Ancelotti pensa a Maradona e tocca ferro di Fabio Vergnano

Ancelotti pensa a Maradona e tocca ferro Ancelotti pensa a Maradona e tocca ferro De Napoli: Diego è un fratello, ma io non sono ingenuo comeAlemao ROMA DAL NOSTRO INVIATO Cinquantamila palermitani in piazza per Schillaci, ma Roma non è meno pazza di gioia. Ha salutato gli azzurri dando loro appuntamento per domenica prossima. Finalmente gli azzurri sono felici. Essere entrati nell'elite del calcio mondiale è motivo di grande orgoglio per tutti ed ognuno può liberare la propria gioia. Nel garage dove i giornalisti sono costretti a svolgere le loro interviste c'è una bolgia dantesca. Ad aumentare la confusione pensa il questore Improta, che nel tentativo di portare ordine crea una confusione incredibile e litiga con tutti. Poi irrompe addirittura un drappello di tifosi e siamo al melodramma. I giocatori faticano a fendere il muro umano di fronte a loro. Come apripista mandano Boniperti, il capodelegazione, accaldato ed emozionato: «Se questi irlandesi non perdevano da diciassette partite non era affatto casuale. Ve lo avevo detto, io conosco bene il calcio britannico, lo ammiro. Che grinta, che carica agonistica. Ora godiamoci questo successo, ma non montiamoci la testa, ci sono ancora due domeniche di mezzo». Ride subito Boniperti per il lapsus ed aggiunge: «Visto Schillaci? Al suo gol tutti mi hanno abbracciato, nemmeno fosse merito mio. La" sua dote principale è il senso del gol, ma ne ha tante altre e neppure troppo nascoste». Si eclissa Boniperti e spunta Donadoni. Un rientro prezioso il suo. Spiega: «Abbiamo sofferto molto nei primi minuti, i più terribili. Loro erano molto coperti e noi troppo sbilanciati sulla destra. Purtroppo non si può giocare s.empre bene, ma in partite come questa servono altre qualità. Quelle di Schillaci per esempio, che ha saputo sfruttare a meraviglia quel mio tiro che Bonner ha parato con difficoltà». De Agostini riesce finalmente a esprimere tutta la propria gioia: «E come potrei non essere felice visto che siamo tra le prime quattro squadre al mondo? Io sono ritornato al vecchiio ruolo, ma sapete bene che per questa nazionale sono disposto a tutto. Ora Maradona. Non ci spaventa Diego, perchè deve sapere che noi puntiamo molto in alto. Cinque partite, nessun gol subito. Non ho mai giocato in un squadra così bella. Anche con l'Eire, la squadra più forte incontrata finora, abbiamo giocato in modo molto saggio, aspettandoli e puntando sul contropiede. Napoli sarà tutta per noi. Non posso neppure immaginare che i napoletani tifino per Maradona». Ancelotti, come previsto, ha avuto la sua parte di gloria: «Partita difficile, difficile da interpretare. Ma il bello di questa nazionale è che non molla mai, affronta e supera qualunque difficoltà. Ora rischiamo, non perchè l'Argentina sia una squadra forte, ma perchè è molto fortunata». A Maldini è toccato il compito più ingrato. Vicini gli affidato quel lungagnone di Quinn, ma lui non ha battuto ciglio: Confessa: «Lasciatemelo dire, ho giocato la più bella partita di questo mondiale in un ruolo, quello di stopper, che non è proprio il mio. Vi raccomando quel Quinn: non mi era mai capitato di marcare un giocatore alto così. Siamo tra le prime quattro del mondo, ma abbiano di fronte anche un certo Maradona. Non so se mi spiego». Vicini ha fatto tirare il fiato a Giannini. Lo meritava dopo tante partite senza respiro. Il «principe», che indossa una tuta della nazionale irlandese, spiega: «La sostituzione era prevista, è giusto che tirassi un po' il fiato. Non pensavo che fosse così difficile battere questa Eire. Loro cercavano i lanci lunghi, noi rispondevamo con un fraseggio breve. Poi dopo il gol di Schillaci ci hanno pressati, hanno cercato di chiuderci, ma noi ci siamo rivelati più esperti. Ora il nostro nemico più pericoloso non è Maradona, ma lo stress. E purtroppo con l'Argentina ci attende un'altra battaglia. Finora li abbiamo sempre battuti. Speriamo porti bene». De Napoli è al settimo cielo: «Cosa potevo pretendere di più. Giocare una semifinale così importante proprio davanti al mio pubblico e con Maradona di fronte. Sarà una partita da soffrire fino in fondo e se mi toccherà Diego non farò come Alemao, una pedata se sarà il caso non gliela, negherò. I tifosi saranno tutti per noi, ma non fischieranno Diego». Solo Baresi mantiene una calma olimpica. Spiega: «Se non perdevano da due anni questi irlandesi ci sarà pure un motivo. Noi non abbiamo avuto fretta di batterli e con Tanna dell'umiltà alla fine ci siamo riusciti». Battutaccia di Tacconi su Maradona: «Saranno cavoli suoi. Sarà importante per noi, ma soprattutto per lui che non si aspettava di essere in semifinale». Fabio Vergnano A, Il duello. Baggio tenta di liberarsi dalla marcatura implacabile dell'irlandese Moran

Luoghi citati: Argentina, Eire, Napoli, Roma, Tacconi