Fuggito un altro sequestratore in permesso di L. Ca.

Fuggito un altro sequestratore in permesso Dopo quella dei rapitori della Mazzotti, una nuova evasione riapre la polemica sulle licenze facili Fuggito un altro sequestratore in permesso Era complice di Vallanzasca, doveva scontare ancora 18 anni ROMA. E' libero il braccio destro di Vallanzasca. Ma non è evaso in me do rocambolesco, né è stato scarcerato. Anche lui, come gii assassini di Cristina Mazzotti, non è tornato in cella al termine di un periodo di permesso. Osvaldo Monopoli, quarantasei anni, uno dei principali personaggi della banda del ((bel René», è stato coinvolto in numerose rapine negli Anni Settanta. E' considerato una delle menti dei sequestri di Simonetta Lorini e Maria Luisa Calatrò. Monopoli, che solo per il rapimento Lorini era stato condannato a diciotto anni di carcere assieme a Enrico Merlo (altro uomo di Vallanzasca), è uscito il 21 giugno scorso dal carcere di Opera, in provincia di Milano, con un permesso di cinque giorni. Ma la sera del 26 giugno non si è presentato al portone del carcere: di lui non è rimasta traccia. Le cronache nere dei giornali milanesi cominciano ad occuparsi di Osvaldo Monopoli verso la metà degli Anni Settanta, quando viene fermato e arrestato per rapina, associazione per delinquere, detenzione di armi e furto. Viene condannato a nove anni e rinchiuso nel carcere di Monza, dal quale il 25 gennaio 1977 evade in modo avventuroso, segando le sbarre della sua cella e calandosi sui camminamenti che circondano la prigione, appeso a lenzuola annodate. Pochi giorni dopo, però, viene catturato a Milano, in un appartamento di via Lassalle, dopo un assedio durato cinque ore. In quell'occasione con lui finiscono in manette Antonio Colia (detto «Pinella», conosciuto come l'uomo «duro» della banda Vallanzasca) e due donne. I due banditi, prima di consegnarsi, bruciano una parte del riscatto ottenuto per il rapimento di Emanuela Trapani (sequestrata a Milano il 13 dicembre 1976 e rilasciata il 23 gennaio 1977). Ma la fuga più famosa di Monopoli è quella del 24 aprile 1980, quando evade dal carcere milanese di San Vittore insieme con altri sedici detenuti, sia «comuni» (come lo stesso Renato Vallanzasca) sia «politici» (come Corrado Alunni, di Prima Linea). La sua latitanza dura dieci mesi: viene arrestato di nuovo il 17 febbraio '81 in un appartamento di via Muratori, a Milano, con Enrico Merlo, Ambrogio Castiglioni e Giovanni Riva. Nel periodo trascorso in libertà, Monopoli non è stato con le mani in mano: due sequestri di persona vengono attribuiti a lui direttamente e al suo complice Enrico Merlo, quelli di Maria Luisa Calatrò (rapita a Milano il 13 maggio 1980 e libe¬ rata nei pressi di piazza della Repubblica il 4 luglio successivo) e di Simonetta Lorini (rapita a Vimodrone, in Lombardia, il 9 ottobre '80 e rilasciata a Milano il 9 novembre). La Lorini, si saprà poi, viene spostata da una prigione all'altra addirittura in vagone letto, col mitra sempre puntato contro e sotto la minaccia di una bomba a mano. Il 10 giugno del 1981 i rapitori di Simonetta Lorini vengono giudicati dal tribunale di Monza, che condanna Monopoli e Merlo a 18 anni. Ora la terza evasione del complice di Vallanzasca è destinata a riaccendere la polemica dei permessi ai rapitori. Dopo che gli assassini di Cristina Mazzotti non sono rientrati in carcere da una licenza premio, il ministro della Giustizia Vassalli ha proposto di modificare la legge Gozzini per evitare che i sequestratori possano ottenere permessi. [al. ca.]