbaciov. ■ Quest'ultimo aveva presentito il pericolo. Proponendo al Comitato centrale - il 5 febbraio - di anticipare all'inizio di luglio la data del congresso, chiedeva che i delegati fossero eletti nel corso di «autentiche elezioni», elezioni nelle quali «il ruolo decisivo sarebbe stato giocato dai comunisti e dalle organizzazioni di base». Ma nel Plenum seguente ni marzo - il tono era cambiato. Citando le discussioni che si erano svolte tra i comitati di base e le organizzazioni regio¬ nali, il Segretario generale dava ragione a queste ultime, che «decideranno esse stesse il modo con cui eleggere i delegati». La risoluzione votata alla fine del Plenum precisava che le liste dei delegati sarebbero state «costituite e presentate dalle conferenze delle regioni o dei territori, oltre che dai congressi delle Repubbliche». Così i «macro-apparati» - le federazioni regionali ^prendevano la situazione in mano e, una volta in più, avevano ragione della base. Si ritornava al sistema in vigore nei congressi del passato compreso il 27°, tenuto nel 1986, la cui convocazione, un anno prima, aveva già previsto delle elezioni «da parte delle conferenze delle regioni, dei territori e del congresso dei pc delle Repubbliche». Ci sono però alcune differenze. In primo luogo, ora gli apparateik hanno talmente sentito il vento del cambiamento che hanno abbandonato la «cosme si proletaria», che tanto a lungo era servita loro da paravento. La proporzione di «operai d'assalto», di kolkoziani e di «altri semplici cittadini» è in caduta libera, tanto che il «centro» ha finito per rinunciare a imporre delle quote prestabilite. Gli operai formano l'I 1,6% del totale dei delegati contro il 42% di quattro anni fa, i contadini il 4,8% contro il 9% e non rimangono che 344 donne (il 9,3%) contro le 1258 (il 25%) del 1986. Per compensare questa anomalia rispetto al mito del «partito operaio», sono state incitate alcune centinaia di proletari. Ma, se ci si basa sui precedenti dei congressi russi, la loro credibilità di classe è ormai in forse: un delegato di Leningrado aveva scoperto tra i loro ranghi numerosi professori universitari reazionari ripescati, dopo es sere stati battuti alle elezioni. Altra differenza: le elezioni hanno avuto esiti contraddittori in molte circoscrizioni e, in alcuni casi, si sono dimostrate difficili, ma non per tutti. Ligaciov - capofila dei conservatori - è stato eletto delegato con l'80% dei voti a Belgorod, sconfiggendo altri due candidati. Gorbaciov, invece, non ha raccolto che il 61% dei suffragi in una circoscrizione di Mosca: più di un terzo degli elettori gli aveva preferito l'operaio Valeri Baranov. Quanto ai militari - che al congresso sono 269 - sono rap presentati da tutti i loro leader: non solo il maresciallo Iazov e il generale Moisseev, ministro della Difesa e capo di Stato Maggiore, ma anche il generale Rodionov, l'uomo che ha diretto la repressione di Tbilisi (20 morti nell'aprile 1989) e che è stato rimosso in modo più che onorevole essendo stato nominato responsabile della principale accademia militare del Paese. Pei non parlare del generale Makachov. comandante della legione militare VolgaUrali, che ha suscitato grande clamore al congresso russo, quando ha attaccato senza mezzi termini la politica intei ■ na ed estera di Gorbaciov. Tutti questi delegati svolgono una funzione solo momentanea, a differenza dei deputati del Soviet supremo che non hanno tardato a prendere coscienza della loro funzione di parlamentari pi ofessionisti e a sottolineare la loio indipenden za, i delegati del pcus non hanno abbandonate i loro ruoli ne gli appaiati locali di partito, che ripi elideranno non appena I il cuugiassc tei minerà. Una rai gionc in più per difendere il lc! ro poteic e i loro privilegi, o ai| meno di ciò che ne resta. Michel Tatù Copyright .-.Le Mondee per ! Italia -<La Stampa

Persone citate: Gorbaciov, Iazov, Ligaciov, Michel Tatù Copyright, Moisseev, Rodionov, Valeri Baranov

Luoghi citati: Bielorussia, Italia, Leningrado, Mosca, Ucraina