Tutti gli amori e i guerrieri della «Luce di Venere» di Giulia Ajmone Marsan

La misteriosa storia indiana del diamante rosa più prezioso del mondo venduto mercoledì a Londra La misteriosa storia indiana del diamante rosa più prezioso del mondo venduto mercoledì a Londra Tutti gli amori e i guerrieri della «Luce di Venere» L'ultima proprietaria seppellì la gèmma nel giardino di casa sua LONDRA LONDRA I L più caro diamante rosa I al mondo, il cosiddetto I «Agra» di 32,24 carati, è skì stato venduto mercoledì da Christie's per 8 miliardi e mezzo di lire alla Siba Rare Jewels Hong Kong. La casa d'aste londinese ha superato se stessa: l'anno scorso aveva venduto per 7 miliardi e mezzo a Ginevra un diamante rosa di 21,06 carati al gioielliere saudita Robert Mouawad. Non è stato superato, tuttavia, il record mondiale assoluto per una pietra preziosa, detenuto dalla Sotheby's con un diamante bianco a goccia di 85,91 carati, venduto a New York nel 1988 per circa 10 miliardi. La storia dell'«Agra», il settimo diamante rosa al mondo in termini di misura, è avvolta nel mistero e nell'avventura. La rarissima gemma colorata fu estratta dai giacimenti di Golconda nel Deccan, e verso il 1526 entrò in possesso di Babur, il discendente di Tamerlano e Gengis Khan, che fondò l'impero Mogul in India. Secondo una leggenda, la gemma fu donata a Babur dal Raja di Gwalior, sconfitto a Agra, come segno di gratitudine perché la sua famiglia era stata risparmiata. Secondo un'altra leggenda le principesse Nella religione indù le pietre preziose sono amuleti che influenzano la sorte degli esseri umani: rubini, smeraldi, diamanti, zaffiri, topazi, zirconi, occhi di gatto, perle e coralli assorbono e riflettono ciascuno la luce di un particolare pianeta allora conosciuto, il quale a sua volta cattura quella del Sole. I diamanti, associati a Venere, portano fortuna a chi se ne adorna, anzi secondo un mistico del 1300 rendono invincibili; più prosaicamente, un altro trattato sulle gemme sostiene che il diamante previene le coliche e l'epilessia. L'«Agra» restò in India fino all'inizio del diciannovesimo secolo: come sia entrato in possesso dei mercanti londinesi Blogg & Martin è avvolto da un mistero che evoca immagini di avventurosi affaristi coloniali; è certo, invece, che fu da loro venduto all'eccentrico Duca di Brunswick nel 1844. Il Duca si fece costruire una casa a Parigi a prova di ladro, e dormiva nella stessa stanza dove si trovava la cassaforte contenente i preziosi gioielli. Dopo la sua morte nel 1873 la collezione fu dispersa e r«Agra» passò tra le mani di diversi mercanti: uno di questi, il parigino Hertz, lo tagliò nella presente forma a cuscinetto, riducendolo da 41,75 carati a 31,04 (32,24 carati metrici) nel 1880. Finalmente il diamante fu acquistato all'inizio del secolo dal collezionista Louis Winams, figlio dell'ingegnere ferroviario di Baltimora che fece fortuna costruendo la prima linea tra Pietroburgo e Mosca. Il diamante passò ai suoi eredi. Durante la seconda guerra mondiale visse l'ultima avventura: fu sepolto nel giardino della proprietaria in una cassetta di ferro manufatta dal fabbro del paese! Il diamante «Agra»: lo portava sul turbante un discendente di Tamerlano, fondatore dell'impero Mogul di Gwalior lo diedero (insieme con il Koh-i-Noor) a Humavun, figlio di Babur, per il comportamento cavalleresco tenuto nella battaglia di Panipat, nella quale il Raja di Gwalior morì; Humayun presentò il bottino a Babur, che generosamente gli restituì il Koh-i-Noor, ma si tenne l'«Agra». Giulia Ajmone Marsan

Persone citate: Gengis Khan, Hertz, Humayun, Jewels, Louis Winams, Robert Mouawad