Invertita la rotta per tifare Egitto
Nave scuola in viaggio nel Mediterraneo Nave scuola in viaggio nel Mediterraneo Invertita la rotta per tifare Egitto PALERMO facendo, con sei difensori puri, con due centrocampisti veloci quali Abdou e El Hamid, con El Ghany preciso regista e con lo scattante H. Hassan a mettere in crisi la difesa oranje, l'Egitto ha costruito il suo capolavoro tattico. Difesa e rilanci, sfruttando al meglio la velocità propria e le indecisioni altrui. El Gohary rivela un particolare gustoso: «Dopo la sconfitta subita a II Cairo con la Romania (3-1) nell'ultima amichevole giocata in patria, la gente voleva la mia testa. Volevo dimettermi, sono stato dissuaso dal comportamento dei dirigenti federali». E ha continuato nel suo lavoro, mantenendo i rigidi programmi prefissati, compreso il lungo ritiro cominciato il 7 febbraio. L'altra notte, dopo la partita, tutti i giocatori, raccolti attorno a El Ghany, autore del pareggio su rigore, si sono inginocchiati ringraziandolo e pregando. «Sono fantastici questi ragazzi - commenta il et El Gohary - perché anche con l'Olanda hanno saputo moltiplicare le energie nel momento più difficile. Si tratta di un gruppo giovane, quindi inesperto. Ma hanno una disciplina ferrea, sanno restare fedeli alle mie consegne tattiche e con volontà, spirito di corpo, riescono a colmare le lacune». Con finezza levantina El Gohary sta cercando di esorcizzare il diavolo Eire che si presenterà alla Favorita domenica 17. «L'Irlanda è dotata sul piano fisico - commenta il tecnico egiziano - ma noi non cambieremo modo di giocare perché non sapremmo fare altrimenti. Ai ragazzi dirò che nei calciatori dell'Eire è forte il senso della patria. Noi per vincere non dovremo andare dietro a queste cose e neppure al miraggio di un premio doppio (5 milioni). Vogliamo conquistare solamente la tifoseria nostra e il pubblico italiano». [f. bad.l DAL NOSTRO INVIATO Due milioni e mezzo a testa vale il pareggio ottenuto dagli egiziani con l'Olanda. Ma il premio è congelato, sarà valido solo in caso di passaggio del primo turno. Ai giocatori basta per ora sapere che il presidente della Repubblica, Mubarak, si è complimentato con tutti attraverso l'ambasciatore in Italia, signora Hoda El Marassi. Lei, commossa, ha ringraziato le autorità del Col locale che hanno permesso a 310 marinai egiziani di una nave scuola in rotta sul Mediterraneo di assistere gratuitamente alla partita. E, dopo il pareggio con l'Olanda, il comandante ha dovuto modificare i piani di navigazione tenendo conto dei prossimi impegni degli uomini di El Gohary: tutti a Cagliari quindi il giorno •21 per il match con l'Inghilterra; chissà, forse a Genova, città destinata per gli ottavi di finale alla squadra che si classificherà seconda in questo girone. Sogni? Senza dubbio. Il calcio africano è una realtà ma se l'Olanda avesse saputo giocare con un minimo di concentrazione in più, il golletto di Kieft sarebbe bastato a fare la differenza. Se ne rende conto il tecnico El Gohary: «Non abbiamo affrontato la grande Olanda. Non ho assolutamente inventato nulla di particolare per fermare i nostri avversari. Noi giochiamo con uno stile diverso da tutti gli altri, perfino la marcatura su Van Basten è stata differente da quella applicata in Europa». El Gohary, simpatico colonnello di 52 anni, non incanta certo l'uditorio. Abbiamo visto come s'è schierato in campo l'Egitto. La novità sta nel fatto che dopo anni di esperimenti questi Paesi calcisticamente emergenti, hanno imparato che nel calcio è meglio non prenderle prima ancora che cercare di imporre il proprio gioco. Così
Persone citate: El Hamid, H. Hassan, Hoda El Marassi, Mubarak, Van Basten
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