Tregua di Craxi: per ora si parla solo di calcio di Fernando Mezzetti

Il leader psi, a Tokyo per i debiti del Terzo Mondo, manda un avvertimento ad Andreotti Il leader psi, a Tokyo per i debiti del Terzo Mondo, manda un avvertimento ad Andreotti Tregua di Craxi: per ora si parla solo di calcio «Revochiamo le sanzioni allafinq,» TOKYO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Lontano dai problemi italiani e impegnato nella missione Onu sul debito dei Paesi in via di sviluppo, Craxi indica indirettamente una tregua con Andreotti e con la de auspicando sul piano internazionale una ripresa degli aiuti e crediti alla Cina «malgrado pagine oscure e fatti dolorosi». Impegnato nella stretta finale dell'incarico affidatogli da Perez De Cuéllar, il leader socialista, in una conferenza stampa sugli intensi colloqui avuti coi massimi esponenti governativi e finanziari del Giappone, delinea i suoi prossimi impegni della missione, fino al rapporto conclusivo previsto per il 7 luglio a Ginevra. Quindi con un tono tra enigmatico e ammonitore conclude: «Poi tornerò in Italia perché ho delle cose da fare». Ma Andreotti nel suo discorso alla direzione de giovedì scorso voleva mandare qualcuno alle Bahamas, gli viene Ad Ariccia Ingrao ha u sato toni misurati ben lontani dalla requisitoria di Natta obiettato. «Sì, ma non si riferiva a me», risponde Craxi. Non intende parlare di problemi italiani in questa sede? «Perché parlarne? C'è qualcosa di nuovo? Mi sembra tutto tranquillo e da quanto mi risulta adesso in Italia si parla solo di calcio». E lei di che cosa ha parlato venerdì sera a Milano a cena con Cossiga? «Non mi ricordo», è l'evasiva risposta, a suggello di una tacita tregua dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi sulle «incostituzionalissime» iniziative referendarie, sugli opposti schieramenti interni de e sull'attivismo dei vertici delle istituzioni in materia di riforme. Sui temi che lo hanno portato in Giappone, Paese che vanta insieme con gli Stati Uniti i maggiori crediti v-ìrso i Paesi in via di sviluppo, Craxi ha avuto ieri incontri di alto livello politico e tecnico: col primo ministro Kaifu, col ministro degli Esteri Nakayama, col ministro delle Finanze, Hashimoto; e poi col presidente dell'Associazioone bancaria e presidente della Fuji Bank, terza banca del mondo, e con quello della Sanwa Bank, quarta banca del mondo. Interlocutori determinanti ai fini della missione, dato il peso finanziario ed economico giapponese, l'entità dei crediti, pari se non superiori a quelli degli Stati Uniti, e i cospicui aiuti che Tokyo sta erogando - circa 65 miliardi di dollari - nel piano di riciclaggio dei suoi ingenti surplus commerciali. Con gli esponenti governativi Craxi ha concordato sul fatto che l'indebitamento del Terzo Mondo debba costituire uno dei punti centrali del vertice di Houston nel luglio prossimo. Avendo rilevato in essi propensione alla ripresa di aiuti e crediti alla Cina, egli ha mostrato di comprenderlo nel quadro degli interessi generali e dei sottosistemi regionali: «Sono favorevole. Non credo alle sanzioni economiche e malgrado pagine oscure e fatti dolorosi non le ritengo giuste in particolare per un grande popolo che vive nel sottosviluppo, e che non può essere trascurato». Inviate di De Cuellar. Craxi con Negando, che esista «un piano Craxi» sull'indebitamento del Terzo Mondo, ha però insistito sulla necessità di approfondire alcuni aspetti del piano Brady, che «se rafforzato con garanzie o contributi troverebbe più facilmente aplicazioni in altri il premier giapponese Toshiki Kaifu Paesi». Dopo Tokyo, Craxi visiterà altre capitali, anche all'Est, per il rapporto conclusivo da presentare il 7 luglio a Ginevra, tornando infine «alle molte cose da fare» in Italia. Fernando Mezzetti Privatizzazioni