«Mirafiori dia il segnale»
I sindacati convocano dopo 10 anni il consiglio dei delegati I sindacati convocano dopo 10 anni il consiglio dei delegati «Mirafiori dia il segnale» TORINO.- Per lo sciopero generale dei metalmeccanici del 27 giugno, i tre sindacati contano di far leva sui 30 mila dipendenti della Fiat Mirafiori come «simbolo e segnale» per tonificare i 270 mila metalmeccanici piemontesi. Con questo obiettivo politico Fiom, Firn e Uilm hanno convocato ieri il consiglio dei delegati della Mirafiori. Un organismo che non si riuniva più dar 10 anni, composto da circa 350 sindacalisti di base. La rappresentatività di questa struttura è parziale perché, secondo una valutazione dei dirigenti sindacali, il 35-40 per cento dei delegati è in carica da molti anni, in quanto non ci sono più state elezioni per il rinnovo. Alla Carrozzeria sono stati rieletti due anni fa; alla Meccanica ci sono state elezioni parziali neh"87; alle Presse e agli Enti Centrali non ci sono elezioni da parecchi anni. Nonostante questa situazione non ottimale, i tre sindacati hanno inteso dare la massima solennità all'assemblea perché Mirafiori è un punto sindacale di valore politico. Perciò sono intervenuti i tre segretari nazionali che si occupano dell'auto: Mazzone per la Fiom, Baratta per la Firn e Angeletti per la Uilm, con tutti i dirigenti torinesi e piemontesi. Per la Mirafiori hanno parlato con i giornalisti Laura Spezia della Fiom, Aldo D'Ottavio della Firn e Deanna Vigna della Uilm. Sullo sciopero della categoria e sull'impegno perché riesca non ci sono riserve. Lo ribadisce l'ordine del giorno approvato all'unanimità sottolineando, tra l'altro, che «le iniziative finora prodotte hanno avuto un buon successo di adesioni, con risultati importanti rispetto al passato». Nel testo si attacca la Fiat «per le iniziative tese a scoraggiare lo sciopero con promesse, ricatti e gravi provvedimenti disciplinari». Infine, si auspica che la riunione del consiglio di Mirafiori «cominci ad essere il segnale di una rinnovata unità tra Fiom, Firn, Uilm». Questa ultima parte però è apparsa stridente con alcune posizioni. Il segretario nazionale della Firn Baratta ha riserve sulla rappresentatività e «il problema può essere superato solo programmando il rinnovo dei consigli». Più esplicito il coordinatore nazionale dell'auto Inglisano della Firn: «Il consiglio di Mirafiori è ormai una struttura inutile e superata. E' una platea per legittimare i gruppi dirigenti. Oggi ci sono grandi divergenze sul sistema delle nomine, sui contenuti e sul ruolo del sindacato». Riserve altrettanto dure le ha espresse il sindacalista Firn di Mirafiori D'Ottavio: «Attribuire al consiglio simboli del passato significa evocare dannosi fantasmi». Laura Spezia della Fiom non ha dubbi: «Non si tratta di ripresentare gli Anni Ottanta ma dare un segnale di ricompattamento dei delegati e del ruolo del sindacato». Deanna Vigna della Uilm non attribuisce alla riunione significati politici. Per lei è prevalente la possibilità di «attivare conoscenza, partecipazione ed azione perché ci sono delegati che ancora oggi non conoscono l'evoluzione della piattaforma contrattuale». Parecchio spazio è stato dedicato alle «provocazioni della Fiat» compresi gli ultimi due episodi: un licenziamento e una ammonizione. I tre sindacalisti hanno unanimemente deplorato le provocazioni aziendali, usando però toni diversi. Per Baretta della Firn «i lavoratori e i delegati devono comportarsi con sangue freddo, buonsenso e capacità di evitare le provocazioni». In alcuni casi sono i lavoratori che sbagliano: «A Pomigliano, ad esempio, gli operai colpiti non hanno ragione». Angeletti ha detto che il sindacato «nella difesa dei colpiti deve sempre assumere iniziative calibrate sui fatti». Mazzone della Fiom ha sostenuto che «dovere del sindacato è difendere i lavoratori». Baretta ha replicato che «c'è un sistema di regole e non esiste l'immunità». Sergio Devecchi
Luoghi citati: Pomigliano, Torino
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