Stregati da Torino
Stregati da Torino Un volume fotografico di Bertinetti e Quaranta Stregati da Torino In cento immagini, il Po, palazzi e vie, i monumenti, i mercati Tra pagine di Gobetti, Natalia Ginzburg, Arpino, Gromo, Volponi N libro magico, da sfogliare lentamente e con cura per assaporarne tutte le qualità grafiche e letterarie. Si tratta di Inverni torinesi (ed. White Star, Vercelli) realizzato da Marcello Bertinetti, fotografo di fama internazionale; e da Bruno Quaranta, giornalista di La Stampa. Un libro che tipologicamente si potrebbe definire fotografico a tutti gli effetti, data la predominanza assoluta delle immagini di altissima qualità, più di cento, che raccontano il capoluogo piemontese. Torino che si presta all'obiettivo di Bertinetti con la sua gente, monumenti, mercati, palazzi, strade e parchi, il Po e le sue sponde sotto il cielo invernale, crepuscolare e notturno. Sotto la neve e dentro la nebbia. «Come procedere per una nuova ricerca di immagini senza cadere nell'ovvio?... Ho deciso di lasciarmi guidare dall'istinto di fotografo e dal fascino della città, per la mia anima piemontese, irresistibile». Un libro fotografico quindi, ma che va oltre l'immagine divenendo scrigno di poesia e letteratura raccogliendo le suggestioni, le emozioni e le sensazioni che poeti e scrittori hanno provato per questa città. «Varcato il fiume, presi, lento, lento / a salir per la via della collina / splendeva il sole e tanta era la brina / che ogni ramo parea quasi d'argento», scrive Carlo Chiaves in Sogno e Ironia. Sfogliando le grandi pagine di Inverni torinesi si rimane affascinati dal gioco delle luci e delle ombre, e dai colori, dove prevalgono prepotenti i viola, i lilla, gli azzurri, gli arancione e i rossi che accarezzano il paesaggio. Immagini che così si accostano alla prosa: «Mentre calano le ombre discrete (...) giunge opportuno questo istintivo bisogno di riepilogo (...) Qui sulla collina in faccia alla muraglia nivea dei- le Alpi, levate su verso il cielo di fra le nebbie come un immenso altare tra vapori dorati d'incenso», scrive Zino Zini in Pagine di vita torinese. A scandire le immagini nel loro fluire sono quindi brani letterari di scrittori e poeti che a Torino devono l'ispirazione di molte opere, come Guido Gozzano, Cesare Pavese, Mario Gromo, Edmondo De Amicis, Giovanni Arpino, Carlo Chiaves, Nino Oxilia, Paolo Volponi, Piero Gobetti e Natalia Ginzburg. La prefazione curata da Bruno Quaranta inoltre racconta una Torino dietro le quinte, di persone e cose, che il più delle volte sfugge al turista distratto o allo stesso torinese che quotidianamente deve affrontare il traffico, lo smog e i ritmi di vita frenetici. «L'inverno di Torino è rigido come un drappello di soldatini di piombo (...) Qua e là, fra il solstizio e l'equinozio, si allargano feritoie da cui filtrano giornate morbide come i tramezzini di Mulassano, tiepide come la cioccolata di Baratti, temperate alla panna, elettriche come un sorso di barolo chinato color granata, ormai raro, rarissimo unguento». Una pubblicazione preziosa per la polivalenza di espressioni artistiche, arricchite da un alto grado di tecnologia editoriale. Al fine di esaltare il più possibile la suggestione delle immagini è stato adottato infatti, per la prima volta in questo campo, il procedimento di verniciatura serigrafica U.v. a specchio. Elena Vaccarino Torino. Il mercato della Crocetta (da «Inverni torinesi»)
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