Gli ultimi americani lasciano Monrovia
Gli ultimi americani lasciano Monrovia Gli ultimi americani lasciano Monrovia ABIDJAN. Gli ultimi americani «non indispensabili» in Liberia hanno lasciato ieri Monrovia con un ponte aereo organizzato dal loro governo, mentre governo liberiano e ribelli hanno accettato di avviare negoziati in Sierra Leone, che dovrebbero aprirsi mercoledì. All'arrivo a Abidjan, in Costa d'Avorio, gli americani hanno espresso sollievo per essere sfuggiti all'atmosfera di «tensione e angoscia» che regna nella capitale, minacciata dai ribelli. Altri stranieri, in particolare ghanesi e libanesi, continuano a lasciare la capitale Monrovia attraverso l'unica via ancora aperta: il piccolo aeroporto «James Spriggs Payne», in un sobborgo della capitale. Sempre ieri hanno dovuto abbandonare la Liberia i 140 tedeschi occidentali che lavoravano nella miniera di Dong, a una cinquantina di chilometri a Nord di Monrovia. Una quaran¬ i tina dei tedeschi residenti nella capitale avevano già lasciato il Paese passando per la Sierra Leone. Un centinaio di britannici ancora a Monrovia hanno per ora deciso di restarvi. Due navi della Royal Navy incrociano da otto giorni al largo della Liberia. I colloqui tra il governo del presidente Samuel Doe e il Fronte Nazionale Patriottico di Liberazione (guidato da Charles Taylor) si annunciano difficili perché i ribelli continuano a esigere l'allontanamento del presidente e dei suoi principali collaboratori. E per il momento pare non ci sia un modo per arrivare al compromesso. Per Taylor, i colloqui non devono limitarsi alle modalità di un «cessate il fuoco» e il suo Fronte vuole stabilire un «governo civile» nel tentativo di riportare una certa forma di tranquillità sociale nello Stato africano.
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