Riappare la pistola del killer

Ivrea, l'arma del delitto sarebbe la stessa usata dai rapinatori del grossista a Banchette Ivrea, l'arma del delitto sarebbe la stessa usata dai rapinatori del grossista a Banchette Riappare la pistola del killer Quella 7,65porta agli assassini di Monica Un giallo alle medie di Susa «Così finirai male» E la studentessa denuncia l'insegnante IVREA. La stessa pistola, la stessa auto. Per farsi consegnare i dieci milioni che aveva nel borsello, mercoledì all'alba a Banchette, i banditi hanno minacciato Franco Verlezza con una vecchia calibro 7,65 e sono fuggiti su una Peugeot 205 bianca. Per uccidere Franco Monica, la notte del 10 maggio, i suoi assassini hanno sparato con una pistola 7,65 («Un modello piuttosto vecchiotto», avevano detto gli esperti della polizia scientifica) e sono fuggiti su un'auto bianca che potrebbe essere una Peugeot. «Dal rumore del motore non sembrava una macchina di grossa cilindrata», avevano raccontato i primi testimoni, alcuni vicini di casa di via San Lorenzo, svegliati all'improvviso dai colpi sparati dai killer del giovane. Qualche giorno dopo, una telefonata anonima al 113 aveva consigliato di cercare una Peugeot 205 bianca, «immatricolata da pochi mesi», aveva ancora aggiunto la misteriosa voce che sembrava saperla lunga su quel delitto. I controlli a tappeto nelle concessionarie della zona non avevano portato a nessun risultato concreto. In un rapporto al sostituto procuratore Palumbo, pochi giorni dopo l'assassinio, i carabinieri avrebbero però fatto il nome di alcuni personaggi fortemente sospettabili: uno di questi sarebbe stato visto a bordo di una Peugeot 205 bianca. Una serie di indizi però che llililiÉ PROVINCIA FLASH Nasce a Gassino la città dei bambini Parte oggi «Scoutinsieme», manifestazione organizzata a Gassino dalla Cngei, l'associazione scoutistica laica. Oltre cento «lupetti» dagli 8 ai 12 anni provenienti da scuole elementari e medie di varie città del Nord Italia, allestiranno da soli, in piazza Samperi, una «città dei bambini» costituita da strutture in ferro e pannelli colorati. La «città» sarà pronta domani mattina; in serata a Sciolze, spettacolo teatrale in dialetto libero a tutti. Verolengo, ladri nella tabaccheria Ladri in azione la notte scorsa a Verolengo. Dopo aver forzato la serratura della porta posteriore della tabaccheria di Cristina Ponzetto, 23 anni, via Dellio Verna 53, hanno asportato valori bollati, sigarette e merce varia per un valore di una decina di milioni. Autolinee bloccate nel Pinerolese Problemi nel Pinerolese per i pendolari a causa dello sciopero dei dipendenti delle autolinee Sapav e Cavourese. L'agitazione, iniziata lunedì, potrebbe risolversi in giornata. Ieri pomeriggio si è tenuto un incontro in Regione all'assessorato ai trasporti La vertenza si è aperta in seguito agli integrativi del contratto. Nel Pinerolese sono più di duemila i pendolari che utilizzano ogni giorno il pullman. Brandizzo, furto nelle scuole medie Ancora un furto nelle scuole. Questa volta i ladri hanno preso di mira le medie di Brandizzo. Penetrati da un ingresso del retro, hanno asportato macchine per scrivere, calcolatrici, proiettori per diapositive e materale didattico per un valore complessivo di 8 milioni. Pei di Montanaro cambia segretario Mario Prono, 34 anni, è il nuovo segretario della sezione montanarese del pei. Subentra a Marziano Borra, eletto consigliere comunale. VoEpiano in festa per i bersaglieri La sezione dei bersaglieri di Volprano festeggia domenica i due anni di fondazione. Ritrovo dei partecipanti, ore 8,30, presso la sede della «Sportiva»; dopo la messa, pranzo sociale e concerto della fanfara dei fanti piumati di Chieri. non sono mai diventati elementi d'accusa in un delitto dove il movente appare ancora confuso. Ma dalla rapina dell'altro giorno a Banchette potrebbe arrivare un'inaspettata svolta alle indagini. Il magistrato è cauto: «Stiamo vagliando nuovi elementi», si limita a dire il sostituto procuratore Palumbo che pensa soprattutto a quella vecchia calibro 7,65 riapparsa improvvisamente mercoledì mattina. Franco Verlezza, ieri pomeriggio, è stato ascoltato a lungo dai carabinieri di Ivrea. Nell'ufficio del maresciallo Sebastiani ha descritto le fasi della rapina, cercando di ricordarsi anche i particolari apparentemente più insignificanti: «Chi mi ha puntato la pistola addosso non scherzava - ha detto l'a'mbulante - e se avessi reagito avrebbe sicuramente sparato». Come la notte del 10 maggio nell'atrio del complesso delle case popolari di via San Lorenzo 7 dove Franco Monica abitava. Gli inquirenti non escludono che i rapinatori di Franco Verlezza possano essere gli assassini del ragazzo: «Si tratta di ricomporre un mosaico ricco di elementi solo apparentemente scollegati». Di più non dicono né i carabinieri, né la polizia, né tantomeno il magistrato. Le piste seguite nei giorni successivi dagli inquirenti per dare un movente al delitto Mo- nica - droga, rapina, regolamento di conti - si potrebbero drasticamente ridurre ad una sola: il giovane assassinato voleva fare strada negli ambienti della malavita locale troppo in fretta. Si era conquistato la fama di «bidonista» che a qualche sua vittima non piaceva assolutamente. Quello del 10 maggio doveva essere un avvertimento: per questo era spuntata fuori la calibro 7,65. Ma Franco Monica, che ave¬ SUSA. Una studentessa di Bussoleno ha denunciato per ingiurie un'insegnante delle scuole medie di Susa. Il fatto risale al 9 giugno scorso. Deborah Oniboni, 16 anni, quella mattina era in ritardo. «Ho incontrato il bidello sulle scale - racconta la ragazza - e scherzando gli ho detto: "Chi se ne frega degli insegnanti, arrivo al massimo cinque minuti dopo"». Dietro alla giovane saliva l'insegnante di francese, Laura Neroni, 52 anni, residente a Susa in via Re Cozio 4. «Brava, è. così che si fa avrebbe detto l'insegnante, secondo la denuncia della giovane -: adesso te ne freghi degli insegnanti, in futuro farai la stessa cosa con il datore di lavoro dopodiché, se vorrai guadagnarti da vivere, non ti resterà che salire sui marciapiedi». La ragazza, stupita e offesa dall'ultima frase, dopo un attimo di smarrimento invece di andare'in classe si era presentata dal preside. Deborah: «Il preside mi ha detto che avrebbe verificato ma che forse mi ero sbagliata su quanto avevo sentito». Arrivata a casa, in frazione Foresto di Bussoleno, la ragazza ha raccontato il fatto ai genitori e alle due sorelle. Poi la decisione di recarsi dai carabinieri, «Visto che anche il preside non assumeva provvedimenti - affermano gli Oniboni abbiamq accompagnato Deborah a sporgere querela». L'insegnante di francese non Franco Monica venne ucciso la notte del 10 maggio: un'esecuzione spietata sotto casa in via San Lorenzo va visto bene in faccia i suoi assassini, aveva tentato di reagire: da quella pistola erano allora partiti i colpi che l'hanno uc-1 ciso. Davanti a Franco Verlez- ' za, i rapinatori si sono presentati con il volto coperto. Erano quasi certi che l'ambulante li avrebbe.riconosciuti e si sono premuniti. Dicono gli inquirenti: «I rapinatori dovevano conoscere molto bene le sue abitudini e soprattutto sapere che il mercoledì mattina portava con sé parecchio denaro: non potevano affrontarlo a viso scoperto rischiando di farsi scoprire». Senza volerlo forse, nel suo racconto ai carabinieri, Franco Verlezza ha fatto scoprire qualcosa di molto importante: notare quella pistola con la canna arrugginita potrebbe far risalire non solo ai suoi rapinatori ma anche agli assassini di Franco Monica. Guido Novaria Deborah Oniboni, 16 anni ritratta però quanto ha detto. «Alla sua affermazione ad alta voce di fregarsene degli insegnanti, mi sono sentita in dovere di richiamarla - si difendeva professoressa Neroni - ma la ragazza è andata oltre sostenendo di non aver bisogno di lavorare. Io ho quindi commentato che solo sui marciapiedi questo è possibile». Anche il preside, professor Paolo Castaldi, non avrebbe ritenuto il fatto così grave. «Scopro adesso che c'è stata una denuncia - sottolinea il preside ma forse è nato un equivoco generato da un linguaggio non adeguato dell'insegnante. Una frase detta per assurdo è stata interpretata male dall'allieva». [f. m.]