Sfrattati a Roma, tanto rumore per nulla

Sfrattati a Roma, tanto rumore per nulla Sembravano decine di migliaia, poi sono rimasti 96: solo sei avevano diritto ad un alloggio Sfrattati a Roma, tanto rumore per nulla Quello che occorre è far rinascere il mercato delle locazioni Un nuovo episodio di cronaca ha attratto la nostra attenzione, convincendoci sempre di più che, anche nel campo economico-amministrativo, non è possibile procedere con approssimazione e senza dati precisi e controllati. Ecco i fatti: nel marzo scorso in seguito alla notizia di migliaia di sfratti resi esecutivi a Roma, il prefetto della capitale ha emanato un'ordinanza che ha avuto commenti controversi; egli infatti ordinava agli istituti previdenziali ed assicurativi ed allo stesso Istituto delle Case Popolari di tenere il 50 per cento degli alloggi a disposizione degli sfrattati. L'intervento prefettizio, che si deve presumere concordato con il governo, appariva severo, ma il prosieguo della vicenda può essere considerato stupefacente. Gli alloggi reperiti da offrire agli sfrattati sono stati un centinaio, per l'esattezza 96. Si è su¬ bito formata una commissione per l'esame delle domande che dovevano elencare i requisiti richiesti; infatti per ottenere l'assegnazione occorre essere colpiti da sfratto esecutivo, avere un nucleo familiare proporzionato alle stanze da occupare e godere di un reddito non superiore a determinati limiti. La commissione si mette al lavoro che sembra relativamente facile se si pensa che le domande sono solo 150 e che in qualunque «concorso» statale è inimmaginabile una percentuale di 96/150 di vincenti. Ma l'impegno della commissione si rivela duro, con risultati inattesi: i redditi dei concorrenti sono troppo alti; gli sfratti dei richiedenti non sono esecutivi; le richieste di vani non sono proporzionate ai nuclei familiari. Alla fine si arriva alla graduatoria: essa risulta composta dalle sole 6 famiglie che hanno diritto all'assegnazione di un alloggio. Sembrerebbe così che la situazione degli sfratti non sia così tragica come le notizie di stampa facevano apparire; purtuttavia vi sono stati probabilmente alcuni elementi che hanno giocato in senso sfavorevole. Tutti i giornali hanno parlato dell'iniziativa del prefetto di Roma, ma forse non tutte le organizzazioni sindacali degli inquilini hanno portato a conoscenza dei loro associati la possibilità di ottenere l'assegnazione di casa. La situazione ci sembra comunque grave e la gravità sembra emergere con molta chiarezza da alcune semplici domande: il prefetto di Roma ed il governo, prima di prendere decisioni traumatiche, hanno verificato i dati sul numero degli sfratti? Poiché per giungere allo sfratto esecutivo la procedura dura alcuni anni, si è verificato quanti sfrattati avevano già trovato un'altra sistemazione? Infine, dopo l'ordinanza del prefetto, non potevano essere avvisati della possibilità di ottenere in locazione un nuovo alloggio tutti gli sfrattati? In un Paese ordinato e civile episodi come questo non devono verificarsi, ma ogni decisione, specialmente se urgente, deve avere una giustificazione nella realtà dei fatti opportunamente verificata. L'aver destinato per anni una piccola paite del reddito per pagare l'equo canone ha permesso a molti di divenire proprietari della casa abitata: oltre il 65% delle famiglie italiane abita in casa di proprietà. Aiutare le altre, magari con agevolazioni di credito, ad acquistare un alloggio è forse la via per eliminare le tensioni abitative e per far rinascere il mercato delle locazioni che l'equo canone e la sua applicazione non sempre corretta hanno distrutto. Gian Franco Gallo-Orsi

Persone citate: Gian Franco

Luoghi citati: Roma