Bomba antivivisezionista ferisce un bambino di Paolo Patruno

Bomba antivivisezionista ferisce un bambino Bomba antivivisezionista ferisce un bambino Accuse alla polizia: era stata avvisata ma non è intervenuta LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per un'incredibile «dimenticanza» della polizia di Bristol, un bambino di un anno rischia di restare paralizzato in seguito all'esplosione di una bomba rudimentale nascosta nell'auto di un veterinario da un gruppo «antiviviseziomsta». Nell'attentato, il ricercatore è rimasto indenne, mentre le schegge dell'ordigno hanno colpito gravemente il piccolo che si trovava nel passeggino sul marciapiede accanto alla macchina esplosa. Una guardia giurata aveva segnalato alla polizia, diverse ore prima dell'attentato, di aver visto mettere un pacco sospetto sotto l'auto di un suo vicino. La squadra di pronto intervento aveva accertato che la macchina apparteneva a un veterinario specializzato in ricerche sugli animali all'uni¬ versità di Bristol, quindi potenziale obiettivo dei bellicosi militanti dei gruppi contrari agli esperimenti sugli animali, resisi già protagonisti, nel recente passato, di numerose azioni violente contro laboratori di ricerche e personale specializzato nei test. Ma complice l'atmosfera rilassata del week-end e i turni ridotti, la segnalazione era rimasta lettera morta, dimenticata su una scrivania. Nessuno si era preoccupato di avvisare il veterinario proprietario dell'auto della segnalazione ricevuta, nessun agente si era recato sul posto per verificare che cosa contenesse il pacco sospetto. E così, domenica pomeriggio, l'ignaro Patrick Headley si è messo al volante dell'auto che ha percorso pochi metri prima di essere squassata dall'esplosione. Miracolosamente illeso, il guidatore è sceso dal¬ la macchina semidistrutta mentre accanto a lui le schegge, sparpagliate come da una bomba a frammentazione, colpivano alla colonna vertebrale il piccolo John Cupper, di tredici mesi. Il vicequestore John Harland ha ammesso, in una conferenza stampa che «da parte nostra sono stati commessi degli errori. Non abbiamo controllato subito che cosa ci fosse nel pacco e gli eventi hanno portato successivamente al ferimento del bambino. Desidero esprimere le mie scuse alla famiglia». Sull'episodio, i dirigenti della polizia di Bristol hanno subito aperto un'inchiesta per individuare i responsabili dell'incredibile atto di negligenza. Questa trascuratezza è tanto più incomprensibile se si ricorda che solo mercoledì scorso un altro ordigno era esploso nell'auto di una veterinaria presso il Centro ricerche del ministero della Difesa a Porton Down, ferendo seriamente la guidatrice. E sempre a Bristol, un anno fa aderenti al movimento di liberazione degli animali avevano incendiato il laboratorio dell'università dove si svolgono gli esperimenti di vivisezione. Questi precedenti, osservano i giornali stigmatizzando l'accaduto, avrebbero dovuto indurre la polizia a intervenire tempestivamente. Senza contare poi che nell'attuale clima di psicosi collettiva innescata dai ripetuti attentati dell'Ira sul territorio inglese, un «pacco sospetto» nascosto sotto un'auto avrebbe dovuto fare scattare l'allarme fra i poliziotti, anche nell'atmosfera sonnacchiosa di una domenica inglese. Paolo Patruno

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