Una fuga «sospetta» dal Bolscioi di Sergio Trombetta

Gesto plateale in piena perestrojka nella speranza di essere il nuovo Nureyev Gesto plateale in piena perestrojka nella speranza di essere il nuovo Nureyev Una fuga «sospetta» dal Bolscioi Muchamedov, ballenno-superstar, sceglie Londra Dopo Vladimir Vassiliev era in assoluto il migliore «Spartacus» del Bolscioi di Mosca, e venerdì 22 gli spettatori di mezzo mondo collegati con Raiuno avrebbero dovuto vederlo in un questo ruolo di schiavo ribelle e perdente a «Il gioco dell'eroe», la megatrasmissione di danza ed altro in programma dal Circo Massimo di Roma. Ma lui, Irek Muchamedov, 31 anni, tartaro di Kazan, certamente non ci sarà: «Ha scelto la libertà», come si diceva una volta. Due giorni fa, approfittando di un viaggio a Londra, dove gli era stata proposta una scrittura per cinque serate, Muchamedov ha firmato un contratto a tempo indeterminato con il Royal Ballet del Covent Garden; ha inviato un telegramma di dimissioni al Bolscioi e chiesto a un'agenzia di procurargli un appartamento dove stabilirsi con la moglie Maria, incinta di sei mesi. «Nell'Unione Sovietica - ha spiegato Anthony Russel Roberts, amministratore del Royal Ballet - non ci sono veri e propri vincoli contrattuali, e noi riteniamo che Irek Muchamedov sia libero da ogni impegno con il Teatro Bolscioi». Decretato nel dicembre dell'87 «Danzatore dell'anno» dal New York Times, vincitore nell'81 del Gran Premio al Concorso Internazionale di Mosca e più recentemente del «Chri¬ stian Andersen Award», Irek Muchamedov era un fedelissimo sostenitore di Jurij Grigorovic, direttore del Ballo al Bolscioi, nella lotta che da tempo divide in fazioni contrapposte gli artisti del teatro di Mosca. Da tutti probabilmente Grigorovic si sarebbe aspettato un gesto simile, ma non certo dal pupillo che aveva lanciato in «Spartacus». Ma il trono di superstar mondiale della danza fa gola. Rudolf Nureyev, ultracinquantenne, un tempo acclamatissimo ed amatissimo, non è più in grado di fornire gli exploit che lo hanno reso famoso. Michail Baryshnikov ha superato i qua- rant'anni e in ogni occasione sostiene di voler mollare. Il mondo della danza non può permettersi più di una o due superstelle a grandezza mondiale. E non è certo un trono che ci si possa aggiudicare soltanto a suon di piroette e jeté. Occorre il gesto plateale in grado di catalizzare l'attenzione dei media. Deve essere stata questa la ragione che ha spinto Irek Muchamedov a rispolverare un metodo inaugurato 30 anni fa da Rudolf Nureyev, e che sa di «guerra fredda», per battere in volata «concorrenti» agguerriti quanto lui e ancora al di sotto della soglia dei 30 anni: Andris Pensate sia impossibile? Avete torto. L'auto più parcheggiata dagli italiani, la più agile del traffico metropolitano, ha battuto un altro record. Oggi costa ancora meno. Sì, la nuova 126 UP può essere vostra con 6.620.000 lire! E per rendervi la vita ancora più semplice, fino al 30 giugno la potrete anche acquistare versando in contanti solo l'equivalente di IVA e messa in strada: appena 1.670.000 lire! Il resto in undici rate mensili a interessi zero. Preferite invece una rateazione fino a 36 mesi? Bravi: risparmierete il 50% sull'ammontare degli interessi. Più di così... Liepa e Faruch Ruzimatov, sovietici pure loro, e l'argentino Julio Bocca, che proprio in questi giorni il «New York Times» ha decretato «erede di Baryshnikov». Occhi da volpe e sorriso da agnello, Irek Muchamedov ha studiato danza a Mosca, è entrato appena laureato al «Moskovskij Klasiceskij Balet» per passare dopo tre anni al Bolscioi e dare vita, oltre a «Spartacus», a ruoli eroici come «Ivan il Terribile» o Boris, il protagonista di «L'età dell'oro», e successivamente Romeo, Jean de Brienne in «Raimonda» e Albrecht in «Giselle». Per dare di sé una immagine tutta dovere e fedeltà a Jurij Grigorovic, e per commentare la lotta arroventata all'interno del teatro Bolscioi, aveva dichiarato in una intervista a «La Stampa» due anni fa: «Tutti questi intrighi non permettono di lavorare. La perestrojka è una bella cosa, ma al Bolscioi la usa chi non vuole ballare e non vuole che si balli. I nemici di Jurij Grigorovic hanno poco da lamentarsi della loro situazione, in russo si dice che scivolano come il formaggio nel grasso». Ma evidentemente le lotte di palazzo nei corridoi del teatro Bolscioi sono diventate insostenibili anche per il fedele Irek. Sergio Trombetta

Luoghi citati: Londra, Mosca, Roma, Unione Sovietica