I nuovi gladiatori sono russi, danzano

Stasera su Raiuno dal Circo Massimo «Il gioco dell'eroe», grande serata condotta da Gassman Stasera su Raiuno dal Circo Massimo «Il gioco dell'eroe», grande serata condotta da Gassman 1 nuovi gladiatore sono rossi, clamano Un'antologia del Bolshoj e anche un omaggio a Roma Gybenko Facevo il regista e l'attore ora sono ministro e martire ROMA DAL NOSTRO INVIATO Una vigilia confusa, con le star in fuga da cerimoniali e appuntamenti Fra i festeggiati Don Ameche, James Coburn, Elliot Gould, ÈlkeSommer CAMPIONE. «Viva Hollywood», la festa del cinema americano giunta alla terza edizione, prenderà questa sera Don Ameche, James Coburn, Ben Gazzara, Elliott Gould, Lynn Redgrave, Eva Marie Saint, Elke Sommer, Jane Wyman. Al Casinò, lo spettacolo comincerà alle 22,25 e, prodotto dall'ente svizzero, sarà trasmesso in diretta Eurovisione (nel nostro Paese, su Raidue). Sono arrivati alla spicciolata i divi, ben intenzionati a confermare il luogo comune che li definisce capricciosi e anche un po' fragilini di nervi. Programmi continuamente modificati, dormite che non finivano mai, appuntamenti rinviati poi riconfermati e infine cancellati, improvvise defezioni dall'hotel Villa d'Este dove l'organizzazione di Pierquinto Cariaggi li ospita. Sparsi fra ville di amici dall'altisonante cognome e locali di famosi stilisti (Basile, Versace, Tivioli) hanno trascorso l'attesa e così passeranno anche qualche giorno di riposo. Qualcuno ha già approfittato della pausa per fare acquisti; Coburn, per esem¬ due di Raimonda e Jean de Brienne. «Schiaccianoci» deve la sua origine ad una novella di Hoffman: facile allora sottolineare il legame facendo leggere a Gassman un brano del narratore tedesco prima di presentare dei brani dal balletto di Ciajkovskij. Alcuni versi di Pushkin dedicati al ruolo del poeta nella società faranno da introduzione all'assolo e ad alcune scene di insieme da «Ivan il Terribile» balletto costruito sulla musica di Prokofiev per il film di Eisenstein. «La leggenda dell'amore» è una fiaba orientale di amore e morte cui seguiranno i versi di Majakovskij detti da Gubenko per introdurre al clima della Nep e degli Anni 20 in cui si svolge «L'età dell'oro» che chiude la serata. Il tutto condito con le migliori stelle della casa: Natalia Besmertnova, Nina Semizorova, Alexandr Veztrov, Nadezda Pavlova, Ludmila Semenjaka, Gediminas Taranda, Jurij Vasjucenko, Aleksej Fadeyechev, Nona Ananjashvili, Alla Michalcenko. E poi, stella ospite, nel ruolo di Mercuzio e del Buttafuori in «L'età dell'oro», ecco Vladimir Dereyjanko che ha lasciato il Bolshoj molti anni fa e che per una sera torna con i suoi compagni di un tempo. Sergio Trombetta ROMA. Prima i grandi temi politici li affrontava in scena nei panni dello zar Boris Godunov, del ribelle Pugaciov, o di Hitler. Ora che da poco più di sei mesi è ministro della Cultura, Nikolaj Gubenko la politica la affronta tutti i giorni e rimpiange: «Recitare al confronto è un divertimento. Adesso lo faccio solamente di domenica e posso assicurare che salire in scena è puro riposo rispetto al mestiere di ministro». Gubenko, regista cinematografico e attore del Teatro Taganka, è un signore di 46 anni, fa il ministro della Cultura dell'Urss per volontà di Gorbaciov e assicura di occupare quel posto, «soprattutto come simbolo della democratizzazione del Paese». Su un prato del Circo Massimo, il neoministro racconta di sé: «Sono nato a Odessa, e la febbre per la scena mi ha colpito presto: a 17 anni ero uomo di fatica in un teatro della mia città. À 18 ero a Mosca, ho studiato quattro anni all'istituto di cinematografia; poi ho fatto Vladimir Derevjanko è Mercuzio in «Romeo e Giulietta» cinema e teatro. Sono stato regista di sei film, per cinque dei quali ho scritto la sceneggiatura, ho recitato alla Taganka negli spettacoli di Ljubimov, compreso il contrastatissimo "Boris Godunov" di Puskin. Adessq faccio il martire». Gubenko ministro e martire dunque. «Certo perché fare il ministro della Cultura in Urss vuol dire essere torturato ogni giorno da gente che chiede soldi e,litigare ogni giorno per spiegare che soldi non ce h'è. Perché anche da noi tutto poggia su strutture economiche, e quindi si deve scegliere, a qualcuno dare un aiuto, ad altri prometterlo perii prossimo anno sapendo benissimo che il prossimo anno sarà tutto da capo». Davvero pochini i soldi: «Quasi nulla, l'uno virgola zero due per cento del bilancio del governo dell'Urss, sei miliardi di rubli. I nostri funzionari sono pagati due volte meno di quelli di altri ministeri». Ma in compenso ha la soddisfazione di sedere sulla poltrona che 70 anni fa fu del commissario del popolo, dèi «narkom» Lunaciarskij : «Sì, ma in mezzo quanti cinovniki, quanti funzionari ci sono stati: troppi». Sino a poco tempo fa di culture russe ce n'erano due, quella sovietica e quella dell'emigrazione. «Ma ora le contrapposizioni sono cadute, e poi i russi sono sempre stati ovunque: Gogol scriveva le "Anime Morte" a Roma, Turgenev i suoi romanzi a Parigi, Rachmaninov è morto a Londra. Si calcola che per le diverse ondate di emigrazione oggi ci siano venti milioni di russi sparsi in giro per il mondo». Uno dei suoi compiti è riunificare la cultura russa, dunque, invitare a Mosca, come ha fatto, Rostropovic, accompagnare a Roma, come sta facendo, il balletto del Bolscioi: «Riunire, certo, ma per incominciare ci stiamo dividendo molto, forse troppo. Nel processo di democratizzazione del Paese tutti'si esprimono e tutti fondano il loro gruppo. Esistono già decine di partiti e chissà quanti altri dopo il prossimo ventottesimo congresso del pcus». Cadono tutte le barriere, cade anche la censura: «Quella di Stato certamente, l'abbiamo abolita da tempo. Quella imposta dai meccansimi del mercato è difficile da eliminare. Nessuno vuole impedire per esempio ai sovietici di invitare compagnie teatrali di avanguardia ih Urss, ma sino a quando il rublo non sarà convertibile chi verrà da noi senza essere pagato in dollari?». [se. tr.)