Il come eravamo del pcus di E. S.

Il come eravamo del pcus Il come eravamo del pcus «Quanto siamo cambiati in 4 anni» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sono passati appena quattro anni, ma il 27° Congresso del pcus sembra già preistoria. Alla vigilia del 28°, uno dei settimanali di punta della perestrojka, «Moskovskie Novosti», si è divertito a ricostruire il «come eravamo» dei comunisti sovietici. E lo ha fatto con una ironia tagliente. «Quattro anni per aprire gli occhi» è il titolo di una doppia pagina centrale nella quale spicca una foto della tribuna degli invitati sulla quale si vedono fianco a fianco il romeno Nicolae Ceausescu, il bulgaro Todor Jivkov, il cecoslovacco Gustav Husak e il tedesco Erich Honecker con una didascalia che dice: «dove sono andati a finire?». Certo, il 25 febbraio del 1986 Michail Gorbaciov era già segretario generale del pcus. Lo era diventato nel marzo dell'85 alla morte di Konstantin Cernenko e il 27° Congresso rappresentò proprio la sua consacrazione come leader. Ma la perestrqjka, allora, muoveva soltanto i primi passi. An¬ zi, si chiamava ancora «ufikorenie»: accelerazione. Accelerazione dello sviluppo in contrasto con il periodo di «zastoi», la stagnazione del lungo regno di Leonid Breznev. E Gorbaciov fu costretto a molti compromessi con l'apparato che era dominato dai conservatori. L'idea del rinnovamento, naturalmente, fu approvata, ma all'interno di confini ben precisi: «Lo sfruttamento di tutte le immense possibilità e di tutti i vantaggi del sistema socialista» e del «ruolo guida del partito, nucleo dirigente di tutte le maglie della società». Sono frasi del documento finale approvato all'unanimità dal 27° Congresso e sono lontane anni luce dalle tesi del 28° Congresso che proclamano la fine del dominio del partito sullo Stato e che aprono la «società socialista» a «tutte le teorie progressiste» e alle prime dosi di economia di mercato. Ma ancor più sorprendente è la lettura degli interventi dei dirigenti di allora che «Moskovskie Novosti» ha ripubblicato. Per esempio, quello di Vi- ktor Chebrikov, allora capo del Kgb e membro del Politburo. «Gli avversari del socialismo vorrebbero silurare la fiducia negli ideali comunisti e rompere l'unità politica del partito e dello Stato. Questa è sovversione ideologica votata al fallimento», disse Chebrikov che, in pratica, bollava così la perestrqjka come un «atto di sovversione». E Victor Chebrikov è rimasto nel Politburo fino al settembre dell'89. La battaglia cominciata da Gorbaciov all'interno del partito nel 27° Congresso dell'86 è stata lunga. E' passata attraverso molti scontri nel Comitato centrale per rinnovarne i membri e ha raggiunto un primo porto nella 19a Conferenza del partito che Gorbaciov convocò nel giugno 1988. Era dal 1939 che il pcus aveva abbandonato la tradizione delle «Conferenze» — una specie di mini-Congressi — e il capo del Cremlino la ripristinò due anni fa per imporre nel partito le idee della perestrqjka ormai già perfezionate. Ma la fase decisiva di questa battaglia comincia domani. [e. s.]

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