Ultimatum del psi alla dc: «Giunte entro fine mese»

Ultimatum del psi alla dc: «Giunte entro fine mese» Oggi, nella sede scudocrociata di via Andrea Dona, il chiarimento tra democristiani e socialisti Ultimatum del psi alla dc: «Giunte entro fine mese» / candidati alla presidenza della Regione ridotti a due: Cadetto e Brizio «Giunte subito, entro fine giugno». E' la parola d'ordine che i socialisti portano, oggi alle 10, nella sede della de in via Andrea Doria. «Hanno perso centomila voti in Piemonte, un consigliere in Regione, tre a Torino, i democristiani non possono continuare a chiedere tutto». Beppe Garesio, segretario psi eletto in Comune, dice basta alle schermaglie e preme l'acceleratore delle alleanze. «E' ora di aprire il confronto sui programmi - risponde Franco Pizzetti, capogruppo de a Torino -. Tra i partiti stanno sorgendo ostacoli di notevoli dimensioni se si parla di incarichi. Discutiamo delle cose da fare, è lì, sul punto più importante per un buon amministratore, che occorre ricercare l'intesa, dopo si parlerà di organici. Spero che l'incontro con i socialisti abbia questa volontà». Pare proprio di sì. Il primo «nodo» resta la Regione. Sarà pentapartito sicuro con 33 voti su sessanta. Ma il rischio, ormai certo, è quello di arrivare alla prima riunione del Consiglio a palazzo Lascaris con nulla di fatto. D'altra parte l'intera geografia degli incarichi politici è ancora più che confusa. Troppo per permettere imminenti mosse decisive. Sulle possibili maggioranze (dc-psi-psdi-pli-pri in Regione; idem in Comune con il contributo dei due consiglieri dei pensionati che porterebbero a 42 su 80 i voti a disposizione; pentapartito in Provincia) non pendono irrisolvibili incognite. Sulle strade da percorrere per arrivarci sì. E, al di là dei programmi, sui quali tutti i partiti giurano di lavorare, in questi giorni, con grande intensità, frenate o colpi di testa dipendono esclusivamente dagli incarichi. Il giorno dopo le elezioni questo era il panorama possibile: sindaco un laico, l'onorevole Valerio Zanone, presidente della Provincia un socialista, in Regione un de. Ma subito l'incantesimo s'è infranto. Vito Bonsignore, luogotenente di Giulio Andreotti in Piemonte, ha dichiarato che la de aveva tutte le carte in regola per pretendere la poltrona del primo cittadino. Anche i repubblicani non si sono dimostrati entusiasti d'appoggiare la salita d'un liberale a Palazzo di città, prudenti invece tutti gli altri. E così le trattative hanno cominciato a procedere a spizzichi e bocconi. Ad aggiungere altro pepe alle bevande sono fioccate, giorno dopo giorno, le notizie di giunte, definite «anomale» tra de e pei in importanti centri della cintura torinese come Grugliasco e Rivalta e il progetto di farne altre. I socialisti, indispettiti, hanno chiesto un chiarimento alla de. L'avranno stamane (mentre il pei li invita a formare giunte di sinistra). Per prepararlo il segretario provinciale Sergio Deorsola ha chiamato a raccolta i responsabili di zona. Non tutti, però, hanno accettato di buon grado l'invito a fare giunte soltanto di pentapartito ricorrendo alle alleanze anomale soltanto in casi estremi. Dopo l'inevitabile maretta ora il neocapogruppo in Regione, Rolando Picchioni, ricorda che non «esiste convento senza regole e le eccezioni restano tali». Ma nella de le distanze tra la linea di coloro che si richiamano al vicesegretario nazionale Silvio Lega, gli andreottiani e la sinistra di Bodrato e di Goria sono ancora profonde. Qualche incontro dei leader e la richiesta sempre più pressante dei cattolici di avere una de unita e compatta potrebbero, prestissimo, sbloccare la situazione. «Di fronte a noi ci sono sei mesi importantissimi - avvertono i socialisti - che coincidono con la presidenza italiana della Cee. Dato che molti progetti (dal metrò ai parcheggi, all'alta velocità) potranno essere finanziati dalla Comunità, dob¬ biamo entro fine mese avere una giunta forte in grado di lavorare a pieno ritmo. Guai se dovessimo perdere quest'occasione». Oggi dunque si parla di Regione. Nella de i candidati alla presidenza si sono ridotti a due: Mario Carletto, imprenditore, ex-capogruppo e assessore, luogotenente del vicesegretario nazionale Silvio Lega e Gian Paolo Brizio, assessore, esponente di Forze Nuove che (assicurano i soliti ben informati) dovrebbe contare anche sull'appoggio degli andreottiani. Insomma, anche a Palazzo Lascaiis, la soluzione può venire da un chiarimento tra Silvio Lega e Vito Bonsignore. Fatto questo tutto diventerà più facile. Perché sul resto non ci sono grandi problemi: dodici assessori, cinque alla de, quattro al psi (più la presidenza del Consiglio), uno a testa a liberali, repubblicani, socialdemocratici. Quando? Gian Mario Ricciardi

Luoghi citati: Grugliasco, Piemonte, Rivalta, Torino