I romeni vogliono battere un altro russo
Contro i Leoni d'Africa l'allenatore Jenei perde il libero Popescu ma può contare su Hagi Contro i Leoni d'Africa l'allenatore Jenei perde il libero Popescu ma può contare su Hagi I romeni vogliono battere un altro russo // etNepomniachi: ma io non sono dogmatico come Lobanowski BARI DAL NOSTRO INVIATO Valeri Nepomniachi, et del Camerun: un allenatore fino a ieri sconosciuto, un Signor Nessuno del calcio mondiale. La banca dati della Fifa non riporta neppure i suoi dati anagrafici. Eppure è lui l'uomo che venerdì ha umiliato Bilardo. Alla portata di Nepomniachi, poi, c'è un'impresa che farebbe entrare il suo nome nell'albo d'oro dei Mondiali: superare il turno, per la prima volta nella storia del football, con una squadra africana. Nel ritiro di Selva di Fasano, a cinquanta chilometri da Bari, la squadra camerunese si gode il suo momento magico. I giocatori brindano con i tifosi. Saltano in piscina. Giocano a pingpong in ciabatte. Non Nepomniachi, però. Fedele alla sua immagine di russo d'acciaio trapiantato all'equatore da due anni, non si lascia andare più di tanto. Guai a riposare troppo sugli allori. «Non si può assolutamente dire - sostiene - che siamo noi i più forti del girone perché abbiamo battuto l'Argentina campione del mondo». C'è spazio per una battuta, però, che la dice lunga su questo allenatore sornione che viene dal freddo: «La squadra di Bilardo, a Milano, non si è espressa come potrebbe. Ma è merito nostro: non le abbiamo concesso spazi». Giovedì lo scontro tra le due squadre-rivelazione del girone B, Camerun-Romania. Emerich Jenei, a Bisceglie, ha già iniziato lo studio dei «Leoni indomabili». Ammette di non conoscere uno per uno gli avversari. «Sono bravi, però - dice Jenei per noi sarà un impegno duro e faticoso». C'è poi da pensare a quell'Omam Biyik che ha impallinato Pumpido e sembra sicuro che dovrà fare a meno di Gheorghe Popescu, libero con licenza di attaccare, infortunato. Ma per fortuna di Jenei (e sfortuna di Nepomniachi) giovedì rientra il regista Hagi e la squadra dovrebbe migliorare in maniera consistente. Con Hagi in campo, dove può arrivare questa Romania che ha già superato la titolata Urss? «Non voglio fare pronostici, sono superstizioso - risponde Jenei - ma la fame vien mangiando». E ridacchia. Lobanowski sostiene, un po' sprezzante, che i romeni sanno fare solo il contropiede? Risponde Jenei: «E' quanto ha visto l'altro giorno sulla sua pelle. Ma quel che sappiamo fare lo vedrete nelle prossime partite». C'è intanto un secondo sovietico sulla sua strada. E al et romeno piacerebbe non poco, incassando un risultato utile, togliersi la soddisfazione di vedere nella polvere un altro russo. «Ce ne hanno fatta vedere tan¬ ta, di polvere, negli anni scorsi. Ora tocca a loro». Naturalmente Valeri Nepomniachi non ci sta e promette sfracelli. A chi gli ricorda la possibilità di vendicare il compatriota Lobanowski, però, risponde con una punta di astio: «A ciascuno la sua partita. Io devo pensare ai miei, ora». Si sa, infatti, che tra i due sovietici non corre buon sangue: dell'altro, Lobanowski nei primi giorni del ritiro in Italia ha detto di non sapere nulla, di non conoscerlo neppure. E Nepomniachi se l'è legata al dito. Ma ora, grazie al trionfo di Milano, l'ex Signor Nessuno si può togliere qualche soddisfazione: «Non sono affatto un suo allievo. Lobanowski è troppo dogmatico: decide tutto a tavolino, tattiche e giocatori. Io, al contrario, mi preoccupo di studiare gli avversari e sulla base delle loro caratteristiche decido la nostra condotta di gioco».
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