Stranieri la casa dalle Ferrovie di Maria Teresa Martinengo

Stranieri, la casa dalle Ferrovie Il Compartimento regionale affida tre edifìci in corso Vittorio alla Caritas Stranieri, la casa dalle Ferrovie Nove alloggi perfamiglie extracomunitarie Dai Mondiali, Torino ha «ereditato» una stazione rinnovata. E' stata una corsa contro il tempo, dicono ora i dirigenti del Compartimento ferroviario del Piemonte. Una corsa vinta, però, e che ha portato con sé un'attenzione nuova per questioni sociali in attesa di soluzione. E' nata così un'iniziativa che nulla ha che vedere con le partite del Campionato del mondo: un contributo di solidarietà con gli immigrati extracomunitari senza casa. Per la prima volta in Italia, un Compartimento ferroviario affronta questo problema: affida alla Caritas torinese tre edifici fino a pochi anni fa occupati dai ferrovieri poi trasferiti nelle residenze di Orbassano e Venaria. E la Caritas, attraverso la società «Il riparo» - costituita da tempo con lo scopo di intervenire su situazioni di emergenza con alloggi di proprietà o dati in comodato da enti vari - vi inserirà, a partire da questa settimana, alcune decine di persone. Si tratta di nove alloggi ripartiti nelle tre palazzine di corso Vittorio Emanuele 123/b, 125 e corso Mediterraneo 99, strutture ancora in buono stato, ma destinate alla demolizione nel momento in cui si darà il via alla realizzazione del nuovo passante ferroviario. Per il momento, però, niente è in vista. Quando se ne riparlerà - grazie alla formula del comodato gratuito (due anni prorogabili) - le strutture ritorneranno al Compartimento. «Per noi è un'operazione quasi a costo zero - spiegano alla direzione - che ha due obiettivi: di "immagine", da un lato, con la prevenzione del vagabondaggio nell'area della stazione, di cooperazione con enti e associazioni impegnati in senso filantropico dall'altro». E ancora: «Questa collaborazione con la Caritas è successiva all'opera avviata nei mesi scorsi per vincere l'abusivismo notturno sui vagoni. E ormai è cosa fatta la chiusura del quadrilatero via Sacchi, corso Vittorio Emanuele, via Nizza e corso Dante. Sono stati sbarrati tutti i varchi e ripristinate le recinzioni abbattute». Prima della consegna alla Caritas, il Compartimento ha realizzato i lavori indispensabili di pulitura e ritinteggiatura dei locali, gli edifici sono stati isolati dagli impianti ferroviari. «Sull'onda di questa idea - alla quale, dicono negli uffici direzionali, si è lavorato molto bene e in équipe - siamo andati oltre. Sono in corso attualmente, infatti, i} censimento e la "mappatura" di tutte le case cantoniere libere, di cui il Compartimento Piemonte e Valle d'Aosta è particolarmente ricco. Per le decine di locali non richiesti dai ferrovieri o non affittati a privati si potrebbe seguire l'esempio torinese. Contatti sono avviati con la Caritas di Fossano e con il Comune di Cuneo». Per l'ingegner Piero Pieri, responsabile del «Riparo», il progetto di collaborazione tra Caritas e Ferrovie potrebbe essere preso ad esempio da altri enti pubblici nel cui patrimonio immobiliare figurano edifici dismessi ed abbandonati. «Questi nove alloggi - osserva - sono una goccia in un mare, una soluzione provvisoria ad un problema di dimensioni enormi. Ma rappresentano anche un esempio significativo di buona volontà nell'affrontare l'emergenza. Un edificio verrà gestito dai padri Camilhani e ospiterà single. Gli altri due accoglieranno sei famiglie che saranno seguite da altrettante famiglie italiane. Questo nuovo tipo di aiuto per un inserimento non solo abitativo, ma sociale in senso ampio, sarà curato da "Come noi", un ente morale che da anni e anni si occupa di aiuti e interventi nei Paesi del Terzo Mondo». Nella lista di attesa del «Riparo» figurano attualmente 45 famiglie di stranieri in difficoltà estrema. Dal canto suo, la direzione compartimentale ha ancora una carta da giocare in favore degli «ospiti disagiati». Dopo aver destinato nuovi locali alla Bartolomeo & C. per il suo punto di «primo ascolto», un altro progetto verrà messo a punto prossimamente per i senza fissa dimora che gravitano intorno a Porta Nuova. Sono stati individuati due alloggi in via Sacchi 25 che dovrebbero essere utilizzati come «asilo notturno d'emergenza». A gestirlo provvederebbe il Comune in collaborazione con i volontari della Caritas. Qui verrebbero accompagnati i senza fissa dimora trovati di notte a vagabondare nel perimetro della stazione. Con ogni probabilità l'iniziativa sarà realizzata per l'autunno prossimo, prima dell'arrivo del freddo che ogni anno miete vittime tra i «clochard» della stazione. Maria Teresa Martinengo La casa delle Ferrovie in corso Vittorio Emanuele 123

Persone citate: Piero Pieri

Luoghi citati: Comune Di Cuneo, Fossano, Italia, Orbassano, Piemonte, Torino, Valle D'aosta, Venaria