Al processo Fiat il pretore rinvia di Claudio Cerasuolo

Al processo Fiat il pretore rinvia Protestano i difensori dell'azienda: questa ordinanza a sorpresa del magistrato è immotivata Al processo Fiat il pretore rinvia Guariniello si prende altri 7 giorni per decidere sulle sale mediche TORINO. Dopo un'interruzione di quasi un mese per decidere se applicare o no l'amnistia chiesta dal pm, Francesca Christillin, il pretore Raffaele Guariniello si è preso un'altra settimana di tempo, rinviando a sabato il processo per le presunte violazioni dell'articolo 5 dello Statuto dei lavoratori, che vieta ai medici aziendali certificazioni e controlli sugli infortuni aziendali. Il 7 giugno scorso il pm aveva chiesto l'applicazione dell'amnistia: «In ogni caso i reati contestati ai vertici della Fiat, l'amministratore delegato Cesare Romiti, e i dirigenti Michele Figurati, Maurizio Magnabosco e Vittorio Omodei, sarebbero stati commessi prima del 24 ottobre scorso». Ieri, nell'affollatissima aula della pretura, colpo di scena e nuovo rinvio. Scrive Guariniello nell'ordinanza: «Il 7 giugno scorso gli imputati mi hanno fatto avere una lettera in cui dichiaravano: "La sopraggiunta amnistia, facendo venir meno anche formalmente l'oggetto della controversia giudiziaria, appare atta a creare un risultato opportuno ed auspicabile nella nuova realtà venutasi a creare". E dichiaravano ancora, che, "pur contestando la fondatezza delle accuse, avevano disposto la cessazione della tradizionale attività delle sale sanitarie aziendali, attività per altro ben nota a tutti, pubblici e privati, da decenni". Ebbene, entrambe le affermazioni non hanno chiarito se gli imputati volessero l'amnistia o un'assoluzione nel merito. In questo secondo caso, non può esserci una sentenza di proscioglimento nella^ fase predibattimentale». Immediata la replica dei difensori Vittorio Chiusano, Umberto Minni, Ennio Festa e Adolfo Gatti di Roma. «Esprimiamo il nostro totale dissenso - ha esordito Chiusano, il quale, dopo aver ribadito che era stato lo stesso pm a chiedere l'amnistia, ha aggiunto -. Quello che avevano da dire gli imputati lo hanno detto nella lettera e la legge vieta al magistrato altri atti istruttori quando sia applicabile l'amnistia. Sin dai pruni interrogatori gli imputati hanno contestato le accuse, non è un fatto nuovo emerso solo in quella lettera. L'amnistia non è un istituto per i colpevoli ma un provvedimento che il giudice deve applicare prescindendo da ogni ulteriore accertamento istruttorio, vietatogli dalla legge». Per Festa la conclusione dell'ordinanza non ha fondamento. Dello stesso parere il pm: «L'inciso "sentite le parti" va riferito esclusivamente ad eventuali opposizioni degli imputati o delle parti civili. I primi non hanno rinunciato all'amnistia e i secondi si sono rimessi alla decisione del pretore. Spetta soltanto al magistrato decidere se sia applicabile o no l'amnistia». «I dubbi del pretore erano del tutto gratuiti, mi sono sembrati un'escamotage» ha concluso Chiusano. E Gatti: «Per me che vengo da un altro foro, quanto sta accadendo in questo processo è stupefacente. In gergo noi diciamo che l'amnistia fulmina il reato. Che aspetta allora il pretore ad applicarla? Mi sembra di essere in un processo per duplice omicidio. La stessa parte civile non ha fatto richieste». Cosa accadrà il 7 luglio? Il pretore Guariniello dice: «Lo scenario giudiziario è molto ampio». Potrebbe applicare l'amnistia e chiudere il caso; oppure applicare il beneficio ma inviare nello stesso tempo gli atti alla Procura per gli eventuali reati compiuti dopo il 24 ottobre. O aprire regolarmente il processo ritenendo che le violazioni dell'art. 5 siano reati permanenti, quindi non coperti dall'amnistia. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Roma, Torino