La Confìndustria sceglie la linea dura

Gli industriali respingono le piattaforme contrattuali: nuove regole per i salari Gli industriali respingono le piattaforme contrattuali: nuove regole per i salari La Confìndustria sceglie la liaea dura Si va verso lo sciopero generale Progetti a Est In crescita il fatturato della Saffo Banca Aqr. Mantovana 120.300 0.25 Cr. Aqr. Bresciano 8.220 0,36 Banca del Friuli 24.450 0.00 Banca Pice. Cr. Valtellinese 19.490 0,67 Banca Pop. Comm. Industria 20.100 -1,71 Banca Pop. Berqamo 20.110 0,30 Banca Pop. Brescia 8.700 1,16 Banca Pop. Crema 52.400 -0,19 Banca Pop. Cremona 10.780 -1,82 Banca Pop. d'Emilia 123.400 0,16 Banca Pop. Intra 13.900 0,71 Banca Pop. Lecco 13.000 0,70 Banca Pop. Lodi 22.720 0,090 Banca Pop. Luino e Varese 14.010 0,07 Banca Pop. Milano 10.890 -0,09 Banca Pop. Siracusa 33.000 2,80 Banca Pop. Novara 19.796 1,52 Terme di Boqnanco 719 -0,69 Aviatour 2.500 -0,20 Italianaincendioevita 235.300 -0,21 Banca Briantea 19.400 -0,92 Citibank Italia 5.400 -0,37 Banca Prov. Napoli 6.075 0,41 Banco Leqnano 8.840 -0,34 Banca Ind. Gallaratese 13.010 -2,84 Danca Prov. Lombarda 5.690 -0,18 Banca Prov. Lombarda ex priv. — — Banca Subalpina 5.651 0,00 Banco Peruqia 2.170 0,93 Creditwest 11.310 -0.26 Finance ord. 53.800 0,75 Finance priv. 32.000 2,07 Cr. Berqamasco 43.490 -0,71 Bieffe 11.200 -0,44 Frette 8.505 0,06 Zerowatt 5300 0,00 Cibiemme 2.630 1,15 Ifis priv. 1590 -0,63 ROMA. E' ormai guerra tra Confìndustria e sindacati. Mentre comincia il conto alla rovescia per l'eventuale disdetta della scala mobile, Cgil-CislUil minacciano una forte risposta dell'intero movimento dei lavoratori al tentativo di congelare i rinnovi contrattuali in attesa di un nuovo sistema di relazioni industriali e della riforma della struttura del salario. E si profila uno sciopero generale. Ieri, il consiglio direttivo dell'organizzazione degli industriali ha scelto la linea dura, approvando all'unanimità l'iniziativa del presidente Pininfarina e confermando la necessità di perseguire con coerenza il percorso indicato ai sindacati. «Le aziende - afferma un documento - non possono sopportare oneri così elevati come quelli previsti nelle piattaforme. La situazione generale dell'economia del Paese richiede una profonda svolta sia nelle relazioni industriali sia nella politica economica del governo». Il documento sottolinea, poi, che nelle attuali condizionrGon vincoli crescenti posti dall'integrazione europea, «non è più possibile affrontare negoziati contrattuali in modo tradizionale con la certezza di caricare sulle imprese oneri incompatibili con la stabilità monetaria e lo sviluppo dell'economia». Di qui l'esigenza assoluta sia di ri¬ definire con i sindacati un nuovo assetto delle relazioni industriali, sia di avere dal governo modalità e tempi certi per la progressiva equiparazione degli oneri sociali a quelli dei nostri concorrenti europei. Infine, il documento auspica che, nell'incontro fissato per il 19, Cgil-Cisl-Uil rivedano la loro posizione, «rendendo così possibile l'avvio di un negoziato globale per la riforma del salario e del costo del lavoro, all'interno del quale ricercare compatibilità per il rinnovo dei contratti». Le reazioni sono state immediate. «Letto per come è - dice il segretario generale aggiunto della Cgil, Del Turco - il documento rappresenta la denuncia unilaterale dell'accordo del 25 gennaio scorso. Se Pininfarina ci dirà che questa impressione è sbagliata, tanto di guadagnato per tutti. Se invece dovesse trovare conferma, c'è allora da aspettarsi una risposta sindacale all'altezza-di un atto così grave ed immotivato». Secondo il leader della Uil, Benvenuto, la Confìndustria ha deciso di entrare in rotta di collisione con il sindacato e con tutti i lavoratori: «Gli industriali non possono ignorare che ci sono 5 milioni di lavoratori dell'industria che hanno stipendi e salari di 1 milione e 200 mila lire il mese. Per questi va trovata una soluzione». Cre- maschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, accusa gli industriali di comportarsi per i rinnovi contrattuali come gli hooligans: «Vogliono sfasciare tutto». In questa atmosfera di crescente tensione si inserisce un passo ufficiale, preannunciato ieri dal leader della Cisl, Marini, verso il presidente del Senato Spadolini perché la commissione lavoro di Palazzo Madama discuta ed approvi a tamburo battente la leggina, già varata dalla Camera, per la proroga della scala mobile al 31 dicembre 1991. «Sfido chiunque a sostenere - afferma Marini - che nella situazione attuale sia possibile avere regimi di copertura diversi per settore in materia di scala mobile. E mi sembra evidente che l'interferenza del governo sul Senato per bloccare la leggina, prospettata dal ministro dell'industria Battaglia, non costituisca un buon esempio di reciproco rispetto dell'autonomia delle istituzioni». Gian Carlo Fossi Il presidente MILANO. La Saffa, la holding cartaria, chimica e dell'imballaggio quotata in Borsa e che fa capo all'Isfina della famiglia Bonomi, progetta nuovi acquisti nel comparto della carta e punta a Est, per creare nuovi insediamenti produttivi o per sviluppare quelli già esistenti nel settore dell'imballaggio. Lo ha affermato il presidente Giuseppe Glisenti al termine dell'assemblea della società che ha approvato il bilancio 1989. I conti della Saffa si chiudono con un utile netto di 22,9 miliardi (17,6 nel 1988) e ricavi netti a livello di gruppo a 574 miliardi ( + 23%). Il dividendo è di 420 lire per le azioni ordinarie e 440 per le risparmio (erano rispettivamente 400' e 420 lire nel 1988). II gruppo sta puntando in particolare sul settore imballaggio, che oggi incide per il 16% sul fatturato complessivo, e vuole concentrarsi anche sull'attività cartaria da cui deriva già il 72% dei ricavi. Intanto, l'operazione con la Sarriò, la società spagnola leader nel settore cartario della quale Saffa dopo il conferimento di Cartiere Saffa controlla il 40% del capitale, comincia a dare buoni risultati: nel primo quadrimestre del nuovo esercizio il fatturato consolidato Saffa è stato di 380 miliardi, raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell'89, con una previsione per l'intero esercizio di 1150-1200 miliardi. [r. e. s.] te della Confìndustria, Sergio Pininfarina

Persone citate: Bieffe, Bonomi, Danca, Del Turco, Gian Carlo Fossi, Giuseppe Glisenti, Pininfarina, Sergio Pininfarina, Spadolini

Luoghi citati: Brescia, Crema, Intra, Italia, Milano, Novara, Roma, Siracusa, Varese