Filippo Foes suona il leggendario piano di Franz Liszt

Filippo Faes suona il leggendario piano di Franz LisztPresso il Ridotto del Teatro alla Scala domani il recital con un programma interamente dedicato all'opera del maestro Filippo Faes suona il leggendario piano di Franz Liszt Toma alla ribalta lo Steinway restaurato dal «Laboratorio musica» di Milano Theodor Steinway, proprietario della omonima ditta produttrice di pianoforti, era nel 1883 così orgoglioso di un nuovo modello uscito dalla sua fabbrica che decise di mandarne un esemplare in omaggio a Franz Liszt. Dal 1861 l'abate Liszt si era trasferito a Roma ma tornava regolarmente a Weimar per tenervi dei corsi di pianoforte frequentati dai migliori talenti musicali dell'Europa. Nella cittadina granducale il Maestro abitava nella Hofgartnerei, una piccola dimora entro il parco della residenza principesca ma il vero foyer della sua vita artistica si trovava un po' discosto nella bella casa della baronessa Olga von Meyendorff. Anche lei era stata una vecchia fiamma dell'intrepido musicista che nella vecchiaia si trovò ad essere accudito dall'affetto un po' assillante di tante celebri maitresses trasformatesi in dame devote e un po' bigotte. Fu così che il bellissimo piano¬ forte Steinway non trovando posto nella Hofgartnerei dove già troneggiava un Bechstein, fu sistemato nel salotto della baronessa di Meyendorff. Non si trattava certo di una sistemazione di ripiego: era proprio in quel salotto che si svolgevano gli incontri musicali più sensazionali e Liszt ebbe per quello strumento espressioni di lode del tipo «Grandioso capolavoro di forza, di sonorità, di qualità di canto e di effetti armonici perfetti». Che non si trattasse di entusiasmi esagerati si può comprendere dal fatto che a Liszt era toccato in sorte di assistere ad una grandiosa evoluzione del suo strumento. Era nato nel 1811 e nella sua qualità di «enfant prodige» aveva cominciato a esibirsi in pubblico come pianista nel 1820, suonando quindi su strumenti dalla sonorità alquanto tenue. Aveva trasformato radicalmente la tecnica del pianoforte inventando un modo di suonare in cui 10 strumento a tastiera cercava di catturare tutte le seduzioni dell'orchestra sinfonica ma quei diluvi di arpeggi e di ottave si abbattevano pur sempre su una tastiera capace di rendere solo in parte la veemenza dell'idea sonora. Su quegli strumenti che gli toccò suonare per anni e anni il cosmo sonoro di Liszt veniva in un certo senso miniaturizzato ma nel 1883 con quello strumento creato da Steinway si aveva a disposizione il primo esemplare di una nuova generazione di pianoforti, uno strumento praticamente uguale a quelli di oggi. Nell'83 Liszt contava 72 anni, 11 mondo intero lo celebrava ma lui si sentiva sempre più stanco e solo. Nell'86 la nipote Daniela von Bùlow, figlia primogenita di Cosima, si sposò a Bayreuth con lo storico dell'arte Henry Thode ed il nonno le inviò come regalo di nozze quello Steinway. Daniela si affezionò moltissimo a quella testimonianza d'affetto del nonno che sarebbe scomparso qualche mese dopo e quando con il marito si trasferì in Italia nella villa Gargnacco sul lago di Garda, sistemò il pianoforte in mezzo ad un arredamento nobile ed elegante. Passarono gli anni, venne la prima guerra mondiale e il governo italiano requisì villa Cargnacco con tutti i suoi mobili. Il sequestro divenne definitivo al punto, che nel 1922 Gabriele D'Annunzio poteva acquistare la villa Cargnacco con tutti i suoi arredi e trasformarla nel Vittoriale degli Italiani. Anche col nuovo proprietario al pianoforte toccò un trattamento d'onore: fu suonato da musicisti illustri e regolarmente da Luisa Baccarà, la fervida assistente musicale del poeta. Daniela fece fuoco e fiamme, aizzò contro l'Immaginifico una campagna stampa in cui lo accusava di essere un ladro addirittura, ma non ottenne nulla. Solo dopo la morte di D'Annunzio, grazie all'interessamento di Benito Mussolini, la tenace signora tedesca riuscì a tornare in possesso del suo pianoforte, ma a quel punto dovette riflettere un poco e alla fine decise di lasciarlo in Italia purché venisse accolto e conservato nel museo teatrale della Scala. Adesso il Laboratorio di musica e antichi strumenti di Milano ha ultimato un completo restauro del pianoforte che verrà esibito al pubblico domani sera in un occasione di un recital affidato al pianista Filippo Faes con un programma naturalmente dedicato all'opera di Liszt. E' opportuno rammentare che non si tratta tanto di uno strumento d'epoca con i relativi ed un poco ambigui feticismi ma di uno splendido pianoforte, sostanzialmente simile a quelli di oggi per potenza e bellezza di suono, al quale è toccato in sorte di essere stato suonato da Franz Liszt. Enzo Restagno

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