I radiogiornali muti per protesta «Alla televisione i soldi, a noi le briciole»

Il Decamerone Il Decamerone Un 'estate con Boccaccio da recitare ad alta voce Iradiogiornali, muti per protesta «Alla televisione i soldi, a noi le briciole» deranno parte molti interpreti toscani. Paolo Poh e Alfredo Bianchini daranno la voce a Boccaccio: due attori per interpretare i doppi lati della personalità dell'autore (il passato e il presente, il serio e il giocoso, l'uomo e il «diavolo»). Tra gli altri attori impegnati nell'impresa ci sono Ilaria Occhini, Pamela Villoresi, Athina Cenci, Bianca Toccafondi, Renzo Montagnani, Davide Riondino, Marco Messeri. Si ascolteranno anche voci non di area toscana: quelle di Paola Borboni, Valeria Moriconi, Renato De Carmine e Mariano Rigillo. Un'altra particolarità riguarda l'accompagnamento musicale: Marco Stroppa ha creato una raccolta di musiche di scena «funzionali alle esigenze drammatiche del testo», in modo da realizzare un interessante confronto «tra uno scrittore vissuto quasi 700 anni fa e l'unico vero strumento nuovo del XX secolo, cioè il computer». [f. c.j ROMA. Raffinata, elegante, all'avanguardia, ma anche in un certo senso popolare: la lettura integrale del «Decamerone» di Boccaccio è la proposta di punta del palinsesto estivo di Radiotre. In onda tutte le mattine dalle 10 alle 10,45, dal lunedì al venerdì, a partire dal 2 luglio, «Leggere il Decamerone» nasce, nelle intenzioni del direttore della terza rete radiofonica Paolo Gunnelli, come «scommessa con il pubblico». «Il Decamerone è il racconto di un racconto - dice Gonnelli probabilmente la lettura a voce alta è proprio la condizione in cui l'autore aveva immaginato l'opera». Alberto Asor Rosa, insieme con il regista del programma Adolfo Moriconi, affiancherà ogni mattina la lettura con una conversazione-commento; ogni puntata sarà conclusa da un glossario dedicato alla spiegazione di termini rari ed arcaici. Alla trasmissione, che è realizzata nella sede di Firenze, pren¬ ROMA. Con il silenzio, imponendo una pausa di mutismo alla radio che è il regno delle parole, dei suoni e dei rumori, i giornalisti dei GR della Rai tre giorni fa, hanno protestato contro la situazione di abbandono in cui versa il settore radiofonico. Seguitissimi soprattutto di mattina (i picchi nelle curve che descrivono l'attenzione del pubblico corrispondono molto spesso proprio con gli orari dei notiziari), i giornali della radio vengono realizzati in mezzo a enormi difficoltà di lavoro, un mare di problemi da anni denunciati e mai affrontati. I giornalisti dell'Usigrai li elencano con pazienza, anche se, per comprenderli, basterebbe dare uno sguardo all'ambiente in cui si muovono, all'atmosfera fatiscente e trascurata dei corridoi e delle stanze del palazzo di via del Babbuino, sede dei GR, a due passi da Piazza di Spagna. «Siamo all'emergenza - spie¬ gano i rappresentanti dell'Usigrai - da anni si discute sulla necessità di un piano di ristrutturazione per la radio, ma finora non si è fatto nulla di concreto. Bisogna affrontare con urgenza il problema della ricevibilità del segnale, dell'adeguamento della strumentazione tecnica, dell'innovazione tecnologica. Dai tempi in cui è nata la televisione, la radio è costretta a sopravvivere nutrendosi di briciole: i nostri inviati all'estero devono mandare servizi affittando le apparecchiature dei colleghi stranieri; non disponiamo del numero adeguato di tecnici; non abbiamo archivi; non possiamo sfruttare al meglio sistemi come lo stereo; ci è capitato addirittura di dover sospendere la realizzazione di un programma perché non trovavamo la "testina" necessaria alla registrazione di un disco». Così la radio di Stato ha perso terreno nel tempo: le sue caratteristiche di elasticità, le immense possibilità di utilizzo, sono state progressivamente ridimensionate, a tutto vantaggio delle radio private che negli ultimi anni sono diventate più agguerrite anche sul piano dell'informazione. «La funzione istituzionale della radio è venuta meno - dice Giovanni Balzoni dell'Usigrai - così accade, per esempio, che le dirette dal Parlamento vengano realizzate da Radio Radicale e non dalla radio di Stato». All'inizio della prossima settimana i rappresentanti dei giornalisti radiofonici incontreranno i vertici dell'azienda e si spera che la riunione coincida con l'apertura di una fase di confronti costruttivi: «Non possiamo seguire i tempi dell'approvazione della legge generale sull'emittenza televisiva: alcuni problemi, quello delle frequenze e di una vicedirezione generale che si occupi solo di radio, vanno affrontati subito». [f. e]

Luoghi citati: Firenze, Roma