Non c'è strappo fra Mediobanca e le Bin

Non c'è strappo fra Mediobanca e le Bin Firmata la convenzione: Comit, Bancoroma e Credit continueranno a finanziare l'istituto Non c'è strappo fra Mediobanca e le Bin Commissioni invariate e meno vincoli, Nobili soddisfatto ROMA DALLA REDAZIONE ROMA. Finite le manovre, chiusi gli intrighi che si erano sviluppati per settimane al confine tra politica e finanza: la convenzione di Mediobanca è rinnovata per tre anni con qualche lieve modifica. Le tre banche Iri (Commerciale, Credito italiano, Banco di Roma) continueranno a rifornire di risparmio Mediobanca collocando le sue obbligazioni in cambio di una commissione per ora invariata e come prima rivedibile. Unica novità è che si attenua il vincolo dell'esclusiva. Non ci sarà la disdetta, per la quale oggi 30 giugno era l'ultimo giorno valido; disdetta che avrebbe richiesto una lunga trattativa e che era la soluzione preferita da una parte del mondo politico. Soprattutto all'interno della de le critiche alla gestione di Mediobanca si erano fatte pesanti. Pare che Iri e Banco di Roma avessero già le lettere pronte; ma ha prevalso il parere contrario di Credit e Comit, nonostante i loro vertici siano stati appena rinnovati con una più ampia intromissione politica. Così il presidente dell'Iri, Franco Nobili, che si era espresso pubblicamente in favore di una revisione ampia del patto, dà ora «un giudizio estremamente positivo» dell'intesa raggiunta. Con la convenzione rinnovata le tre Bin (banche di interesse nazionale) potranno collocare certificati di deposito con scadenza superiore ai 18 mesi non solo per Mediobanca, ma anche per sé o per nuove società di area Iri, non però per altri istituti di credito a medio termine concorrenti di Mediobanca. In dettaglio, dal 1° gennaio 1991 (decorrenza della nuova convenzione triennale) Banca Commerciale, Credito Italiano e Banco di Roma potranno collocare emissioni di maggior durata per iniziativa propria di ogni singola banca, per iniziativa congiunta di tutte e tre, o per iniziativa di società del gruppo Iri. E' per esempio aperta la via al finanziamento di una eventuale «mediobanca del Sud», progetto assai caro a molti politici e sostenuto da Franco Nobili. La convenzione esistente veniva accusata di essere troppo favorevole a Mediobanca: le scolte della grande Banca d'affari sarebbero state sostenute da un afflusso di capitali a condizioni migliori di quelle correnti sul mercato, con danno per le tre banche Iri. Cifre alla mano, si è poi visto che non era così: lo 0,6% di commissione incassato dalle Bin era superiore, e non inferiore, a quanto mediamente percepito dalle altre banche che riforniscono altri istituti di credito a medio termine (0,4-0,5%). «Sostanzialmente in linea con il mercato» era stato il giudizio anche del ministro delle Partecipazioni statali, Carlo Fracanzani. Le cifre delle commissioni secondo la durata del vincolo, relative a istituti comparabili, come Centrobanca, Efibanca, Interbanca, Mediocredito lombardo, mostrano che la percentuale versata da Mediobanca alle tre Bin è sempre superiore tranne che in qualche caso sulle scadenze più lunghe. L'ammontare della commissione è comunque rivedibile secondo le condizioni del mercato. Sulle condizioni del rinnovo la discussione è stata vivace ma si è poi conclusa con generale soddisfazione; il presidente del Credit Natalino Irti, erroneamente indicato come fautore della disdetta, sembra abbia svolto un ruolo di ricucitura. Le pressioni di fonte politica si erano poi concentrate sull'«informazione» o «coordinamento»: in altre parole le tre Bin, azioniste maggioritarie di Mediobanca con il 25% complessivo oltre che fornitrici principali delle risorse, avrebbero dovuto avere più voce in capitolo nelle scelte operative della riservatissima banca d'affari. Quanto si sia veramente spostato questo equilibrio, dalle prime indiscrezioni è difficile capirlo. Franco Nobili

Persone citate: Carlo Fracanzani, Franco Nobili, Natalino Irti

Luoghi citati: Roma