Ventisette stemmi da guardare di Luisella Re

Ventisette stemmi da guardare Si smantella l'ultima impalcatura, è finita l'opera di restauro del Palazzo in via Po Ventisette stemmi da guardare E adesso la strada è diventata un borgo di lusso «Sono rinate sia la Carità con il neonato al seno sia l'altra allegoria muliebre che raffigura la Beneficenza. Quest'ultima stringe nella sinistra un libro e si tramanda offrisse con l'altra un pane purtroppo non più documentato. Di conseguenza le due Soprintendenze hanno preferito lasciarla con la destra vuota». Sul ponteggio del Palazzo de gli Stemmi l'architetto Claudio Daprà, che ha curato la sua ristrutturazione, si intenerisce di fronte allo stemma centrale di Vittorio Amedeo II. E accarezza con gli occhi gli altri 26 emblemi dei benefattori col cui apporto sorse nell'isolato San Morizio l'antico «Spedale di Carità», compresi i due scudi «d'azzurro al toro rampante e furioso» meritati dalla Città per avere «sponsorizzato» una doppia arcata dei portici. L'ultima impalcatura cadrà nelle prossime ore. Nuovamente intatta, la facciata del Palazzo si affaccerà sui Mondiali immersa nella tenue tavolozza a base di «giallo molassa», «griggio chiaro» e «verdastro del malanaggio» che il Progetto Colore dell'assessorato all'Arredo Urbano intende restituire all'intera via Po. E' così che il capocantiere Vito Figliuolo fissa emozionato le armi gentilizie dei Roero, degli Scaglia, dei Provana e dei Valperga dove aquile bicipiti e draghi alati, cardi selvatici e grappoli di vigna, croci di Sant'An¬ drea e collari dell'Annunziata son tornati, dopo il restauro della ditta Rava, quelli originari dei mastri comacini: «Chissà quanto passerà prima che li si possa rivedere da vicino. E chissà chi ritroverà le monete attualmente in corso che, secondo la tradizione, abbiamo inserito nelle parti rifatte...... Di certo c'è che da oggi via Po ha un «medagliere» d'eccezione ed una bellissima storia in più. Racconta Claudio Daprà: «Abbiamo ristrutturato gli stemmi sulla traccia dei provini originali offerti del professor Giorgio Rigotti, che nel 1932 scrisse una approfondita relazione sull'argomento. Di qui l'avvio dei lavori e di tante scoperte, compreso il rinvenimento dei blocchetti di carbone utilizzati all'epoca come isolante per "imbottire" gli stucchi». Escluso invece che alcuni stemmi siano stati prelevati o abbattuti in tempi successivi «in quanto questi tralci che respirano, questi cartigli pronti a srotolarsi al vento e questi drappi morbidi come velluto risultano radicati nella muratura e plasmati sul posto con vitale maestria». Precisa l'architetto: «L'unico rifatto completamente è il settimo partendo da piazza Castello. Riconoscibile in quanto, per sottolineare l'innoyazione, il suo decoro è stato riportato in cavo anziché in rilievo.'Gli altri hanno richiesto semplici rattoppi, coagulati soprattutto nelle parti superiori delle "cartelle"». Ed ecco in arrivo una novità degna dell'«Attigimus portum» dei Della Rovere o del «Post tenebras spero lucem» che fu motto dei Guerra, marchesi di Perlo. In attesa di completare l'ala del Palazzo destinata al Museo del Cinema, sin da quest'autunno risulterà agibile la manica su via Montebello dove, su progetto dei professori Castiglia, Migliacci e Pizzetti, verrà localizzata una serie di sale-studio universitarie e torneranno i vecchi esercizi. A partire dalla farmacia che si ribattezzerà «Degli Stemmi» e dall'ex bar Barvozza, il cui titolare Giuseppe Rizza pregusta già il piacere «di rinnovare i vecchi tempi accanto al cappellaio, il droghiere e il tabaccaio». Un gran rientro, una festa corale per via Po cui contribuirà anche il nuovissimo chiarore di Palazzo Accorsi, Anticipa l'ingegner Luigi Quaranta, che con l'architetto Lidia Rollerò ne ha curato le opere di consolidamento su progetto dell'architetto Stella: «Abbiamo mantenuto la promessa di completare la facciata per i Mondiali, compreso il ripristino delle vetrine e delle davantures storiche inventariate dall'Arredo Urbano. Risultato: nel '91 tutto il palazzo escluso il museo comincerà a vivere mentre già quest'autunno ospiterà negozi e laboratori artigiani, collegati alla Fondazione Accorsi oppure a suppor- to della spesa quotidiana di Borgo Po». Un lussuoso borgo da «terziario postindustriale», però, ed è così che venerdì scorso la libreria Oolp ha dovuto rinunciare malinconicamente all'ospitalità offerta «dato che per chi vende libri certi affitti risultano inabbordabili». Torneranno invece il vecchio caffè e la panetteria dirottati temporaneamente altrove: anche se la Beneficenza del Palazzo degli Stemmi ha perduto per sempre il suo, la rinascita di via Po avrà la fragranza beneagurale del pane appena sfornato. Luisella Re Qui sopra la Beneficenza e la Carità, a destra i! Palazzo ristrutturato

Luoghi citati: Borgo Po, Perlo