Il filosofo e il computer

Il filosofo e il computer Seminario informatico ad Agrigento per laureati «super» Il filosofo e il computer Presenti giovani provenienti dai Paesi del bacino mediterraneo Convinzione che l'umanesimo prevarrà sulla cultura tecnologica AGRIGENTO. I computer sono entrati nel tempio sacro dell'archeologia, il favoloso Museo regionale della Valle dei Templi di Agrigento. Qui, per una stravagante idea che apre al futuro dove la storia si misura in millenni, per un mese è stato tenuto un corso internazionale d'informatica. E, altro fatto singolare (ina ad Agrigento curiosità e contraddizioni sono di ogni giorno), il corso è stato riservato rigorosamente a laureati in lettere, filosofia o lingue con il massimo dei voti e la lode. Sono stati preferiti i neodottori in grado di presentare titoli aggiuntivi, come quelli per attività universitarie o per particolari conoscenze di informatica. Organizzato dall'Accademia di Studi Mediterranei fondata quattro anni fa ad Agrigento, al corso hanno partecipato giovani dottori di Italia, Tunisia, Jugoslavia, Grecia e Spagna. Si è parecchio insistito sul tema centrale di questa scelta: l'approfondimento del rapporto tra informatica e testo letterario ed ancora del rapporto tra la letteratura e i prossimi venturi sistemi di comunicazione. E, su tutto, la domanda alla quale com'era facile immagina re è stata data una risposta rassicurante: prosa, poesia, filosofia, insomma tutto il vasto campo umanistico, saranno davvero sconfitti e sono sin d'ora destinati a soccombere sotto il peso preponderarne delle tecnocrazie? No - è stato detto ad Agrigento - anzi, bisogna impegnarsi perché i valori umanistici, che sono ancora robusti, vengano difesi e valorizzati. In discussione anche la complessa materia della privacy e della legislazione internazionale, con l'Italia attardata e sprovvista di una normativa che riesca a regolamentare l'accesso e l'uso degli archivi e delle banche dati. Così una sezione è stata riservata alla «capacità criminogenetica» dell'informatica. Le lezioni sono state tenute da docenti universitari di Milano, Pisa, Genova, Palermo e Parma, invitati dalla professo¬ ressa Giuseppina Gallo Afflitto, l'infaticabile manager dell'Accademia di Studi Mediterranei, da due anni diventata ente morale. Ex docente di lettere, ex preside di liceo, questa signora vulcanica è l'anima degli appuntamenti annuali che richiamano ad Agrigento i giovani superbravi negli studi del bacino mediterraneo. «Puntiamo per prima cosa afferma Giuseppina Gallo Afflitto - al rilancio di Agrigento come luogo d'incontro e momento di sintesi per la cultura mediterranea che qui conobbe il massimo splendore». Il declino culturale, politico e morale di Agrigento, che tanto contribuì ad accrescere le inquietudini e lo scetticismo di Pirandello e più recentemente di Leonardo Sciascia, non passa attraverso la porta dell'Accademia. Non arriva neppure nelle sale del Museo, dove il corso è stato tenuto fra tesori dell'antichità, rari reperti, testimonianze irripetibili. Antonio Ravidà

Persone citate: Antonio Ravidà, Giuseppina Gallo Afflitto, Leonardo Sciascia, Pirandello