Shamir ce l'ha fatta Fiducia di misura al governo dei falchi di F. A.

Peres: Israele sempre più isolato Peres: Israele sempre più isolato Shamir ce Pha fatta Fiducia di misura al governo dei falchi TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO La Keneseth ha espresso fiducia ieri di stretta misura (62 voti favorevoli, 57 contrari, un astenuto) al governo «nazionale» del Likud al termine di un acceso dibattito in cui il premier Yitzhak Shamir ha confermato l'impegno a perseverare nell'iniziativa di pace avviata l'anno scorso, nonostante i condizionamenti dell'estrema destra e «la conferma a Baghdad dell'ostilità di quasi tutti i Paesi arabi verso Israele». Il capo dell'opposizione, il laborista Shimon Peres, in un discorso improntato al pessimismo, ha invece accusato Shamir di essersi lasciato sfuggire l'occasione unica di avviare un dialogo con i palestinesi e ha previsto che il nuovo governo guiderà il Paese verso un totale isolamento internazionale. Come già domenica, di fronte al comitato centrale del partito, Shamir ha accusato il partito di Peres di slealtà verso il governo precedente e di connivenza con quanti all'estero criticano Israele. Per Shamir «i laboristi hanno innalzato la bandiera del disfattismo per portare il Paese alla resa». Il governo del Likud si opporrà al dialogo con l'Olp, «perché i riconoscimenti internazionali all'organizzazione altro non fanno che incoraggiare nuovi atti di terrorismo». Una volta isolati «i sobillatori» e repressa l'Intifada, il governo offrirà autonomia amministrativa agli arabi della «Giudea-Samaria» e di Gaza, ma non a quelli di Gerusalemme Est. Ma Peres ha obiettato che questa politica non ha speranza di successo. Collegando la questione palestinese all'ostilità araba verso Israele, ha notato, il Likud rende ancora più arduo l'avvio di un dialogo con gli abitanti dei Territori. «Shamir vuole la pace - ha detto con sar^ càsmo - ma senza gli arabi». " «Già oggi avremmo potuto essere impegnati al Cairo in colloqui con i palestinesi che avrebbero mutato l'atmosfera del Medio Oriente - ha poi esclamato il leader laborista - e iti gga ■ invece Shamir si è lasciato sfuggire questa occasione come già fece fallire l'accordo con Hussein per una conferenza di pace e la mediazione dell'ex segretario di Stato Shultz». L'Egitto ha reagito con prontezza al duro discorso ideologico pronunciato domenica da Shamir. Il Cairo ha avanzato tre richieste al dipartimento di Stato Usa: 1) che Israele si impegni a garantire l'incolumità dei palestinesi nei Territori; 2) che si astenga dall'alterarne lo status quo con nuove colonie; 3) che sia fissata la data di un incontro fra i ministri degli Esteri di Usa, Egitto e Israele per discutere le prospettive di un dialogo israelo-palestinese. L'Egitto ha chiesto inoltre a Washington di non interrompere il dialogo con l'Olp, dopo che l'organizzazione ha sconfessato implicitamente il raid del 30 maggio sulla costa israeliana. Ieri il vicepresidente Quayle ha detto che gli Usa coopereranno col governo israeliano, ma è impressione diffusa che mentre si approfondisce il divario tra Gerusalemme e Washington si delinei un coordinamento fra Usa ed Egitto sul processo di pace in Medio Oriente. Il nuovo governo non avrà vita facile né nelle relazioni estere né all'interno: la sua sopravvivenza dipende da partiti minuscoli e imprevedibili e da un gruppo di deputati opportunisti. Shamir cercherà di allargare la base della coalizione, includendo i quattro deputati dell'Agudat Israel. A questo scopo il Likud sosterrà restrizioni alle leggi sull'aborto, sulle «pubblicazioni oscene» e sulla carne suina. Ieri Shamir, laico, ha intercalato il suo discorso con citazioni dei profeti Samuele, Geremia e Zaccaria. Nei Territori il comando clandestino dell'Intifada ha sfidato Shamir, ordinando alla popolazione di «bruciare la terra sotto ài'pIe'di^dèFcióldm é dei soldati». A Nablus una pattuglia dell'esercito ha sorpreso 21 attivisti dell'Intifada: uno è ri: masto ucciso, tre sono stati feriti, gli altri sono stati catturati. f [f. a.]