«Non mi cacceranno da Venezia»

A Roma deciso il trasferimento, ma lei: non so nulla, voglio difendere la città A Roma deciso il trasferimento, ma lei: non so nulla, voglio difendere la città «Non mi cacceranno da Venezia» La soprintendente Asso lanciala sfida al ministero VENEZIA. «Io fare le valigie? Non ci penso neppure. Nessuna autorità, anche se si trattasse del ministro dei Beni Culturali, potrebbe impormi di lasciare una città che è ormai mia e nella quale ho deciso di passare la mia vita. Comunque vada a finire questa storia del mio trasferimento, resterò per sempre qui». Margherita Asso, la soprintendente ai Beni architettonici, ormai considerata ex titolare della sede di Venezia, una delle più importanti d'Italia, mantiene un'aria serena e sicura, come se in questi giorni non fosse accaduto nulla. La proposta del Consiglio d'amministrazione dei Beni Culturali, che martedì scorso ha «suggerito» al ministro socialdemocratico Ferdinando Facchiano di «promuovere» l'architetto Asso, destinandola ad altra sede, sembra non preoccuparla per niente. «Non ce n'è motivo - spiega -, anche perché finora non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale circa la mia presunta Aumentano i casi di in tolleranza agli alimenti promozione, che io invece continuo a considerare una vera e propria retrocessione, visto che dovrei andare a fare cose meno importanti di quelle che da otto anni faccio qui in Laguna. Nessuno, né un politico, né un solo alto funzionario, né un solo capo di gabinetto del ministero dal quale dipendo mi ha ancora detto qualcosa a proposito del mio futuro. Non ho ricevuto uno straccio di comunicazione, né un telegramma, né un semplice colpo di telefono. Ufficialmente, perciò, io sono ancora il soprintendente di Venezia a tutti gli effetti». D'accordo, architetto. Ma ormai tutti sanno che a Roma hanno deciso che lei dovrà andarsene. Sarà, ma io resterò sempre qui, l'ho già detto. Da semplice cittadina o ancora nelle sue vesti di funzionario dello Stato? Beh, mi mancano meno di due anni alla pensione, quindi in ogni caso la mia funzione professionale è in scadenza. Certo che io non ho la benché minima intenzione di andare a lavorare a Roma o altrove. E se il ministro accoglierà la proposta del Consiglio d'Amministrazione e firmerà il provvedimento che dispone il suo trasferimento? Soltanto in quel momento vedrò cosa fare. Ci sono tante soluzioni: potrei oppormi con un ricorso, oppure potrei dimettermi. Di sicuro non mi farò trasferire. Una sfida. No, nessuna sfida. Sono soltanto convinta di aver lavorato nell'interesse di questa meravigliosa città e che la mia linea, dopo tanto tempo, non è cambiata. Perché allora andarsene? Ma lei è qui da otto anni. Altre soprintendenze italiane sono rette dalla stessa persona ininterrottamente da quindici anni. Lei e l'Expo. C'è davvero una relazione tra le voci sul suo trasferimento e la grande rassegna universale del Duemila? Può darsi, ma io sono soltanto Abolito il divieto di cacciare alcune specie una formichina, mentre attorno all'Expo si stanno misurando leoni e aquile. Che poteri ho io? Posso soltanto dire no a certe cose, come ho fatto, ma se più in alto di me decidono che l'Expo si può fare, si farà. Chi sono i suoi nemici? Non credo di averne. Probabilmente, le mie battaglie per la conservazione di Venezia avranno infastidito chi invece ha molti interessi a realizzare i vari progetti che potrebbero distruggerla. Per esempio? Il porto, ma anche tutti gli altri «sogni» inseriti nella gigantesca operazione-Expo. Finché sarò soprintendente, non farò passare uno solo di questi progetti. Con l'Expo, Venezia sarebbe presa d'assalto da milioni di visitatori che non sappiamo dove mettere perché non ci sono spazi fisici. Sono convinta più che mai: Venezia è un patrimonio dell'Italia e dell'umanità, non si deve toccare neppure con un dito. (d) Assicurarsi un futuro di servizi e di assistenza qualificata (Esempio: il controllo trimestrale gratuito per un anno dei gas di scarico). Antonello Francica

Persone citate: Antonello Francica, Ferdinando Facchiano, Margherita Asso