Va in tribunale l'alleanza Time-Parretti

Va in tribunale l'alleanza Time-Parretti Sfuma l'acquisto della Mgm, si litiga sul magazzino film di United Artists (da 007 a Rocky) Va in tribunale l'alleanza Time-Parretti // colosso americano chiede 100 milioni di dollari per danni LOS ANGELES. Ormai questa storia di finanza nel cinema può rivaleggiare con la trama più complicata. Nel giro di due giorni i colpi di scena si sono moltiplicati. Prima la Time Warner ha rotto i rapporti con la Pathé di Giancarlo Parretti e con la Sasea di Florio Fiorini, facendo mancare il sostegno finanziario necessario (650 milioni di dollari) alla coppia dei finanzieri italiani per l'acquisto della Metro Goldwyn Mayer, la mitica Mgm. Poi Parretti ha messo all'asta il magazzino film della United Artists (da James Bond a Rocky), già promesso a Time Warner: prezzo, sempre 650 milioni di dollari. Il magazzino film, infatti, era non solo la garanzia dei prestiti di Time (secondo l'interpretazione di Pathé), ma anche qualcosa di più (interpretazione da parte Usa). Infine, ecco un nuovo colpo di scena, forse il colpo di grazia per il finanziere italiano Giancarlo Parretti: la Time Warner ha citato in tribunale la Pathé Communications chiedendo un risarcimento di 100 milioni di dollari. La società di Parretti avrebbe infatti rotto unilateralmente un contratto in base al quale la Time Warner avrebbe ottenuto i diritti di distribuzione sui film della Pathé e della United Artists. Si conclude così a colpi di carta bollata la storia di un'iniziale alleanza tra due colossi del cinema mondiale. Queste difficoltà si aggiungono agli ostacoli che Parretti continua a trovare in Francia ove il governo ha chiesto un supplemento di indagini sull'origine dei capitali con cui Parretti ha potuto acquisire il controllo della Pathé. La situazione, insomma, non sembra facile anche perché il gruppo Sasea, leva finanziaria principale di Parretti, detiene pacchetti di Mgm a valori notevolmente superiori alla quotazione della Mgm sul listino di Wall Street. L'amicizia tra le due compagnie cinematografiche era nata il 9 aprile scorso, quando la Warner si era accordata con la Pathé per un finanziamento di 650 milioni di dollari in cambio dei diritti di distribuzione dei nuovi film della Pathé e della United Artists, e per l'acquisto della preziosa cineteca della United Airlines. Una clausola di questo accordo prevedeva che la Pathé fornisse i restanti 450 milioni per l'acquisto della Mgm/Ua senza ricorrere ad altri finanziamenti. In base all'atto di citazione depositato presso un tribunale di Los Angeles, la Pathé «si è comportata come se il contratto le desse un'opzione unilaterale per decidere quali obbligazioni discendenti dal contratto stesso dovesse rispettare e qua¬ li diritti della Time Warner potessero essere ignorati». Un portavoce della Pathé, Craig Parsons, ha dichiarato che «nessuno di noi ha visto l'atto di citazione». E quindi non era possibile rilasciare commenti in proposito in casa Pathé si minimizza, dunque, si fa finta di niente. Persons ha aggiunto che «la situazione dal nostro punto di vista, non è così critica». Ma con questa ulteriore mossa da parte della Time Warner, diventa sempre più difficile per Giancarlo Parretti completare la fusione tra la Pathé e la Mgm/Ua. Gli analisti di Wall Street ritengono che non vi siano ormai più speranze per la Pathé: «in questo momento, le possibilità che Kerkorian firmi un accordo con Parretti vanno dallo 0 allo 0,001%», ha detto ironicamente David Londoner, analista della Wertheim Schroder. [r. e. e]

Luoghi citati: Francia, Los Angeles, Usa