Ddr in Occidente, brindisi e scioperi di Tito Sansa

Ddr in Occidente, brindisi e scioperi GERMANIE All'Est si scatena la paura per i rischi di licenziamenti e i salari più bassi Ddr in Occidente, brindisi e scioperi Da oggi l'unione monetaria: non solo feste BERLINO EST DAL NOSTRO INVIATO L'«ora zero», quella dell'unione economica e monetaria tra le due Germanie, è scattata. A mezzanotte, quando l'orologio de! «Municipio rosso» a Berlino* Est ha battuto l'ultimo dei dodici rintocchi, sull'Alexanderplatz la nuova filiale numero 6 della Deutsche Bank ha inaugurato gli sportelli e ha cominciato a distribuire marchi occidentali al cambio di 1 a 1 a chi nei giorni scorsi aveva aperto un conto. Hanno potuto aprire i conti anche i bambini nati prima della mezzanotte, gli ospedali informano che vi sono stati diversi parti accelerati su richiesta delle madri interessate a non perdere l'occasione di cambiare il denaro alla pari. «Adesso siamo in Occidente» ha annunciato l'oste della ((All'ultima istanza» (a fianco del Palazzo di Giustizia) che fino alle 23,59 aveva accettato gli ultimi deprezzati marchi della Ddr, usciti per sempre dalla circolazione. E ha stappato molte bottiglie di spumante, facendosele naturalmente pagare in marchi occidentali. In tutto il Paese, specie nei luoghi di vacanza, erano state organizzate feste per dare salutare l'arrivo del marco di Bonn, che porterà il benessere (a Berlino Est nella ex sede della famigerata Stasi). L'atnosfera era quella del Leichenschmaus (il tradizionale rinfresco dopo i funerali), un misto di tristezza e di gioia. «La notte scorsa è stata grandiosa, abbiamo anticipato il capodanno dell'Anno Duemila - scrive il quotidiano Neue Zeit - abbiamo cominciato un nuovo millennio». Ma non tutti nella Ddr hanno festeggiato. Prima ancora che l'«ora zero» arrivasse, i sindacati avevano scatenato la lotta per i salari e i posti di lavoro. Ha minacciato di scioperare la Interli ug, la compagnia aerea della Ddr, per bloccare per la prima volta nella storia il traffico su tutti gli aeroporti, hanno sospeso il lavoro per quattro giorni gli addetti alla Nettezza urbana e Berlino è colma di immondizie, hanno organizzato astensioni per domani lunedì centinaia di aziende in tutto il Paese. Chiedono aumenti salariali e il blocco delle decine e decine di migliaia di licenziamenti già deci¬ si. I dirigenti delle fabbriche hanno risposLo che non c'è alcuna via d'uscita ora che tutte le sovvenzioni dello Stato sono state abolite. Non c'è denaro nelle casse e le aziende per tenersi in piedi con i propri mezzi devono tagliare i rami secchi. Però inesperti come sono di lotte del lavoro che non sono mai esistite in quarant'anni hanno subito ceduto. I duemila licenziamenti decisi per domani alla Interflug sono stati revocati, agli addetti della Nettezza urbana è stato concesso un aumento salariale del 33% e tutti sono tornati al lavoro. Incoraggiati dai successi altrui hanno minacciato di scioperare anche gli intellettuali e gli artisti - i giornalisti, i registi della casa cinematografica Defa, gli attori, i pittori, i musicisti, i professori universitari. Per decenni sono stati privilegiati, hanno goduto del soldo dello Stato (chiamate «il soldo del silenzio»), hanno avuto la possibilità. di uscire e di andare all'estero. Ora, con lo stralcio delle sovvenzioni, la radio, la televisione, la Defa, i teatri, le università si trovano con le casse vuote. Dice il ministro dell'Istruzione, professor Hans Joachim Mayer, «i docenti chiedono di rimanere in cattedra, gli studenti vogliono borse di studio adeguate. Ma cosa posso fare se non ho neppure i soldi per pagare i conti del telefono e della luce?». Ieri l'altro circa 10 mila tra giornalisti e dipendenti della radio e della televisione e artisti hanno dimostrato sull'Alexanderplatz contro i licenziamenti di 1400 persone decisi per lunedì 1° luglio. L'intendente generale della radio Manfred Klein ha rivelato che per il prossimo semestre mancano 31 milioni di marchi (circa 22 miliardi di lire) e che «non c'è scelta». Si è visto allora che i giornalisti della Ddr, fino a ieri membri della nomenklatura, ormai contano ben poco. Che scioperino pure - gli è stato detto brutal¬ mente - che la radio e la televisione tacciano, che i giornali non escano. I quotidiani della Germania Federale, che già arrivano (nella Ddr la Bild vende ogni giorno quasi 1 milione di copie), le radio e le televisioni occidentali che vengono ascoltate in tutte le case, sono pronti a prendere il loro posto, non aspettano altro. A queste parole la manifestazione si è sciolta in un deprimente silenzio. Tra gli intellettuali della Ddr, che si sentono emarginati dopo essere stati protagonisti della «rivoluzione incruenta» dello scorso autunno, circolano voci allarmistiche. Rolf Zimmermann, regista di documentari, da sempre anticomunista e perseguitato dal regime, dice: «Mi aspettavo l'aiuto dei colleghi dell'Occidente, invece scopro che essi vogliono annientarci con il pretesto che siamo di sinistra. La verità è che hanno paura della nostra concorrenza». Tito Sansa Una coda davanti a una banca nella moribonda Ddr: ieri è stato l'ultimo giorno utile per cambiare la moneta della Germania orientale, da oggi il Deutsche Mark impera a Est come a Ovest [FOTO AP)

Persone citate: Hans Joachim Mayer, Manfred Klein, Rolf Zimmermann