Inglesi a testa in su

Inglesi, a testa in su LONDRA, BONN, MOSCA E BRUXELLES: LA FEBBRE MONDIALE IN QUATTRO CAPITALI Dopo la buona prova di carattere e di gioco con l'Olanda Inglesi, a testa in su S'allontanano le polemiche sugli scandali rosa, unico pensiero è l'Egitto La stampa attacca i tifosi: orge di violenza, una vergogna per il Paese LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ((Anche senza gol, ma l'Inghilterra è ancora viva»": così, con un senso di sollievo, corroborato dal crescendo dimostrato dalla squadra di Robson nel decisivo match di sabato sera contro l'Olanda, gli sportivi e la stampa inglese hanno accolto il pareggio che consente ancora ai bianchi di restare in corsa per il secondo turno dei Mondiali. Ed è già questo un grosso risultato, quasi insperato, dopo il deludente pareggio nella partita d'apertura contro l'Irlanda che aveva attizzato le polemiche attorno alla squadra, bersagliata fin dalla fase di preparazione. La Nazionale si era infatti trasferita in Italia nel pieno della bufera suscitata dalle rivelazioni sulle presunte avventure sentimentali del suo allenatore Bobby Robson. Furioso, il trainer, in un'incandescente conferenza stampa prima di partire per la Sardegna, aveva dichiarato che ne aveva abbastanza, dopo otto anni alla guida della Nazionale, di certe abitudini giornalistiche isolane e dell'ambiente del calcio inglese, tanto da aver deciso di emigrare per lavoro in Olanda. Insomma, l'Inghilterra si era presentata ai Mondiali con un allenatore dimissionario, con tutti gli evidenti riflessi psicologici che tale situazione comporta. L' 1 -1 nella partita inaugurale con la non irresistibile Irlanda aveva acuito il clima pesante attorno alla squadra, che proprio alla vigilia dell'incontro con l'Olanda era stata precipitata di nuovo nelle polemiche dalle rivelazioni della stampa popolare britannica sul presunto «scandalo rosa», protagonista una hostess sarda e alcuni giocatori inglesi. Lo scandalo è evaporato in 24 ore, ma ha avuto la conseguenza di rendere furiosi allenatore e giocatori. Sullo sfondo, poi, la Nazionale inglese ha vissuto in questi giorni il clima reso pesante dalle imprese degli hooligans a Cagliari. Insomma, c'erano tutte le premesse per spiegare un naufragio nella partita contro la squadra di Gullit e Van Basten. E invece, proprio sabato sera, l'Inghilterra si è riscossa, con una prova di carattere e di buon gioco di cui erano ben pochi, fra gli stessi osservatori inglesi, a crederla capace. Robson ha rischiato il tutto per tutto, ha rivoluzionato mezza squadra richiamando Mark Wright e Paul Parker, incollando Walker su Van Basten. E alla fine il trainer ha avuto ragione: la squadra si è risvegliata, Lineker e Gaskoigne sono stati i più insidiosi nei tentativi di penetrare la non ermetica difesa olandese. E se c'è qualcuno che alla fine deve recriminare per una vittoria sfumata, ebbene questa volta sono gli inglesi in diritto di farlo. Anche indipendentemente dal gol annullato, una manciata prima del fischio finale, sul calcio di punizione di Stuart Pearce. Pungolata dall'esempio della Scozia, è dunque con rinate speranze che l'Inghilterra attende l'ultimo match di qualificazione con l'Egitto. E' necessario, anzi indispensabile, un successo, nella speranza, naturalmente, che gli altri risultati dell'Irlanda e dell'Olanda non vanifichino questo rush finale dei bianchi. E sempre che gli hooligans non rovinino la festa. La stampa domenicale inglese ha condannato unanimemente le imprese dei tifosi-teppisti, ha riconosciuto senza eccezioni che sono stati loro a lanciare «un attacco non provocato», come scrive il «Mail», «in un'orgia di violenza», come riconosce il «Mirror», «che suona a vergogna per tutta 'l'Inghilterra», secondo l'«Express». Il governo britannico, paventando le tristi bravate degli hooligans, aveva avvisato che in caso di gravi incidenti avrebbe richiesto alle autorità sportive il ritiro della Nazionale dai Mondiali. Malgrado questo esplicito ammonimento, sabato pomeriggio e sera, centinaia di teppisti inglesi hanno provocato scontri con la polizia, abbandonandosi ad atti di gratuita violenza nelle strade di Cagliari. Cercando di minimizzare la portata degli incidenti, un portavoce della Football Association ha dichiarato che «la polizia ha padroneggiato benissimo gli incidenti causati da un paio di centinaia di teppisti. Non sarebbe proprio il caso di richiamare indietro la Nazionale». Anche il ministro dello Sport Moynihan ha condannato le violenze. La Nazionale, in ripresa, non si merita certo la vergogna che poche centinaia di hooligans continuano a spargere sul calcio inglese. Paolo Patrono