AIDA TORNA AL REGIO Con scene dipinte a mano e Maria Chiara protagonista di Armando Caruso

AIDA TORNA AL REGIO LIRICA AIDA TORNA AL REGIO Con scene dipinte a mano e Maria Chiara protagonista CHISSÀ', forse sarà l'uso più sapiente delle luci, ma questa «Aida» così ben dipinta, luminosa e solare non sembra la stessa dell'allestimento '86-87. L'azzurro cilestrino del cielo egizio si fonde perfettamente con gli ori dei troni, delle portantine, delle colonne, delle sfingi. «Aida», dunque, in un allestimento agile e trasportabile, senza marchingeni elettronici né grandi strutture architettoniche, ma linda, con scene dipinte a mano, come usava un tempo, andrà in scena al Teatro Regio - se non scatteranno rivalse sindacali all'ultimo momento - questa sera 15 giugno alle 20,30. Sul podio Maurizio Arena, che già l'aveva diretta al Regio ed un cast fra i migliori a livello mondiale: Maria Chiara (Aida), Veriano Luchetti (Radames), Licinio Montefusco (Amonasro), Bruna Baglioni (Amneris), Roberto Scandiuzzi (Ranfis), Carlo De Bortoli (il re). La regia è di Gianfranco De Bosio, le scene, molto belle, di Aldo De Lorenzo, i costumi, raffinati, di Zaira De Vincentiis, la coreografia di Jean-Luc Leguay. Repliche: 17-22-26-2728-29 giugno; 1-5-6-8-10-1315 luglio. Atmosfera distesa alle prove: Veriano Luchetti è un Radames in gran forma. Fraseggio eroico, dizione elegante (sempre più innamorato della parola), attacchi puliti, all'antica, rende il personaggio del giovane condottiero egizio con toni romantici. Spiega: «Radames è un generale che crede nei valori della guerra e dell'amore. E' un prototipo di aroe romantico e da romantico sceglie la morte per amore». E' ed è questa la ragione per cui la famosa aria «Celeste Aida...» è resa da Luchetti con toni sognanti e al tempo stesso virili. Maria Chiara, per impegni professionali (canta in tutto il mondo ed ha bisogno anche di momenti di relax), è arrivata a prove già inoltrate. Ma si sa, è lei l'Aida nazionale. Osserva il tenore Luchetti: «Se andasse a far shopping in via Roma e qualcuno invocasse il nome di Aida, lei si volterebbe sicuramente. Nell'incanto dello scenario dell'Arena di Verona la sua Aida è celestiale. Qui, al Regio, possiamo esser certi eh non sarà da meno». Complimenti ed espressioni di stima, a parte, Maria Chiara promette, e come sempre mantiene, un'intensa interpretazione del difficilissimo ruolo ver- diano, in cui canto, dolcezza, note filate pur nelle impervie zone di una tessitura pericolosa, non lasciano spazio ad incertezze. Maurizio Arena sul podio, ma anche in scena durante le prove al pianoforte nel primo atto, assicura sempre precisione ritmica e continuità del canto che sono caratteristiche intime della partitura verdiana. «Se si chiudessero gli occhi e con la mente si tornasse al passato osserva Luchetti - si avrebbe la sensazione che a dirigere fosse- ro Tullio Serafin (di cui Arena è stato per molti anni sostituto) o Antonino Votto». Dotato di tempi musicali di grande respiro che assecondano l'impegno vocale dei cantanti e di conoscenza decennale del repertorio ottocentesco italiano di cui è un patito anche dal punto di vista letterario, Maurizio Arena dirige ormai in tutto il mondo, dagli Sati Uniti al Giappone, anche lui costretto a saltare da un aereo all'altro, pur di assicurare la sua insostituibile presenza alle prove. Licinio Montefusco è il furente «re degli etiopi» Amonasro, fatto prigioniero da Radames, ignaro d'aver catturato un potente, per di più padre di Aida. Baritono di grande esperienza e di nobili accenti, Montefusco restituisce il ruolo di Amonasro con forza espressiva e linearità di canto, in perfetta sintonia con Amneris, la principessa innamorata di Radames, figlia del faraone, impersonata da Bruna Baglioni, che è anche convincente Santuzza nella «Cavalleria rusticana» in scena al Regio sino al 19. Infine la coppia di bassi: Carlo De Bortoli e Roberto Scandiuzzi, due artisti che alla notevole qualità della voce accoppiano ormai una grande esperienza scenica e musicale, due sicurezze per ogni direttore. Appuntamento quindi al Regio, riaperto dopo la ristrutturazione con «Cavalleria e Pagliacci» diretti da Yuri Ahronovitch, per ascoltare celebri arie verdiane come: «Numi, pietà...»; «Celeste Aida», o ancora la meravigliosa «O patria mia...», in cui Aida avverte struggente nostalgia per la sua Etiopia; e infine il famoso duetto «O terra addio...», reso nei pianissimi da Maria Chiara e Veriano Luchetti con infinita dolcezza. La fine di un amore, appagato solo nei sentimenti. Armando Caruso Luchetti sarà Radames al Regio Sotto: l'edizione 19S6-19S7

Luoghi citati: Etiopia, Giappone, Montefusco, Sati Uniti, Verona