Carlo Levi, i colori del confino

Carlo Levi, i colori del confino Carlo Levi, i colori del confino Molti i dipinti perduti: sono rimaste le foto fROMA UANDO vennero ad arrestarlo nella sua casa di Torino, il 15 maggio 1935, Carlo Levi stava facendo il ritratto dell'amico Mario Soldati, e ai carabinieri disse di aspettare un momento, perché doveva finire il quadro. Qualche mese dopo, il 3 agosto, l'artista torinese, medico da poco scopertosi scrittore, capo del gruppo antifascista Giustizia e Libertà, partì per il confino lucano dove sarebbe rimasto tra i sassi di Aliano, poi nella meno impervia Grassano, fino al 26 maggio dell'anno dopo. Per un puro caso quel ritratto non figura nella mostra Carlo Levi e la Lucania, Dipinti al confino che si aprirà sabato a Matera, organizzata dal Centro Carlo Levi e dall'omonima Fondazione, con la collaborazione della Soprintendenza della Basilicata, della Galleria d'Arte Moderna di Roma e dell'Istituto Centrale del Restauro, La rassegna sarà poi ospitata a Ferrara, Napoli e, in gennaio, a Torino. Il grosso delle 54 opere esposte è strettamente legato all'esilio lucano, che tanto peso ebbe nella vita dell'uomo e dello scrittore. E le otto che non appartengono a quella esperienza sono state scelte dalla curatrice Maria Pia Vivarelli fra gli autoritratti, i ritratti di Paola Olivetti e le nature morte dipinti tra il '35 il '36. Questi dipinti rappresentano bene i molti quadri eseguiti durante il confino e andati dispersi: di oltre 15 tele - ammette Vivarelli - si è persa ogni traccia, di altre 30 è rimasta solo una documentazione fotografica, che il catalogo riporta. La mostra e il catalogo (con brevi testimonianze di amici come Norberto Bobbio, Giulio Einaudi, Mario Cancogni, Natalia Ginzburg, Vittorio Foa) non hanno un valore puramente filologico; contribuiscono alla riscoperta di Levi pittore, già avviata negli anni scorsi e esplosa con il successo riscosso alla recente mostra della cultura ebraica al Jewish Musem di New York .«E' il pittore degli Anni Trenta - suggerisce Vivarelli - che supera l'espressionismo, anticipando la cultura realistica che si affermerà solo alla fine del decennio con le riviste Prospettive e Corrente, aprendo al dibattito del dopoguerra. E' questa la vera novità che emerge e che altre mostre moderne, dove si mescolavano produzioni di vari periodi, non avevano permesso di mettere in luce». [m. g. b.] risalendo, il filosofo Colletti, razionalista, dovrà pur arrivare a un grande interrogativo se non a una «causa» incausata. Le ipotesi astronomiche, più attuali ancora, ammettono una «creazione» continua di materia nello spazio intergalattico; «creazione», proprio così dicono fior di astrofisici. E senza scomodare la metafisica e la religione, la semplice «filosofia del linguaggio» ci potrebbe svelare che dove c'è la «creazione» c'è anche il «Creatore». Guido Candido, Collegno (To) Noi non siamo come i tedeschi Quelli delle Leghe del Nord hanno avuto un sorprendente successo nelle ultime elezioni amministrative, puntando la loro propaganda sul malcontento contro il governo di Roma. Ma chi in tutta Italia, e anche all'estero, parla bene del suo governo?