Finalmente mi sento titolare di Fabio Vergnano

Finalmente mi sento titolare Finalmente mi sento titolare Carnevale felice, per ora la staffetta è congelata MARINO DAL NOSTRO INVIATO Ottavio Bianchi gli ha telefonato per incoraggiarlo. Il sindaco di Monte San Biagio, il paese in provincia di Latina in cui è nato, gli ha mandato un telegramma di auguri. Andrea Carnevale, attaccante dal gol non facile, è quasi frastornato da tanta attenzione. Vicini ha confermato che sarà ancora lui il compagno di Vialli contro gli Usa. Un dettaglio in realtà perché in proposito non c'erano dubbi, ma questa prova di fiducia lo ha piacevolmente sorpreso: «Ho scoperto - spiega - che Vicini mi stima ed ora mi sento titolare a tutti gli effetti». Nel borsone, insieme agli indumenti da gioco, ha messo anche umiltà e modestia: «Quello di stasera sarà per me un altro esame. Giocherò all'Olimpico, lo stadio del mio futu¬ ro. A Viola ho "rubato" un contratto di tre anni ed è logico che ci tenga a far bella figura perché ci saranno tanti tifosi romanisti. Spero solo che questa partita non diventi una prova d'appello. Il gol mi manca ma sarebbe un errore farsene un problema. I veri problemi sono altri. Quelli, per esempio, che ho dovuto affrontare da ragazzo e che oggi mi fanno apprezzare quello che la vita mi regala. Avevo un futuro da operaio ed invece sto giocando un Mondiale». Carnevale in effetti ha faticato prima di mettersi in luce come attaccante di valore: «Tutti parlano di Schillaci, delle sue umili origini, ma anche il sottoscritto ha fatto una gavetta mica male. Ho calpestato i campi del Sud partendo da Catania prima che qualche osservatore mi segnalasse ad una grande squadra. Ed è logico che ora cerchi di sfruttare tutte le occa¬ sioni che mi offrono. Non sono un fuoriclasse e se sbaglio un gol non faccio drammi, anche perché in questo Mondiale ho già visto fallire occasioni clamorose da gente più celebrata di me. Alla fine mi piacerebbe esser ricordato come il Graziani del '90. Anche lui fu una spalla preziosa per Rossi in Spagna». La staffetta. Per Carnevale il problema non esiste: «Vicini faccia come vuole, in effetti potrebbe essere un'arma in più. Stasera posso anche lasciare il posto a Schillaci, ma prima segno due gol io». Carnevale picador, Schillaci torero. Il primo sfianca l'avversario il secondo gli dà il colpo di grazia. E l'Italia viaggia spedita verso gli ottavi. Ma Schillaci forse preferirebbe restare in panchina. Spiega: «Gioca Carnevale, a me va benissimo. Spero che non ci sia bisogno di me, perché se Vicini mi chiama significa che l'Italia ha problemi, ed è l'ultima cosa che mi auguro». Dall'alto del suo trono inviolabile, Vialli segue con distacco. In realtà si parla tanto dei gol di Carnevale e Schillaci e ci si dimentica che anche Vialli aspetta il primo centro. Gianluca è sereno come sempre: «L'occasione per segnare il primo gol mondiale non mancherà, anche perché la nostra avventura non finirà presto. Comunque non illudiamoci di travolgere gli americani sotto una valanga di gol. Sarà difficile vincere e difficilissimo segnare. L'Italia non è una squadra da goleada, perché le punte si muovono molto a scapito della concretezza in zona-gol. E' vero che raccogliamo poco rispetto alle occasioni create. Stasera faremo valere la nostra esperienza, sfruttando ogni loro incertezza, colpendoli quando si scopriranno, traditi dall'entusiasmo». Fabio Vergnano

Luoghi citati: Catania, Italia, Latina, Marino, Monte San Biagio, Spagna, Usa