Violoncellisti in scena il 4 per il maestro di Leonardo Osella
RICORDARE JANIGRO CONCERTI RICORDARE JANIGRO Violoncellisti in scena il 4 per il maestro I ricordo di tante notti disastrose dòpo i conl certi, quando mi veniva in mente quella nota calante, l'altra sporca, il ritmo non a posto. E' un'angoscia, ma credo che sia anche un dovere». Era Antonio Janigro a pronunciare queste parole, mica un novellino. E Janigro, protagonista di tanti indimenticabih concerti conié solista e come direttore, l'anno scorso ci ha lasciati per sempre. Tutti lo ricordano anche a Torino, dove diresse il Complesso d'Archi della Rai e tenne al Conservatorio preziosi corsi nell'ambito degli «Incontri con la Musica» con il contributo della Fiat. Ma il legame più stretto Janigro lo ebbe con il violoncello, che aveva imparato a suonare con Crepax, Alexanian e Casals. L'Unione Musicale; la De Sono Associazione per la Musica e la Fiat hanno organizzato un concerto quanto mai singolare, offerto dagli allievi di Antonio Janigro e eseguito esclusivamente da violoncellisti che si esibiranno in varie formazioni. Si tiene lunedì 4 giugno all'Auditorium (alle ore 21 ingresso gratuito) e vedrà impegnati Julius Berger, Carlo Bertola, Mario Brunello,. Marianne Chen, Thomas Demenga, Mario De Secondi, Michael Flacksman, Helen Godefroy, Antonio Meneses, Giovanni Sollima, Gustavo Tavares. L'omaggio comprenderà musiche di Bach (Aria dalla Suite n. 3), Bizet (Adagietto da «Arlesienne», Vivaldi (Concerto in sol minore), Sollima (E gli alberi sono germinati e gli uomini e le donne...), Villa Lobos (Bachiana bràsileira n. 1). Inoltre sarà disponibile un volume che raccoglie documenti e testimonianze su questo indimenticabile maestro che ha avuto tra gli altri pregi quello, inestimabile, di trasmettere ad altri la sua arte. Sempre l'Unione Musicale ospiterà mercoledì 6 (Auditorium, ore 2.1) Alexander Lonquich. E' un lieto ritorno a Torino, questa volta all'insegna del «tutto Schumann». Il giovane pianista tedesco ha scelto un programma che va «a ritroso» toccando òpere estreme della produzione schumanniana. Si comincia con l'ultima produzione pianistica, quei «Gesànge der Fruhe» che, ispirati ai sentimenti che nascono all'alba, sono invece il lascito crepuscolare d'un artista ' in procinto di cadere nell'oscurità della fòiba. Seguono gli «Otto pezzi fantastici op. 12», omaggio alla giovane pianista inglese Anna Robena Laidlaw, una serie di pagine in cui la serenità della natura si mescola ad angoscianti interrogativi. I «pezzi» appartengono alla produzione giovanile, come pure le «Davidsbùndlertànze» che Lonquich eseguirà in chiusura di serata. Queste ultime famose pagine precedono addirittura cronologicamente i «pezzi fantastici», ma un sottile filo le lega ài testamentari «Canti dell'alba», ed è il proclama che il giovane Schumann lancia dalla sua rivista ai coetanei, per combattere i filistei della musica:. «Voi avete di fronte una strada lunga e difficile. C'è uno strano baghore nel cielo, non so se di alba o di tramonto. Fate che si trasformi in luce». Le «Danze della Lega di Davide», l'immaginario sodalizio che propugna il rinnovamento musicale, sono il manifesto di una modernità formale nel pieno spirito del classicismo, all'insegna della variazione come cucitura di «brani che rivelano un senso di dinamica evoluzione, di inesausta fuga in avanti». Leonardo Osella Antonio Janigro
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