Sul podio sale l'azionista-ecologista di Francesco Manacorda

Sul podio sale l'azionista-ecologista Sul podio sale l'azionista-ecologista Ma il gruppo gioca d'anticipo con una relazione sull'ambiente TORINO. Poco prima delle 11 Ermete Realacci, presidente della Lega per l'Ambiente, prende la parola. E' l'esordio del movimento ambientalista all'assemblea della Fiat. Dopo il suo discorso gli interventi degli azionisti-ecologisti seguono a raffica; finiranno alle tre del pomeriggio. Sul podio si succedono in diciotto, tutti con il grande distintivo giallo e verde della Lega all'occhiello. Ma Agnelli ha giocato d'anticipo contro l'«onda verde» che si abbatte sulla Fiat. Alle 10 e trenta aveva concluso così la sua relazione: «So che numerosi azionisti sono interessati a problematiche ecologiche e ambientali. Ritengo quindi opportuno informarvi in materia e prego il dottor Romiti di continuare l'esposizione». E Romiti parla di «compatibilità tra prodotti e impianti produttivi da un lato e qualità della vita dall'altro»; elenca le iniziative della Fiat per la riduzione delle emissioni inquinanti e il riciclo dei materiali e gli studi sul traffico; illustra «un impegno di ricerca, sviluppo e sperimentazione di 1200 miliardi in tre anni e che siamo pronti ad accrescere di altri 350 miliardi». Con 220 azioni della Fiat in tasca, per un controvalore di 2 milioni e mezzo, il drappello degli ecologisti arriva all'appuntamento deciso a far sentire le sue ragioni, per sostituire alla «qualità totale» la «qualità ambientale». Dall'altra parte trova un Agnelli che non si nega al dibattito - spesso rispondendo immediatamente agli interventi - e più tardi cinque alti dirigenti del gruppo che ribattono punto per punto alle critiche dei Verdi, contestano le loro cifre, spiegano i nuovi progetti. Da entrambi i lati, però, tutto si svolge all'insegna del massimo rispetto. Per gli azionisti «tradizionali» la prova è dura. All'inizio del decimo intervento, mentre si avvicina l'ora di pranzo, si alzano le proteste: «Basta», urlano in molti. Agnelli li invita alla calma: «Bisogna essere forti al momento giusto e pazienti al momento giusto». Il presidente della Lega precisa subito: «Non avremo un atteggiamento ostruzionistico ma porremo molte domande e molti problemi». E di domande da fare, i Verdi ne hanno veramente tante. Con una strategia a tappeto che affida ad ogni intervento un problema specifico, toccano infiniti temi: dalla politica dei trasporti, alla nocività del reparto di verniciatura dell'Alfa-Lancia di Arese, dal¬ l'«effetto serra», ai rifiuti della Snia di Colleferro, dai progetti per il motore pulito al peso degli armamenti nelle attività del gruppo Fiat. Realacci riconosce dei meriti alla Fiat: «Apprezziamo l'impegno a eliminare l'amianto dai freni e dalle frizioni delle vostre auto, ma ci farebbe più piacere se questi accorgimenti venissero adottati anche nelle produzioni all'estero». Il presidente della Lega chiede ancora che nella Fiat, accanto al bilancio economico, si faccia strada un bilancio di tipo diverso, di natura ecologica, che consideri l'impatto della produzione sull'ambiente. «Penso anche io che il bilancio economico e quello ecologico abbiano pari dignità - risponde Agnelli - ma bisogna considerare che il secondo non può esistere senza il primo». Per quanto riguarda la tutela dell'ambiente da parte dell'industria, ii presidente della Fiat afferma che si sta pensando a una certificazione ecologica internazionale, una sorta di marchio di qualità ambientale. E' il turno di Renata Ingrao, figlia di Pietro e segretaria generale della Lega. La Ingrao attacca la «superlobby» Fiat che, afferma, non vuole ridurre i mezzi di trasporto privati per favorire quelli collettivi, come gli autobus. «Attribuire i nostri profitti al fatto di essere una superlobby mi sembra ingiusto», risponde Agnelli. E continua: «Per quanto poi riguarda i mezzi collettivi di trasporto bisogna pensare che all'Est, dove li hanno usati sino ad ora, la prima cosa che tutti vogliono è un'automobile». E poi, afferma Agnelli, «se quelle vetture non le vendessimo noi lo farebbero le case concorrenti straniere». Scrosciano gli applausi degli azionisti «tradizionali». Camicia a righe, maniche rimboccate, sale sul podio l'azionista Poggio: snocciolando con sicurezza dati e statistiche parla di marmitte catalitiche, dell'eliminazione del piombo dalla benzina, dell'inquinamento dei motori diesel e accusa la Fiat di essere indietro rispetto alle case straniere nella ricerca per il motore pulito. «Tra i produttori automobilistici - risponde Agnelli - si fanno molti progetti insieme e spesso chi propone dei progetti più avanzati lo fa per non adempiere agli obblighi immediati». Arriva il turno di Chicco Testa, deputato comunista e ministro dell'Ambiente nel governoombra. Testa vuole sapere, tra l'altro, se la riduzione dei consumi nelle vetture Fiat non sia stata determinata in larga parte dalla crisi petrolifera degli Anni 70 e se adesso, di fronte a un possibile calo dei prezzi del carburante, la Fiat sarebbe spinta a frenare la ricerca in questo senso. «Niente affatto risponde Agnelli - prima di tutto la riduzione dei consumi è iniziata nel '79, dopo lo choc petrolifero e poi è un punto molto importante: passare da 8 a 6 litri di consumo per ogni cento chilometri e come ridurre il parco macchine circolante da 8 a 6 milioni di vetture». Gli azionisti-ecologisti continuano a parlare di fronte a una platea dove l'insoffernza ha ormai ceduto il posto a una silenziosa rassegnazione. Poi tocca alla squadra tecnica della Fiat replicare. Sul podio salgono Cantarella, Dorigo, Filippi, Massa e Scolari, che cercano di dare una risposta ai mille quesiti specifici posti dagli ambientalisti Alle quattro l'«onda verde» si ritira lasciando spazioagli interventi degli altri azionisti, che questa volta hanno dovuto pazientare più del solito. Anche l'anno prossimo, promettono i Verdi, sarà così. Francesco Manacorda

Luoghi citati: Arese, Massa, Torino