Altro vertice già tra pochi mesi

No a nuovi insediamenti No a nuovi insediamenti Mosca blocca ilflusso degli ebrei a Tel Aviv? WASHINGTON DAL MOSTRO INVIATO E' stato il vertice della svolta, e lo si è visto con chiarezza alla conferenza stampa conclusiva ieri, nel maestoso Salone Orientale della Casa Bianca, prima della partenza del leader del Cremlino per il Mid West e là California, sulle orme del suo precursore Kruscev. Con «Ron» Reagan, Gorbaciov aveva un rapporto di simpatia, ma anche di forte antagonismo, che rendeva incerti i summit e rifletteva ancora tensioni da guerra fredda. Con Bush ne ha stabilito uno di salda colleganza e reciproco rispetto che conferisce ai vertici uno straordinario pragmatismo e segnala il passaggio delle superpotenze dal confronto alla collaborazione. Di fatto, i giorni scorsi i due presidenti hanno istituzionalizzato i loro incontri, stabilendo di tenerne almeno uno all'anno - il prossimo tra pochi mesi: Gorbaciov ha già invitato Bush a Mosca - e di costellarli di frequenti colloqui tra i ministri degli Esteri. In un certo senso, è iniziata l'epoca del vèrtice permanente. Al di là di questo connotato politico di fondo, che sancisce la storica decisione di Bush di puntare tutto sulla carta Gorbaciov nel momento più difficile del leader del Cremlino, ieri sono emerse dalla conferenza stampa indicazioni cruciali per l'Europa e i pùnti caldi del mondo.. La prima è che .Gorbaciov ha convinto Bush a concedergli ampi spazi di tempo e di manovra sulla crisi lituana: «L'accordo commerciale tra i nostri due Paesi con la clausola della nazione più favorita», ha detto il presidente Usa, «non è condizionato alla Lituania, ma alla legge del Soviet Supremo sulla libertà di emigrazione». La seconda, importante indicazione è che i due presidenti hanno individuato prospettive di convergenza nelle proprie posizioni sull'unità tedesca e sulla Nato. Bush è stato più guardingo, ma Gorbaciov non ha escluso un compromesso in tempi relativamente brevi, professandosi «quasi certo della firma del trattato sulla riduzione delle armi convenzionali della Nato e del Patto di Varsavia alla Conferenza sulla Sicurezza Paneuropea alla fine dell'anno». Il leader del Cremlino ha insistito tuttavia su un certo parallelismo tra l'unificazione delle due Germanie e quella delle due Europe, e su un periodo transitorio in cui le potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale «manterranno i loro diritti sulla nazione tedesca». Ha anche ammonito che l'appartenenza della Germania unita alle strutture militari della Nato è inaccettabile per l'Urss: «In un caso'del genere dovremmo rivedere i negoziati di Vienna e le nostre difese» ha detto con durezza. In privato, Gorbaciov ha suggerito a Bush che la Germania unita faccia parte di entrambi i blocchi: «Lei è un marinaio» gli ha ricordato «e sa bene che una nave è più sicura se ha due ancore». Mantenendosi nel vago, Bush ha adombrato qualche via d'uscita. La Nato, ha riferito, ha in sè i semi dell'evoluzione in un organismo politico, l'articolo 2; e Usa e Urss possono adoprarsi per un sistema di sicurezza paneuropeo nel quadro della conferenza di Helsinki. Il presidente americano non ha accennato al piano sovietico di una forza multinazionale dipendente da un Consiglio permanente. Ma il «Washington Post» lo definisce d'accordo con Gorbaciov su una fase transitoria in cui le truppe sovietiche stazionerebbero nella parte est della Germania. A una domanda se l'Urss sia oggi alleata o nemica degli Usa Bush ha ribattuto: «Questa è semantica... Non siamo qui per vincere né perdere, ma per lavorare insieme». Gorbaciov ha risposto con calore: «Il presidente Bush, di cui apprezzo leadership e umanità, e gli americani dimostrano di essère lungimiranti: ci unisce uno spirito di responsabilità verso i nostri Paesi e il mondo intero». Per ultimo - e sarebbe stato impossibile fino a pochi mesi fa - le superpotenze hanno indicato di essere in sintonia sul Medio Oriente. Bush e Gorbaciov hanno rivolto un appello congiunto a Israele perché negozi coi palestinesi, e non usi più gli immigrati ebrei dall'Urss per i nuovi insediamenti in Cisgiordania e a Gaza. Gorbaciov ha persino minacciato di bloccare l'emigrazione verso Tel Aviv. La Casa Bianca ha lasciato intendere che stanno emèrgendo intese anche sul Centro America, intese che isolerebbero definitivamente Cuba e Castro, sull'Afghanistan e sulle altre crisi regionali. In prima persona Gorbaciov ha annunciato un'iniziativa comune di carattere umanitario per l'Etiopia. I due uomini più potenti della Terra si sono così lasciati con un nuovo senso di fiducia. I prossimi giorni, proseguiranno il loro lavoro Baker e Shevardnadze, prima insieme a Copenaghen e Berlino poi separatamente nella Nato e nel Patto di Varsavia. Ennio Carette