Bocciato il regolamento della Sip
Una norma prevedeva che i tecnici potessero fare verifiche in casa anche di notte Una norma prevedeva che i tecnici potessero fare verifiche in casa anche di notte Bocciato il regolamento della Sip Secondo il Tar del Lazio penalizzagli abbonati ROMA. Clamorosa sentenza del Tar del Lazio che interessa i ventuno milioni di utenti del telefono. Il tribunale amministrativo ha annullato gran parte del nuovo regolamento di servizio per l'abbonamento Sip, varato dal ministro delle Poste Mammì ed entrato in vigore il 1° dicembre 1988. Sono stati così parzialmente accolti i ricorsi del "Movimento consumatori", del "Codacons", del gruppo Verde della Camera, del gruppo difesa utenti del pei, del "Focus" e dell' "Agrisalus" Lazio. Per ora, tuttavia, non cambierà nulla perché il dispositivo della decisione della seconda sezione del Tar, presieduta da Luigi Tosti, è ufficioso. Potrà, quindi, avere valore solo tra un paio di mesi con il deposito della motivazione in cancelleria. In ogni caso il ministero delle Poste e la Sip potranno ricorrere al Consiglio di Stato. Le associazioni degli utenti si erano rivolte al Tar lamentando di non essere state ascoltate prima dell'emanazione del re¬ Cagliari, 33 feriti: alcuni sono andati lo stesso a vedere la partita golamento e ritenendo paradossali le conseguenze derivanti dalla rigorosa applicazione del provvedimento. Ecco alcuni degli interrogativi ai quali devono ora rispondere i giudici amministrativi: il telefono può essere usato solo dall'abbonato e dai suoi familiari con esclusione di amici e conoscenti? E le chiamate da una camera d'albergo o da una stanza di un ministero possono essere ascoltate - oppure no dal centralinista? Numerose sono le disposizioni contestate della nuova carta dei diritti e dei doveri per gli abbonati al telefono. Sotto accusa è innanzitutto l'articolo 18 che prevede che oltre all'utente soltanto i familiari, i dipendenti e i clienti possono usare l'apparecchio telefonico. Infatti, nonostante che i tempi siano molto cambiati rispetto al 1930 quando fu approvato il precedente regolamento telefonico, si continua a non tener conto dei conviventi, che resterebbero quindi ingiustamente esclusi dall'uso del telefono. Ed ancora l'articolo 20, che ammette che possano essere effettuati dei controlli telefonici sulle conversazioni. Infatti tale norma «vieta all'abbonato di servirsi o di consentire che altri si serva del suo impianto per effettuare comunicazioni finalizzate ad arrecare molestia o che violino le leggi vigenti. I casi di contravvenzione ai suesposti divieti devono essere segnalati all'autorità giudiziaria dagli utenti interessati». In pratica, ad esempio, il centralinista di un albergo dovrebbe controllare se tutti gli apparecchi telefonici collegati vengono usati per fini immorali o in violazione del codice penale. Altrimenti la Sip potrebbe staccare la linea. Il centralinista dovrebbe trasformarsi paradossalmente in un detective ed ascoltare tutte le chiamate dei clienti, segnalando i casi sospetti alla Procura. L'elenco delle contestazioni è contenuto in un voluminoso dossier. Si va dall'accesso in casa e a qualsiasi ora (anche della notte) da parte dei tecnici Sip senza alcun preavviso per raccomandata postale all'eccessivo pagamento di una penale sui ritardati pagamenti delle bollette (il 2% dopo appena 16 giorni, cioè il 48% su base annua) o alla mancanza di un termine prestabilito da cui scatta, in caso di ritardo da parte della Sip, la possibilità di indennizzo a favore dell'utente. Gli avvocati del Codacons, Carlo Rienzi e Giuseppe Lo Mastro, hanno, poi, rilevato altre gravi incongruenze contenute nel regolamento: 1) la Sip può ritardare all'infinito l'allaccio del telefono per non meglio precisate "indisponibilità di risorse tecniche"; 2) per conoscere le telefonate che ha fatto l'utente deve pagare un costo aggiuntivo; 3) in caso di morosità anche di mille lire su una bolletta la Sip può staccare la linea; 4) se l'utente contesta una bolletta è la Sip che decide chi ha ragione; 5) la cauzione versata alla Sip non frutta interessi. Pierluigi Franz Lunedì prossimo
Persone citate: Carlo Rienzi, Giuseppe Lo Mastro, Luigi Tosti, Mammì, Pierluigi Franz
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