Inghilterra-Camerun, i ruggiti dei leoni

Inghilterra-Camerun, i ruggiti dei leoni Oggi a Napoli la storia del calcio scrive una pagina inedita: i vecchi maestri contro la forza emergente Inghilterra-Camerun, i ruggiti dei leoni Nessun paese africano ha mai battuto gli inglesi nel football NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO La grande storia del calcio, già ricchissima di sfide ed eroi, scrive oggi a Napoli un nuovo capitolo. Comunque finisca, la partita fra Inghilterra e Camerun, leoni contro leoni, è già segnata dal destino: i vecchi maestri, gli inventori, gli inglesi che un tempo possedevano le chiavi del mondo affrontano il calcio emergente, il futuro forse, l'espressione migliore, ma non unica, di un continente in possesso di enormi risorse umane e psicologiche. La tradizione contro l'entusiasmo, in un certo senso, anche se le vicende del Mondiale, finora, hanno ribadito che nel gioco del pallone non esistono più sorprese. E nemmeno frontiere, a ben vedere, perché il trionfo della comunicazione di massa e della tecnologia non permette più di coltivare in segreto tattiche e schemi. Oggi tutto è simile, equilibrato. Non ci sono più vittime predestinate, e la differenza fra due squadre, sottile ormai, viene quasi sempre fatta dai campioni, dagli uomini, e non dai disegni sulla lavagna che sono in verità l'ultima alchimia del calcio. Se i leoni bianchi dovessero perdere, oggi al San Paolo, per l'Inghilterra non sarebbe un disonore, ma solo una grande delusione. Bobby Robson ha risposto così, alla nostra domanda, e non ci è parso che raccontasse una bugia. Il tecnico inglese ha aggiunto con molta serietà che la gente va aiutata a capire che il calcio è imprevedibile, livellato. Forse qualche anno fa un incontro di questo tipo, nei quarti di finale poi, una cosa impensabile, sarebbe stato oggetto di attenzioni diverse. Avrebbe prevalso il colore, nella descrizione dei protagonisti, e i leoni neri sarebbero stati osservati con curiosità, più che con rispetto per le loro qualità tecni¬ che ed agonistiche. Oggi invece le due squadre sono sullo stesso piano, in tutti i sensi, e le dichiarazioni di reciproca stima appaiono genuine e non dettate dalla retorica un po' banale che accompagna sempre i discorsi della vigilia. Non ci sono pronostici, favoriti, vincitori e vinti in partenza. A noi sembra che l'Inghilterra possieda qualcosa di più, sul piano dell'organizzazione collettiva e della qualità dei singoli, ma il divario può essere facilmente colmato dalle motivazioni degli africani, che potranno contare non solo sulla simpatia e il tifo dei napoletani, aspetto non trascurabile, ma anche sulla fresca e insieme antica fame di successi e sull'esigenza profonda e istintiva di rappresentare il futuro non solo sportivo di un continente intero. Nessun Paese africano ha mai battuto l'Inghilterra, nel calcio, ed ecco che l'occasione si presenta addirittura nei quarti di finale di un campionato del mondo: non abbiamo dubbi, il Camerun raddoppierà le sue forze. I vecchi maestri inglesi, in realtà, sono alle prese con nuovi problemi. Dopo anni di immobilismo, di cieca fiducia nel calcio dei loro avi, hanno dato inizio proprio qui ai mondiali ad una inaspettata rivoluzione. Diretta da Bobby Robson, paradossalmente, che in otto anni di panchina si era dimostrato il più tradizionalista dei tecnici. Tattica, schemi, mentalità: tutto è stato rimesso in discussione per restituire alll'Inghilterra del calcio il suo posto al sole. Dunque anche alla squadra di Sua Maestà le motivazioni non mancano. A parte il Mondiale vinto in casa, nel '66, gli inglesi non hanno mai raggiunto le semifinali, come il Camerun, ovviamente. Sono stati battuti cinque volte nei quarti. Sul piatto, insomma, c'è anche un pezzo di storia. Carlo Coscia Bomber inatteso. Milla visto da Bruna: l'attaccante del Camerun ha già segnato quattro gol Pronto a graffiare. Lineker, visto da Bruna come un leone bianco, ha recuperato e vuol segnare

Persone citate: Bobby Robson, Bruna, Carlo Coscia, Lineker