BALLETS DE MONTECARLO di Sergio Trombetta

BALLETS DE MONTECARLO DANZA BALLETS DE MONTECARLO //15 e 16 giugno alPalatenda i ballerini figli di Djagilev CHE responsabilità chiamarsi «Ballets de Montecarlo». Quanta storia in queste quattro parole. Una storia che risale agli inizi del secolo quando Djagilev con i suoi danzatori dei Ballets Russes si stabilì in quella rocca a picco sul mare. Da allora il Principato è stato per decenni un fulcro che ha visto succedere a Djagilev e a volte guerreggiare fra loro René Blum, il Colonel de Basii. Dopo la guerra sarà Serge Lifar- a regnare unendo intorno a sè nomi di grandi ballerine come Yvette Chauviré, Jeanine Charrat e Renée Jeanmaire (la futura Zizi di Roland Petit) e dopo Lifar il Marchese de Cuevas. Ed ecco che, dopo qualche decennio di silenzio, a partire da metà degli Anni 80, i Ballets de Montecarlo sono rinati per volontà della principessa Carolina, prima sotto la direzione di Pierre Lacotte ed ora sotto quella di Jean-Yves Esquerre. Con Esquerre i Ballets de Montecarlo saranno ospiti di Torinodanza il 15 e 16 giugno. I monegaschi erano già stati a Torino, tre anni fa con «Il lago dei cigni». Questa volta il programma è composto di tre brani molto diversi fra loro e che ci portano la testimonianza di tre mondi coreografici di questo secolo. Il mondo neoclassico e americano del grande imperiale Balanchine di «Theme and Variations», la sensibilità europea di Jiri Kylian con «Notte trasfigurata» e di John Neumeier con l'adagio dalla Decima Sinfonia di Mahler. E partiamo da Neumeier. Americano, ma da decenni in Germania a capo del Balletto di Amburgo, Neumeier crea mondi di danza visionari, complessi, decisamente neoromantici e ispirati. Per II Ballet du XX Siede di Béjart aveva creato un balletto a serata intera sulla Prima e l'incompiuta Decima di Mahler. Dalla decima il coreografo ha ripreso l'adagio rimontandolo per i danzatori monegaschi e facendone un canto al- l'amore, al mistero della vita, un riflessione sul destino dell'uomo nato su questa terra dall'acqua, dal vento e dal fuoco. Jiri Kylian, appena quarantenne, è una delle più splendenti figure della coreografia euro- pea. Nato a Praga; da giovane mandato in Inghilterra a studiare presso la scuola del Covent Garden, da tempo è direttore artistico del Nederlands Dans Theater. Il suo mondo coreografico è pervaso di atmosfere poetiche quasi mai gridate, ma sostenute da una lucida intelligenza, da una sapiente capacità compositiva. Kylian ha affrontato «Notte Trasfigurata», il brano stranoto di Schoenberg, più volte messo in danza in questi decenni, per il «Nederlands» nel 1975. Il tema del brano, ancora immerso in un ridondante ambiente tardoromantico, è quello del cammino nella notte di una coppia, lei incinta di un altro uomo, lui convinto che la forza del loro amore possa farli giungere alla serenità. Kylian affronta questa partitura quando da poco aveva lasciato il Balletto di Stoccarda, dopo la morte del suo direttore ^phn Cranko. Come altri brani dello stesso periodo anche «Notte Trasfigurata», diventa un tentativo di ricerca della luce, dell'equilibrio attraverso le strazianti vicende della vita. Una ricerca che di lì a poco avrebbe portato il geniale coreografo a rappacificarsi con il mondo con la divertente e divertita «Sinfonia in D» sulle serene note di Haydn. Si chiude con «Theme and Variations» dove il fasto della musica di Ciajkovski (il quarto movimento della Suite in sol maggiore) è trasformato nelle mani di Palanchine in uno scintillante «divertissement» tutto eleganza e virtuosismo nella tradizione dei balletti imperiali di Pietroburgo. Sergio Trombetta // Balletto di Montecarlo Sotto: Bozzetto perii Gridelino