Giro del mondo in barca a vela lungo quattro anni di Irene Cabiati

Giro del mondo in barca a vela lungo quattro anni Partiranno a luglio, padre, madre e tre figli. Lo hanno annunciato ad Andora in una riunione sulla sicurezza in mare Giro del mondo in barca a vela lungo quattro anni Ambrogio Gagliolo, una grande passione e l'esperienza di un naufragio ANDORA. «Lasciamo pei quattro anni le presunte comodità della vita metropolitana. I miti di questo tipo di benessere non ci entusiasmano più. Andiamo a vivere come abbiamo sempre sognato». Ambrogio Gagliolo, 42 anni, sua moglie e i tre figli a lu glio partiranno da Andora con un veliero di 15 metri per fare il giro del mondò. Lo hanno annunciato sabato durante una riunione organizzata dal Circolo Nautico di Andora e dalla Lega Navale di Torino sulla sicurezza ùi mare. L'argomentò è di triste attualità a pochi giorni di distanza dall'affondamento dello yacht E smeralda, di cui soltanto due uomini sono riusciti a salvarsi. Alla riunione hanno partecipato il comandante Marinucci della capitaneria di poito di Savona, Salvatore Albano della Rina (registro navale italiano) e rappresentanti di ditte specializzate (Eurovmil, Anaf e Panzei a). Ambrogio Gagliolo ha raccon¬ tato la sua esperienza di naufrago. Nell'ottobre del 1981, durante una regata, la Minitransat (dall'Inghilterra alle Isole Vergini), riservata a navigatori solitari, su barche di sei metri e mezzo, era stato sorpreso da una serie di tempeste nel golfo di Biscaglia. Lo scafo si era fessurato vicino al bulbo e poi aperto. «Fra le onde altissime che mi sballottavano come un fuscello, lo spirito di autoconservazione è stato più forte: ho raccolto le carte nautiche e il sestante e mi sono buttato sulla zattera di salvataggio. Per fortuna avevo un Locat radio Beacon, il cui segnale è stato captato da un aereo di lmea della Pan Am. A 36 ore dall'affondamento sono stato salvato da militari inglesi». <(Avrei dovuto rinunciare alla gara perché non conoscevo bene la barca - ammette adesso il velista -. Per quanto riguarda la sicurezza, il mio suggerimento ai diportisti è di non risparmiare. Molti spendono anche 300 milioni per mia barca e pensano che sia superfluo investire in un canotto a doppio fondo o tre milioni in una radio adatta ai casi di emergenza». Benché abbia sfiorato la morte, lo skipper ha continuato a navigare: «Vado in barca da quando ero ragazzo. Crescendo, i miei orizzonti si sono allargati e il mio lavoro di commerciante non ha più permesso di soddisfare quest'irrefrenabile desiderio che divido con mia moglie, di andare oltre, di cercare nuove rotte. La vita di città non ha nessun sapore per noi. Per questo abbiamo deciso di tagliare i ponti e di andarcene. Viaggeremo senza fretta, soltanto con la voglia di vedere e di capire». La crociera è stata preparata con cura, a cominciare dalla barca, un Coala 50 (15 metri) dell'ex Nord Cantieri di Avigliana, varata nel '78, che è stata smontata e revisionata completamente. «La barca è la cosa più importante dichiara Gagnolo -. Per un viaggio di questo tipo ho attrezzato al meglio la barca e mi sono documentato. Non è un'impresa eccezionale, dipende dallo spirito con cui si affronta, noi non siamo eroi». E i figli come affrontano quest'avventura? «Le ragazze con entusiasmo e timore. Non faranno tutto il giro perché devono mcommeiare l'iiniversità; sono libere di scegliere quando imbarcarsi. Il più piccolo, Gabriele, di 5 anni, non si rende conto di cosa sta pei- succedere; per ora il centro dei suoi interessi siamo noi. Lo abbiamo iscritto alla prima elementare e in collaborazione con le maestre abbiamo preparato il suo programma. Ci scambieremo videocassette: loro, sull'attività scolastica e noi sulle esperienze di Gabriele in mare. Sarà uno scambio utile pei' tutti». La prima parte del viaggio si svolge in Mediterraneo e Atlan¬ tico fino ai Caraibi. Di qui, per sfuggire alla stagione dei cicloni, verso gli Stati Uniti. «Lasceremo la barca per qualche settimana e, in camper, andremo a visitare il Canada. Torneremo ai Caraibi per il Natale del 1991». E poi, attraverso il canale di Panama, nel Pacifico alla scoperta delle isole incantate: Galapagos, Marchesi, Polinesia. Dopo una lunga sosta in Nuova Zelanda, verso l'Australia, il mar di Darwing, Christmas Island. L'isoletta sperduta, a Sud di Giava, segnerà idealmente la via del ritorno: nel '93, attraverso l'Oceano Indiano. ((A quel punto - conclude Gagliolo - decideremo: o la rotta a Nord, sul Mar Rosso o quella a Ovest: Cape Town, Sant'Elena, Brasile, Gibilterra. Dipende dalla situazione politica, dalle condizioni del mare e soprattutto dalla voglia che avremo di proseguire». Irene Cabiati Ambrogio Gagliolo e Gabriele sulla loro barca nel porto di Andora

Persone citate: Ambrogio Gagliolo, Cape, Gagliolo, Marchesi, Marinucci, Salvatore Albano