Dizzy Gillespie e Miles Davis

Dizzy Gillespie e Miles Davis A Torino non sarà solo Mundial: ecco l'elenco del jazz e degli ospiti Dizzy Gillespie e Miles Davis Samba al campo, salsa in piazza S. Carlo TORINO. Non sarà un'estate tutta nel pallone, accadranno altre cose e anche divertenti per chi resterà in città per una scelta di tipo sportivo o magari economico. Uno spazio rilevante, per qualità, se l'è ritagliato il jazz che con l'organizzazione dell'Aics e dell'Arci, (con il patrocinio del Comune e di vari enti locali) esordirà in piazza San Carlo, venerdì 29 giugno, con un concerto alla grande, popolare: in scena, di fronte al cavaliere in bronzo, due celebri orchestre dirette da due personaggi tra i più amati dal pubblico di tutto il mondo. Ecco dunque Tito Puente, newyorkese con il mambo al posto del cuore, e l'intramontabile Dizzy Gillespie con la sua «United Nations Ali Stars Orchestra», un'orchestra mondiale per i Mondiali. Puente, che già ascoltammo alla Pellerina durante una trascorsa stagione dei Punti Verdi, è il campione della Salsa, quella intramontabile mùsica che da Cuba a Portorico inventa ogni anno variazioni sul tema del mambo e rende torridi i sabati sera non soltanto nella New York di John Travolta. Gillespie è Gillespie, il grande vecchio, l'ultimo superstite (con Blakey) della generazione del Bebop. A Torino porterà una orchestra di assi internazionali, un'orchestra di cui fanno parte dunque musicisti di differente provenienza: il brasiliano trombettista Claudio Roditi, l'altro trombettista, ma cubano, Arturo Sandoval, poi altri cubani: Paquito D'Rivera (sax) e Ignacio Berroa (batteria); poi il percussionista brasiliano Airto Moreira (con la moglie Flora Purim, cantante); in tutto sono quindici elementi tra i quali fanno spicco i due americani Steve Turre (trombone) e James Moody (sax). A questa dreaming band si prevede che si unirà nel gran finale anche Tito Puente: Torino tropical. Samba alla Continassa, Salsa in piazza San Carlo. E tutto questo è solamente un anticipo sui quattro concertoni che costituiscono il cartellone del «primo» Festival del jazz torinese. Quest'anno infatti gli organizzatori hanno evitato la formula dei concerti distanziati, come è sempre accaduto, ma hanno ottenuto la facoltà di produrre un vero festival che si articolerà dal 9 al 12 luglio. Per l'esordio (Palasport) sarà di scena Miles Davis con Kenny Garrett (sax), J. F. McReary dead béss), Benjamin Rietveld (basso), John Bigham (percussioni), Ricky Wellman (batteria). Concertone di prestigio e di richiamo: Davis infatti non si rivolge più ai jazzofili ma predilige la folla del rock e a questa dedica la sua seducente e sottile arte. 10 luglio (Palatenda): serata a tema, il Bebop, con Red Rodney, leggendario trombettista, compagno di Charlie Parker nella realtà e anche nella finzione filmica («Bird», regìa di Clint Eastwood). Dopo Rodney, un altro parkeriano: Roy Haynes, probabilmente il più grande batterista del jazz moderno, un innovatore che ha precorso i tempi annunciando già nei primi Anni Cinquanta un fraseggio che diventerà prassi molto ma molto tempo dopo. Un genio. In chiusura ancora un batterista: l'ex enfant prodige Tony Williams che (con Haynes, DeJohnette ed Elvin Jones) e tra gli inventori della moderna percussione nel jazz. La serata dell'11 (sempre al Palatenda) è dedicata al jazz vocale. Saliranno in scena tre gruppi: il trio Montgomery, Plant & Striteli (trionfatori a un recente Settembre Muysica), i «New York Voices» e i «Take 6», i nuovi «mostri» della vocalità portata a livelli tali da acciuffare la perfezione. Mainstream il 12 (Palatenda) Con l'immarcescibile Dave Brubeck (che nonostante la storia gli abbia dato torto ha pur sempre un folto nugolo di fans che 10 segue). E poi una grande sorpresa, un grande regalo per chi ama veramente il jazz e i suoi eroi: ecco l'ottantenne Milton Hinton, gran signore del contrabbasso, veterano dal passato glorioso, figura carismatica per tre generazioni, un anziano professore che commuove per l'amore che porta alla sua musica ma che incanta per l'abilità e la freschezza del suo stile. Ma sarà un'estate a tutto jazz. Si farà jazz al «Cafè Chantant» di piazza Solferino, alla «Terrazza sul Po» in corso Casale, nel Parco Ruffini, in Piazza d'Armi. Alcune band, di quelle autentiche, in arrivo da New Orleans, sfileranno lungo le vie del centro per fare spettacolo ma anche per reclamizzare i concerti della sera. E poi c'è Aosta," con il suo festival. Tre giorni: dal 20 al 22 luglio. In apertura (nel teatro Romano) si svolgerà una «New Orleans Fète» alla quale prendono parte tre «brass band» ingaggiate direttamente nella capitale del jazz. Sono orchestre ma sono anche monumenti queste band che arrivano da lontano: la loro musica è infatti rimasta inalterata per oltre ottanta anni e ora ce la ripropongono così come veniva suonata quando Al Jolson canticchiava e Louis Armstrong era un bambino. 21 luglio, due pianisti a confronto: Tommy Flanagan in trio e McCoy Tyner in quintetto (con Freddie Hubbard). George Benson (in quintetto, 11 22) per chiudere la rassegna con una grande pop star ma dal passato di jazzman. Benson arriva con un gruppo elettrico quindi è facile presumere che gratificherà l'ascoltatore della fascia rock. Ma i jazzisti non devono amareggiarsi: quella serata che ha messo sullo stesso palco due tra i più forti pianisti del jazz contemporaneo vale già tutto un festival. Franco Mondimi Dizzy Gillespie. Insieme a Miles Davis: le due più grandi trombe viventi

Luoghi citati: Aosta, Cuba, New Orleans, New York, Torino