«Il giudice? Mi amava»
«Il giudice? Mi amava» Milano: la Guerinoni processata per diffamazione «Il giudice? Mi amava» Ma Gigliola, malata, non ci sarà SAVONA. Altro appuntamento con la Giustizia, domani, a Milano, per Gigliola Guerinoni, condannata a 26 anni e mezzo per l'omicidio del suo amante, Cesare Brin, e rinviata a giudizio, giovedì scorso, insieme all'ex convivente, Ettore Gerì, per l'omicidio volontario del secondo marito, Pino Gustini. Nella mattinata, la «mantide» è chiamata a rispondere davanti ai giudici del capoluogo lombardo di concorso in diffamazione a mezzo stampa nei confronti del giudice Maurizio Picozzi, le cui indagini costituiscono i pilastri dell'accusa nei due omicidi. Nella pomeriggio della stessa giornata, il giudice dell'udienza preliminare dovrà pronunciarsi sulla richiesta, avanzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Milano, Isabella Pugliese, di rinvio a giudizio di Gigliola Guerinoni per calunnia: sempre nei confronti del giudice Picozzi. La donna, infatti, in un memoriale consegnato ai giudici della Corte di assise di Savona nel processo per il «caso Brin», ha sostenuto che il magistrato è stato il suo amante per un breve periodo di tempo. La relazione sentimentale, secondo il memoriale, sarebbe stata troncata da Gigliola Guerinoni. Da qui, a giudizio della «mantide», il presunto atteggiamento persecutorio nei suoi confronti, da parte del giudice Picozzi, nelle inchieste sugli omicidi di Cesare Brin e Pino Gustini. La presunta relazione fra il magistrato e Gigliola Guerinoni, al di là conseguenze di carattere personale, ha avuto un effetto devastante nell'inchiesta sul presunto omicidio di Pino Gustini. Prima della consegna del memoriale alla Corte di assise di Savona (gli ultimi giorni di luglio dell'anno scorso), il Procuratore della Repubblica di Savona, Michele Russo, aveva chiesto al giudice Picozzi di spiccare due mandati di cattura, per «omicidio volontario ai danni di Pino Gustini», contro Gigliola Guerinoni e Ettore Ge- ri. Per «motivi di opportunità», il magistrato non evase la richiesta del pm e si spogliò dell'inchiesta nonostante l'istruttoria fosse ormai conclusa. Con l'entrata in vigore del nuovo codice penale, il fascicolo processuale passò al giudice Fiorenza Giorgi che, il 27 gennaio di quest'anno, prosciolse la «mantide» e Ettore Gerì dall'accusa del presunto omicidio di Pino Gustini. La prima, «per non avere commesso il fatto», il secondo, «perché il fatto non sussiste». Una sentenza che è stata ribaltata, lo scorso giovedì, dai giudici di appello di Genova e ha provocato uno stato di profondo prostraménto ai due imputati. Da due giorni, Gigliola Guerinoni, agli arresti domiciliari nella sua villa di Pian Martino a Dego (Savona), non si alza da letto. Ieri, ha accusato un collasso ed è sotto controllo medico. L'avvocato Mirica Giorello, suo difensore di fiducia, insieme al vicepresidente della Camera, Alfredo Biondi, dice: «I disturbi psicofisici che si erano manifestati durante la sua carcerazione, si sono di nuovo accentuati. La Guerinoni, dopo il nuovo rinvio a giudizio, continua a ripetere che è al centro di una congiura ordita contro di lei». L'avvocato Alfredo Biondi: «Dopo la sentenza dei giudici di appello, mi vergogno di avere studiato legge. Comunque, le nostre possibilità di difesa in ogni sede, e per tutte le accuse, restano intatte». Domani, Gigliola Guerinoni diserterà le udienze davanti ai giudici di Milano. Sarà presente, invece, il giudice Maurizio Picozzi, suo implacabile accusatore, questa volta in veste di privato cittadino cui, però, è stata attribuita la veste di «Torquemada» nelle sue funzioni di giudice istruttore. E per presunti motivi personali. Comun¬ que, lo scontro fra difesa e accusa, pubblica e privata, si preannuncia duro ed è destinato ad incidere profondamente nelle vicende giudiziarie di cui la gallerista è al centro. Lei, «la mantide», sembra già pronta a gettare sul piatto della bilancia altre «verità». Credibili o no, saranno destinate a suscitare scalpore. Pare che, in un memoriale, abbia collocato i suoi guai con la Giustizia e le presunte persecuzioni nello sfondo di un altro «giallo» avvenuto a Cairo Montenotte: l'omicidio di Pierina Gallo, una ricca commerciante assassinata a coltellate nella sua abitazione. La casa della vittima era contigua alla galleria della Guerinoni. E lei ha già inviato un messaggio: «Perché questo delitto non è stato risolto anche se, in città, sono parecchi a conoscerne l'autore?». Bruno Balbo Gigliola Guerinoni in un momento di confidenza con un'amica durante il suo recente processo
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