A Torino tra gaffes, sorprese e proteste di C. Giac

A Torino tra gaffes, sorprese e proteste A Torino tra gaffes, sorprese e proteste In barba alla Fifa tifosi delle due squadre insieme sugli spalti TORINO. Qui sul primo anello, là sul secondo e sul terzo, laggiù nelle curve i grappoli verde-oro della (rtorcida» ondeggiavano al vento dell'entusiamo accanto ai chicchi blu e gialli della tifoseria svedese. Questo panorama illuminava l'altra sera la sfida tra brasiliani e scandinavi nel nuovo stadio di Torino. Che spettacolo magnifico, per policromia, e per civiltà: quando mai, con i tempi che corrono, schiere opposte di supporters sostengono i propri eroi gomito a gomito, senza insultarsi o picchiarsi? Tifosi mescolati. La commistione di verde-oro con blu e gialli è la spia di una pericolosa disorganizzazione: la Fifa ha sempre predicato rigorosa separazione dei fans in settori il più possibile lontani fra loro. Domenica, al «Delle Alpi», il diktat della federazione mondiale del pallone è stato del tutto ignorato. Almeno fatti alla mano. Come mai? Cosa sarebbe successo se, invece di sudamericani e vichinghi, sulle gradinate si fossero trovati spalla contro spalla tifosi inglesi e tedeschi che hanno rispettivamente messo a soqquadro Cagliali e Milano? Il cielo ha dato una mano agli organizzatori: ma sarebbero stolti se continuassero a confidare nella Provvidenza. Qui a Torino, tra due lunedì, si disputerà un ottavo di finale, e il 4 luglio è in programma una semifinale. Allora, sulle gradinate, non prenderanno posto tifoserie civili come quelle di domenica. Qualche esempio. Nel settore sovrastante la tribuna-stampa, brasiliani e svedesi hanno annodato alle balaustre i propri striscioni aiutandosi reciprocamente. I primi battevano sui tamburi mentre i secondi, ad un metro, soffiavano in comi arcuati. Un caso, però. Guai se in futuro supporters nemici si trovasssero gli uni in mezzo agli altri: focolai di violenza potrebbero sorgere in de¬ cine di punti con problemi d'intervento delle forze dell'ordine. L'inno calpestato. Un altro neo. L'inno brasiliano, sovrastato dall'annuncio delle formazioni. Il meno responsabile della vergognosa mancanza di tatto è proprio lo speaker: Giovanni Chiariglione, impiegato alla Fiat Aeritalia, da 24 anni voce del vecchio Comunale. L'altro ieri sera Chiariglione lavorava dentro una cabina insonorizzata. E, quando dalla sala-regia, posta accanto al bar della tribunastampa, gli è giunto l'ordine («Vai con le squadre») ha cominciato a scandire i nomi dei giocatori. Ahilui, la Fifa gli aveva consegnato l'elenco della nazionale verde-oro in cui gli eroi erano indicati secondo l'anagrafe autentica e non quella pallonara. Risultato: lo speaker ha snocciolato nomi significanti qualcosa solo a un'enciclopedia ambulante del calcio: così il Brasile è risultato composto da tali Claudio Leal (noto come Dunga), Antonio Oliveria (Careca) e Luis da Costa (Muller). E così via senza che nessuno dalla regia prowedessse a tacitarlo. Povero speaker: alla fine s'è sentito complimentare con queste parole da un solone della Fifa piombato in cabina stravolto: «Ma è impazzito? Con la sua voce ha coperto l'inno. Il presidente del Brasile, Collor de Mello, è sdegnato». La sorpresa dei posti. Imbiutanti anche non pochi spettatori che, dopo avere sborsato parecchi quattrini, si sono ritrovati nei posti più popolari. L'avvocato torinese Marco Minoli ha già intentato causa al Col ((per conto di una società romana mia cliente per la quale avevo comperato biglietti di II categoria che costano 90 mila lire l'uno. Pensavo che questi tagliandi garantissero una buona sistemazione: invece erano di curva Sud, quinta fila, proprio dietro la porta, all'altezza dell'inferriata che recinge il terreno di gioco». E' il settore che Juve e Toro vendono in abbonamento al prezzo più basso: 200 mila lire per 17 incontri di serie A. «E' grottesco - si sfoga l'avvocato Minoli - che tramite la Banca Nazionale del Lavoro il Col abbia classificato con la II delle quattro categorie, quei seggiolini da cui non si vede nulla». Identica protesta ci è giunta per fax da Andrea Pastorelli, Sergio Sberveglieri e Angelo Mezzano, e per telefono da Giorgio Camperi, medico di Biella. Andirivieni strano. Altre magagne. Il continuo via vai della gente nella tribuna-stampa, non protetta e isolata secondo le disposizioni Fifa; l'invasione di alcune decine di tifosi brasiliani e svedesi in sala-stampa, pare da un ingresso di sicurezza. Le difficoltà di accreditamento da parte di quei giornalisti che dovevano ritirare il proprio biglietto d'ingresso al centrostampa, [c. giac]

Luoghi citati: Biella, Brasile, Milano, Torino