II signore dei lemuri regna sugli zoo modello

II signore dei lemuri regna sugli zoo modello II signore dei lemuri regna sugli zoo modello O chiamano «il signore dei lemuri». E infatti, scrive Liberation, «è proprio lui che ha salvato parecchi di questi teneri primati malgasci da una sicura scomparsa». Jean-Jacques Petter, nominato in questi giorni alla cattedra di conservazione delle specie animali del Museo nazionale francese di storia naturale, si è ritrovato di colpo a sovrintendere ai quattro giardini zoologici che ne dipendono: quello di Clères vicino a Rouen, quello di Azay-le-Ferron nell'Indre, e a Parigi il recinto dell'Orto botanico e lo zoo di Vincennes. E' uno che la zoologia ce l'ha nel sangue, e sa bene che cos'è la conservazione delle specie. Il suo «colpo di fulmine» per i lemuri, racconta il quotidiano francese, risale al 1956, quando si recò in Madagascar per preparare la tesi di laurea. «Una notte, alla luce di una pila, sua moglie vede brillare due grossi fari: gli occhi rotondi d'un aye-aye, animale di una bruttezza mostruosa e assai temuto ; dai malgasci, che si credeva estinto dal 1933». Per il giovane biologo è un'esperienza favolosa: «Come se avessi incontrato un dinosauro!». Per salvare l'aye-aye, Petter, con la benedizione del Wwf, ne catturò una decina di esemplari, per poi liberarli nell'isoletta disabitata di NossiMangabé, a Nord-Est del Madagascar, dove da allora proliferano. Dopo la laurea, conseguita nel 1960, lo zoologo entrò nel laboratorio di ecologia generale del Museo di storia naturale, e creò a suo primo allevamento di microcebi, «il più piccolo e il più primitivo dei lemuri, vagamente simile a un topo». «Tutti gli anni - continua Liberation - Petter ritorna due o tre volte in Madagascar, dove 300 mila ettari di foreste e centinaia di migliaia di animali spariscono ogni anno. L'unica soluzione: associare la creazione di riserve con il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti. Da un anno e mezzo, a Mananara, dove è stato ritrovato il primo aye-aye, i contadini non saccheggiano più la foresta a colpi di coltivazioni e, in cambio, ricevono nuovi tipi di sementi, alveari, aiuti per costruire dighe e vaccinare le galline. «Quattro altre regioni - prosegue l'articolo hanno da poco concluso lo stesso contratto. L'operazione è ora assai ben orchestrata dah'Unesco, che ha classificato queste zone come riserve della biosfera e sborsato per esse 15 milioni di dollari in tre anni. Potrà avvantaggiarsene la ricerca: quegli an- Un esemplare d :%jM JjgL di lemure lemure goU di foresta preservati saranno eccellenti terreni di studio per gli entomologi, gU zoologi, i botanici e gli ornitologi». Come responsabile di quattro giardini zoologici, Petter si rivolta quando certi personaggi dei mass media sbraitano, «non sempre in modo onesto», contro 10 scandalo degli zoo. «Certo osserva Liberation -, egli riconosce che ci sono stati molti abusi, che talvolta gli animali sono stati trattati in modo abominevole. Ma lo zoo-lager è finito, o quasi: in Francia sono una ventina quelli ai quali egli non concede l'assoluzione. Ristabilire i gruppi sociali così come esistono nella natura, nutrire correttamente gli animali, tutto ciò non presenta più difficoltà per gli esperti zoologi: insetti allevati appositamente, canna da zucchero, noce di cocco fresca è il menù quotidiano degli aye-aye. Per il panda Yen-Yen e per la coppia di lemuri Hapalemur simus, un camion parte tutti i giorni da Vincennes per andare a cercare bambù nelle Chàrentes. In ogni modo, la situazione è tale che, per la salvaguardia stessa della fauna, non si può più fare a meno degli zoo. Sono gli ultimi rifugi delle specie più minacciate, la cui lista non smette di allungarsi». «Le giraffe del Ciad sono decimate contemporaneamente agli uomini - dice Petter K Quelle che abbiamo a Vincennes sono diventate molto :%jM preziose,; mentre JjgL non è poi passato troppo tempo da quando1 erano molto comuni. I due Hapalemur simus sono probabilmente gli ultimi rappresentanti della loro specie». Per evitare i problemi di degenerazione, 11 gruppo di Petter, in collaborazione con altri grandi zoo del mondo, ha avviato un ambizioso progetto di ricerca sulla riproduzione, con esperimenti di inseminazione artificiale, trapianto di embrioni ecc. «Naturalmente - conclude Liberation - l'ideale rimane la riserva: mantenere un animale nel suo ambiente è la priorità assoluta della cattedra di conservazione delle specie. GU zoo dovranno essere la vetrina delle riserve. Di qui la saggia idea di farne patrocinare una dal pubblico di ogni giardino zoologico». Debordante di ottimismo, Petter crede perfino nella possibilità di reintrodurre in un secondo momento gli animali nel loro habitat: «Gli orici che si vedono ora nel deserto dell'Arabia - spiega sono stati allevati a Phoenix in Arizona. Si sono riadattati bene». E confida di poter ripetere altre esperienze di questo genere.

Persone citate: Arabia, Jacques Petter, Petter K

Luoghi citati: Arizona, Ciad, Francia, Madagascar, Parigi