Mi molesti? E io ti denuncio

Mi molesti? E io ti denuncio Le metalmeccaniche approvano la novità contrattuale sui ricatti sessuali Mi molesti? E io ti denuncio Inchiesta: troppi capi «abusano» TORINO. Sei giovane, carina e cerchi lavoro? Aspiri a und carriera, convinta di avere i giusti meriti e professionalità? E facile trovare sulla propria strada qualche capetto o padroncino pronto a far capire, più o meno apertamente, che «se ci stai» hai più chances. Ricatti e ricattini, «apprezzamenti» pesanti verbali e fisici, piccole e grandi mole-" stie di natura sessuale con una caratteristica comune: atti unilaterali, indesiderati o imposti. Li subiscono molte donne per timore di perdere il posto e perché non hanno altre alternative. Molte si ribellano e ne pagano le conseguenze con una vita impossibile, penalizzate rispetto ai colleghi nel percorso di lavoro. Su 2516 donne sparse tra Fiat Mirafiori, Fiat Rivalta, Fiat Volvera, Fiat Sepin, Carello, Iveco, Aeritalia, Olivetti, ben 818 sono state vittime direttamente di molestie sessuali, o sono a conoscenza di episodi accaduti a colleghe da parte di capi, il che rivela quanto sia diffuso un certo «abuso di potere». Il numero dei colleghi «molestatori» è infatti più ndotto: 222 casi su 2028 intervistate. C'è anche chi gioca sul piane sessuale la propria riuscita nel lavoro, ma qui siamo nel campo della visione personale del mondo, delle scelte individuali. Comunque, non sempre si rivela la via più facile. Anzi, in fondo essere spregiudicate, destreggiarsi tra i «letti giusti» può anche ritorcersi contro e alla fine essere danneggiate professionalmente: un esito negativo che succede in almeno il doppio dei casi rispetto a chi che ne ha ricavato vantaggi. Una realtà questa su cui fioriscono battute pesanti e generalizzanti, comunque non appare certo la più diffusa. Il dato più interessante della prima ricerca sulle molestie sessuali tra le metalmeccaniche delle grandi fabbriche è l'ormai decisa convinzione che non si debba più tacere né subire: per la stragrande maggioranza delle intervistate (1272 su 1962) sono episodi da denunciare. Già, ma come? Un numero ancor maggiore (1521 su 2151) ritiene giusto che il problema venga affrontato nella piattaforma contrattuale (riconoscendo nello stesso tempo al movimento femminista il merito di averlo messo in evidenza). «Questo ci conferma che è stato giusto inserire nella piattaforma del nuovo contratto anche questo capitolo», dicono sindacaliste e delegate metalmeccaniche Fiom, Firn e Uilm. Arrivano oggi in duecento a Torino da ogni parte d'Italia per partecipare, al teatro Juvarra, al convegno nazionale su «Libertà dalle molestie sessuali, nuovi diritti contro vecchi poteri». Non sembrano spaventate dall'attuale fase difficile delle trattative contrattuali, come non si sono fatte intimorire dalle difficoltà, dalle critiche sollevate negli ambienti sindacali. «Sono venute fuori meschinità incredibili e persino ritorsioni», riferisce Ivana Dessanay della Uilm. Pare che anche qualche capo sindacale e molti delegati non abbiano gradito molto questa gran voglia di togliere il velo del silenzio ad episodi che si preferisce sottovalutare o negare, ma che comunque rivelano un malcostume da cui nessun ambiente sembra essere immune, sindacato compreso. Molto più fair play hanno rivelato i segretari nazionali che hanno definito questa battaglia contro le molestie sessuali «un segno di alta civiltà per tutti, e non solo per i metalmeccanici». Ma a molti delegati sindacali il manifesto d'invito al convegno torinese, tanto per cominciare, non è proprio piaciuto e si sono rifiutati di appiccicarlo nelle bacheche aziendali. Con un pizzico di irriverente ironia le metalmeccaniche propongono il famoso dipinto «Quarto Stato» di Pelizza da Volpedo in una versione riveduta e corret ta: il rude lavoratore in primo piano, simbolo di forza e deter minazione, ha un braccio evi dentemente appoggiato con noncuranza sul fondoschiena della compagna che dallo sguar do e dal movimento della mano non sembra gradire; s'intuisce che sta per far arrivare al «molestatore» uno schiaffo sonoro. «Ci hanno persino rimproverate di voler intaccare l'unità della classe lavoratrice...», riferiscono le sindacaliste Fiom, Firn e Uilm. Ma ci sono state anche alcune incomprensioni da parte di operaie e impiegate: «Molte hanno vissuto male il questionario che cercava di indagare sul fenomeno; si sono sentite quasi offese, come se si desse per scontato la loro poca serietà. Era chiaro invece che preferivano rimuovere il problema, ricordando "quelli ben più gravi, che sono tanti...". Ma un contratto non a sesso unico, deve essere capace di rispondere al diritto al lavoro delle donne, con pari opportunità degli uomini, al rispetto dei nostri tempi, ma anche al riconoscimento del diritto alla dignità». Pare che in molte famiglie siano nati anche scompigli dopo aver appreso alcuni dati dell'indagine: «Alcuni capi hanno chiesto a dei delegati di farci stare tranquille: "con tutto sto gran parlare di molestie e ricatti sessuali, mia moglie è sconvolta e pensa chissà che cosa..."». Sono molte le sindacaliste Fiom, Firn e Uilm che partecipano a questa tornata contrattuale. Toccherà a loro vigilare affinché venga sostenuta con forza e recepita la richiesta specificata nell'articolo relativo ai rapporti in azienda, in cui si vuole inserire questa affermazione di principio: «.. le molestie sessuali sono considerate violazione della dignità e del diritto delle lavoratrici e dei lavoratori, oltre che abuso di potere, quando esse siano praticate da un superiore». Già, ma poi come si difende la vittima di turno? «Si prevede anche una commissione paritetica al femminile col compito di raccogliere le denunce, ma sul "dopo", sulla procedura che dovrebbe risolvere il caso, il dibattito è ancora aperto». Si guarda alle esperienze di altri Paesi, alle raccomandazioni della Cee (dove si parla di azione legale) e si chiedono contributi alle parlamentari (oggi saranno presenti, tra le altre, anche la comunista Bebee Tarantelli e l'indipendente di sinistra Mariella Gramaglia). «Sarà anche l'occasione per riparlare della legge contro la violenza sessuale su cui è caduto un pesante silenzio». Stefanella Campana Il «Quarto stato» di Pelizza da Volpedo rivisitato dalle metalmeccaniche: lui «tocca» e lei sta per mollargli un ceffone

Persone citate: Carello, Ivana Dessanay, Mariella Gramaglia, Olivetti, Pare, Pelizza, Stefanella Campana

Luoghi citati: Italia, Torino, Volpedo, Volvera