«Grazie Giulio di non esserti candidato»

«Grazie Giulio di non esserti candidato» «Grazie Giulio di non esserti candidato» SAN MARINO. Il presidente Cossiga, nel corso della visita di Stato nella Repubblica di San Marino, è tornato ieri sul tema della successione al Quirinale. In proposito ha detto ieri di non essere favorevole alla rielezione del Presidente della Repubblica e di essere «grato» ad Andreotti per aver evitato di dire in questi giorni se egli si considera un candidato o meno a quella carica. In sostanza, ha spiegato Cossiga, «Andreotti ha detto che non gli sembra appropriato, né delicato, né educato parlare di candidature in questo momento. Tanto più che non c'è un divieto della candidatura del Presidente in carica. E a distanza di due anni, gli è sembrata una cosa poco cor¬ retta nei confronti del Presidente parlare di altre candidature». «L'ho ringraziato di questo — ha aggiunto Cossiga —. Ma con quel ringraziamento con cui si rifiuta la tazzina di caffè che gli viene offerta perché ne ha già bevute troppe per cinque anni». Tra l'altro il presidente della Repubblica ha affrontato anche l'argomento del semestre bianco, cioè gli ultimi 6 mesi del mandato presidenziale durante i quali il capo dello Stato non può sciogliere il Parlamento. «Se chi lo vuole abolire, ha detto Francesco Cossiga, intende impedire la rielezione del Presidente della Repubblica, io sono favorevole». ambienti delle commissioni stragi, Cossiga ha risposto con un detto sassarese alle polemiche reazioni che aveva suscitato: «Chi si becca, mal si sente». Come dire che chi si sente colpito reagisce attaccando. E il capo dello Stato ha anche voluto replicare ai critici che lo hanno accusato di eccessive ingerenze nel lavoro del Consiglio superiore della magistratura. «Il Presidente della Repubblica - ha detto - non è solo il presidente del Csm: lo è anche della Repubblica italiana. E non deriva i suoi poteri di presidente della Repubblica dall'essere presidente del Csm. Anzi, è vero il contrario: è presidente della Repubblica nonostante sia presidente del Csm». Poi, tornando sull'appello all'unità politica, Cossiga ha cercato di dissipare eventuali incomprensioni: «Non è un invito a far venir meno la dialettica e il confronto nel Paese e nelle istituzioni. E' un invito a saper cogliere il senso delle proporzioni e delle priorità storiche». Per Cossiga, infatti, la presidenza di turno italiana riveste un'importanza particolare perché capita proprio nel periodo in cui dovrà essere avviata la trasformazione della Cee in una vera e propria comunità europea politica. «Vorrei che tutte le forze politiche fossero consapevoli che l'inizio del semestre italiano non è un fatto di cronaca internazionale: è uno straordinario periodo di opportunità. Ma straordinari sono anche gli oneri e le responsabilità che ricadono sull'Italia». A proposito del futuro assetto dell'Europa, Cossiga ha detto che durante la presidenza italiana «bisognerà ripensare all'avvenire della Comunità e al rientro in Europa di Paesi come l'Ungheria, la Cecoslovacchia, la Polonia: nessuno può pensare che l'ideale dei fondatori della Cee fosse quello di sostituire la cortina di ferro con una cortina di écus». Nei prossimi sei mesi, anche il Consiglio d'Europa - un'istituzione che non ha fatto parlare molto di sé negli ultimi 40 anni, ma che ora si muove con maggior dinamismo - avrà un ruolo di primo piano nel ridise¬

Persone citate: Andreotti, Cossiga, Francesco Cossiga

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Europa, Italia, Polonia, San Marino, Ungheria