Fece a batte per l'eredità ma è assolto
S. Antonino di Susa S. Antonino di Susa Fece a batte per l'eredità ma è assolto S. ANTONINO. Si è ridimensionata di molto in Corte d'appello la vicenda dell'autotrasportatore di Sant'Antonino di Susa accusato di aver aggredito, rapinato e buttato fuori di casa la madre nell'aprile '88. Giovanni Oldrà, 43 anni, è stato ritenuto responsabile soltanto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni ed è stato poi assolto perché nessuno aveva presentato querela per questo reato. I giudici della prima sezione della Corte d'appello hanno creduto all'autotrasportatore (difeso dall'avvocato Vincenzo Miriello) che ha raccontato: «Su questa vicenda sono state raccontate un sacco di frottole. Sono andato a casa di mia madre ma solo per riprendermi delle cose che mi appartenevano. Non è vero che l'ho picchiata e neppure che l'ho buttata fuori di casa. Certo ci sono stati degli screzi, delle discussioni, ma nient'altro». In tribunale Giovanni Oldrà era stato condannato ad un anno e mezzo di carcere. La vicenda era stata scoperta dai carabinieri solo nell'ottobre dopo la segnalazione di alcune persone. La madre, che aveva tenuto segreto il fatto per alcuni mesi, aveva poi confermato tutto ai carabinieri e al pretore di Susa. Stando alla versione della donna, di 63 anni, tra madre e figlio ci sarebbero state molte discussioni per questioni di denaro. Giovanni Oldrà era convinto di essere vittima di un'ingiustizia: l'anziana madre, dividendo il denaro in suo possesso, avrebbe dato una ventina di milioni alla sorella e nulla a lui. Dopo aver protestato e litigato, Oldrà quel giorno d'aprile sarebbe passato alle vie di fatto. Secondo l'accusa, accolta dai giudici di primo grado, Oldrà assieme alla sua convivente, Elia Chiaberto, 37 anni, di Villar Focchiardo, avrebbe aggredito la madre, l'avrebbe costretta ad entrare nella camera da letto e si sarebbe poi appropriato di tutto quello che gli capitava a portata di mano: biancheria, soldi, vecchie gioie. Alla fine avrebbe costretto la donna ad andare in bagno e spogliarsi per controllare se aveva ancora degli oggetti di valore con sé. L'aveva poi abbandonata piangente. La donna se n'era andata di casa pochi giorni dopo. Ma non aveva raccontato a nessuno l'accaduto convinta che prima o poi il figlio avrebbe capito di aver fatto un errore e sarebbe tornato sui suoi passi.
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